Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

BULLISMO E CYBER BULLISMO: C’È POCO DA RIDERE, MEGLIO PARLARNE

Indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo. Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale di statistica Prof. Gian Carlo Blangiardo. Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza

Roma, 27 marzo 2019 - I risultati della rilevazione sono illustrati nel dettaglio in una statistica report
diffusa dall’Istat nel dicembre del 2015, in questo e nel prossimo paragrafo si darà conto solo delle principali evidenze. Più del 50% degli intervistati 11- 17enni riferisce di essere rimasto vittima, nei 12 mesi precedenti l’intervista,
di un qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento. Una percentuale
significativa, quasi uno su cinque (19,8%), dichiara di aver subìto azioni tipiche
di bullismo una o più volte al mese. In circa la metà di questi casi (9,1%), si
tratta di una ripetizione degli atti decisamente asfissiante, una o più volte a
settimana. Le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore
rispetto ai ragazzi. Oltre il 55% delle giovani 11-17enni è stata oggetto di
prepotenze qualche volta nell’anno mentre per il 20,9% le vessazioni hanno
avuto almeno una cadenza mensile (contro, rispettivamente, il 49,9% e il
18,8% dei loro coetanei maschi). Il 9,9% delle ragazze subisce atti di bullismo
una o più volte a settimana, contro l’8,5% dei maschi.

La percentuale di soggetti che ha subìto prepotenze una o più volte al mese
diminuisce al crescere dell’età passando dal 22,5% fra gli 11 e i 13 anni al 17,9%
fra i 14 e i 17 anni. Le differenze sono sostanziali a livello territoriale: le azioni
vessatorie sono più frequenti nel Nord del Paese, dove le vittime di atti di
bullismo rappresentano il 23% degli 11-17enni (24,5% nel Nord-est, 21,9% nel
Nord-ovest). Considerando anche le azioni avvenute sporadicamente (qualche
volta nell’anno), oltre il 57% dei ragazzi al Nord ha subìto qualche prepotenza
nel corso dell’anno precedente l’intervista, contro una quota inferiore al 50%
nelle regioni centrali e in quelle meridionali.

Tra i ragazzi che vivono in zone poco o per nulla disagiate si registra la quota
più bassa di ragazzi e adolescenti che hanno subìto atti prevaricatori da parte
di coetanei (50,3% nei 12 mesi precedenti l’intervista); tra coloro che vivono
in zone molto disagiate tale quota sale al 55,4% e si registra la quota più
elevata di vittime (23,3%) di prepotenze che avvengono con assiduità (almeno
una volta al mese).

Di fronte a una situazione di bullismo, la maggioranza, soprattutto le ragazze,
ritiene che confidandosi con le persone “più vicine” sia possibile definire
meglio la reazione e/o il comportamento da tenere. Infatti, il 65% (60,4% dei
maschi e 69,9% delle femmine) ritiene sia una strategia positiva rivolgersi ai
genitori per chiedere aiuto, il 41% (37,4% dei maschi e 44,8% delle femmine)
ritiene opportuno rivolgersi agli insegnanti. Elevate anche le quote di chi
ritiene utile confidarsi con amici (42,8%) o con fratelli e sorelle (30%). Un
numero relativamente importante di ragazzi suggerisce il ricorso
all’indifferenza come strumento di difesa: il 43,7% ritiene sia meglio cercare di
evitare la situazione, il 29% che occorra lasciar perdere facendo finta di nulla
e il 25,3% di provare a riderci sopra.

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