Codice della Strada: una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi

CODICE STRADA. ANNALISA CORRADO (SEGRETERIA NAZIONALE PD E MEP S&D): “ENNESIMO DISASTRO DEL GOVERNO, NORMA REPRESSIVA E IDEOLOGICA FATTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”  Roma, 20 novembre 2024 - "L’approvazione del Codice della Strada non è che l’ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD e MEP S&D, Commissione ENVI. La riforma, a lungo sbandierata dal Governo Meloni, ha ricevuto oggi l’approvazione in Senato. Tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni ambientaliste e per la mobi

BULLISMO E CYBER BULLISMO: C’È POCO DA RIDERE, MEGLIO PARLARNE

Indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo. Audizione del Presidente dell’Istituto nazionale di statistica Prof. Gian Carlo Blangiardo. Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza

Roma, 27 marzo 2019 - I risultati della rilevazione sono illustrati nel dettaglio in una statistica report
diffusa dall’Istat nel dicembre del 2015, in questo e nel prossimo paragrafo si darà conto solo delle principali evidenze. Più del 50% degli intervistati 11- 17enni riferisce di essere rimasto vittima, nei 12 mesi precedenti l’intervista,
di un qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento. Una percentuale
significativa, quasi uno su cinque (19,8%), dichiara di aver subìto azioni tipiche
di bullismo una o più volte al mese. In circa la metà di questi casi (9,1%), si
tratta di una ripetizione degli atti decisamente asfissiante, una o più volte a
settimana. Le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore
rispetto ai ragazzi. Oltre il 55% delle giovani 11-17enni è stata oggetto di
prepotenze qualche volta nell’anno mentre per il 20,9% le vessazioni hanno
avuto almeno una cadenza mensile (contro, rispettivamente, il 49,9% e il
18,8% dei loro coetanei maschi). Il 9,9% delle ragazze subisce atti di bullismo
una o più volte a settimana, contro l’8,5% dei maschi.

La percentuale di soggetti che ha subìto prepotenze una o più volte al mese
diminuisce al crescere dell’età passando dal 22,5% fra gli 11 e i 13 anni al 17,9%
fra i 14 e i 17 anni. Le differenze sono sostanziali a livello territoriale: le azioni
vessatorie sono più frequenti nel Nord del Paese, dove le vittime di atti di
bullismo rappresentano il 23% degli 11-17enni (24,5% nel Nord-est, 21,9% nel
Nord-ovest). Considerando anche le azioni avvenute sporadicamente (qualche
volta nell’anno), oltre il 57% dei ragazzi al Nord ha subìto qualche prepotenza
nel corso dell’anno precedente l’intervista, contro una quota inferiore al 50%
nelle regioni centrali e in quelle meridionali.

Tra i ragazzi che vivono in zone poco o per nulla disagiate si registra la quota
più bassa di ragazzi e adolescenti che hanno subìto atti prevaricatori da parte
di coetanei (50,3% nei 12 mesi precedenti l’intervista); tra coloro che vivono
in zone molto disagiate tale quota sale al 55,4% e si registra la quota più
elevata di vittime (23,3%) di prepotenze che avvengono con assiduità (almeno
una volta al mese).

Di fronte a una situazione di bullismo, la maggioranza, soprattutto le ragazze,
ritiene che confidandosi con le persone “più vicine” sia possibile definire
meglio la reazione e/o il comportamento da tenere. Infatti, il 65% (60,4% dei
maschi e 69,9% delle femmine) ritiene sia una strategia positiva rivolgersi ai
genitori per chiedere aiuto, il 41% (37,4% dei maschi e 44,8% delle femmine)
ritiene opportuno rivolgersi agli insegnanti. Elevate anche le quote di chi
ritiene utile confidarsi con amici (42,8%) o con fratelli e sorelle (30%). Un
numero relativamente importante di ragazzi suggerisce il ricorso
all’indifferenza come strumento di difesa: il 43,7% ritiene sia meglio cercare di
evitare la situazione, il 29% che occorra lasciar perdere facendo finta di nulla
e il 25,3% di provare a riderci sopra.

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