Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

ECONOMIA ITALIANA: IL PIL NEL 2019 CRESCERÀ DELLO 0,3%, IN DECISO RALLENTAMENTO

22/05/2019 – Nel 2019 il prodotto interno lordo (Pil) è previsto crescere dello 0,3% in termini reali, in deciso rallentamento rispetto all’anno precedente (Prospetto 1).
Nell’anno corrente, la domanda interna al netto delle scorte fornirebbe l’unico contributo positivo alla crescita del Pil (0,3 punti percentuali), mentre l’apporto della domanda estera netta e quello della variazione delle scorte risulterebbero nulli. Nel 2019, la spesa delle famiglie e delle ISP in termini reali è stimatacrescere dello 0,5%, in lieve rallentamento rispetto all’anno precedente.

Nell’anno in corso, il processo di ricostituzione dello stock di capitale rallenterebbein misura significativa. La riduzione coinvolgerebbe sia gliinvestimenti in macchinari e attrezzature sia quelli in costruzioni. Nel complesso, gli investimentifissi lordi sono previsti crescere dello0,3%.
La decelerazione dei ritmi produttivi inciderebbe anche sul mercato del lavoro. Nel 2019 si prevede che l’occupazione rimanga sui livelli dell’anno precedente (+0,1%) mentre si registrerebbe un lieve aumento del tasso di disoccupazione (10,8%). Le retribuzioni lorde per unità di lavoro dipendente sono attese evolvere in linea con il deflatore della spesa delle famiglie residenti (+0,9%).
L’attuale scenario di previsione è caratterizzato da alcuni rischi al ribasso rappresentati da una ulteriore moderazione del commercio internazionale e da un possibile peggioramento delle condizioni creditizie legato all’aumento dell’incertezza e all’evoluzione negativa degli scenari politici ed economici internazionali.


PROSPETTO 1. PREVISIONI PER L’ECONOMIA ITALIANA – PIL E PRINCIPALI COMPONENTI
Anni 2016-2019, valori concatenati per le componenti di domanda; variazioni percentuali sull’anno precedente
2016 2017 2018 2019
Prodotto interno lordo 1,1 1,7 0,9 0,3
Importazioni di beni e servizi fob 3,6 5,5 2,3 1,8
Esportazioni di beni e servizi fob 2,1 5,9 1,9 1,7
DOMANDA INTERNA INCLUSE LE SCORTE 1,5 1,4 0,9 0,3
Spesa delle famiglie residenti e delle ISP 1,3 1,6 0,6 0,5
Spesa delle AP 0,1 0,3 0,2 -0,2
Investimenti fissi lordi 3,5 4,3 3,4 0,3
CONTRIBUTI ALLA CRESCITA DEL PIL
Domanda interna (al netto della variazione delle scorte) 1,4 1,7 1,0 0,3
Domanda estera netta -0,3 0,3 -0,1 0,0
Variazione delle scorte 0,0 -0,4 0,0 0,0
Deflatore della spesa delle famiglie residenti 0,2 1,1 1,1 0,9
Deflatore del prodotto interno lordo 1,2 0,5 0,8 0,8
Retribuzioni lorde per unità di lavoro dipendente 0,6 0,3 1,7 0,9
Unità di lavoro 1,3 0,9 0,8 0,1
Tasso di disoccupazione 11,7 11,2 10,6 10,8
Saldo della bilancia dei beni e servizi / Pil (%) 3,2 2,9 2,5 2,4

Il quadro internazionale
Ciclo mondiale ancora in decelerazione
La decelerazione dell’economia mondiale iniziata nella seconda metà dello scorso anno è stata confermata dagli indicatori congiunturali di inizio 2019. Le prospettive economiche, inoltre, continuano a essere caratterizzate da rischi al ribasso quali la prosecuzione delle tensioni commerciali, gli effetti dell’incompiuto processo di Brexit e il rallentamento congiunturale superiore alle attese registrato in Cina. La politica protezionistica, accentuatasi a causa delle nuove barriere tariffarie all’importazione implementate dagli Stati Uniti, ha continuato a penalizzare il commercio mondiale di merci in volume che,nel 2019, è atteso decelerare sensibilmente (+2,9% rispetto al +4,0% del 2018).

Le previsioni per l’economia mondiale per il 2019 indicano un rallentamento del Pil reale al +3,2% (+3,6% nel 2018), diffuso tra i paesi. La crescita mondiale sarà sostenuta dalle economie emergenti e dai paesi in via di sviluppo dell’Asia (+6,1%), mentre in Giappone è attesa proseguire la fase di moderazione (+0,8%).

Nel primo trimestre, la performance economica di Stati Uniti, area euro, Giappone e Cina è stata migliore delle attese anche se il risultato positivo potrebbe essere stato determinato da fattori temporanei.Negli Stati Uniti, la crescita congiunturale del Pil (+0,8% da +0,7% in T4 2018) è stata trainata dal calo delle importazioni e dall’accumulazione delle scorte, mentre gli investimenti privati e i consumi hanno continuato a decelerare. Il tasso di disoccupazione si è confermato ai minimi storici (3,6% in aprile).

Tra gennaio e marzo, il miglioramento dell’economia dell’area euro (+0,4% da +0,2% in T4) è stata sostenuto prevalentementedalla domanda interna. Riguardo ai principali paesi dell’area, in T1 il Pil ha mantenuto in Francia il ritmo dei due trimestri precedenti (+0,3%) mentre in Spagna si è registrata un’accelerazione (+0,7% da +0,6% in T4).In Germania, la stima preliminare ha mostrato una ripresa dei ritmi produttivi (+0,4%), dopo lo stallo della seconda metà dello scorso anno.
In un contesto di forte incertezza sull’evoluzione del ciclo economico mondiale, le condizioni monetarie nei principali paesi si sono mantenute accomodanti. La Federal Reserve e la Bce hanno, infatti, interrotto i processi di normalizzazione della politica monetaria per valutare attentamente l’intensità e gli effetti del rallentamento globale.

Commenti