Patti (ME), 23 dicembre 2019 - Quest’oggi, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Dott. Salvatore Pugliese, su richiesta del sostituto procuratore Dott. Matteo De Micheli della Procura della Repubblica guidata dal Dott. Emanuele Crescenti, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Patti hanno arrestato Calabrese Marco Pietro, 26 enne, pregiudicato, gravemente indiziato del reato di traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento restrittivo eseguito oggi è scaturito dall’attività di indagine sviluppata dalla
Sezione Operativa della Compagnia di Patti, nell’ambito della quale era stata scoperta una fitta
rete di spaccio di sostanze stupefacenti, costituita da ragazzi, alcuni dei quali appena
maggiorenni, che cedevano marijuana e cocaina ad altrettanto giovanissimi acquirenti, talvolta minorenni, non solo nei luoghi della movida dei comuni di Patti e Gioiosa Marea ma anche, fatto ancora più grave ed inquietante, all’esterno di alcuni istituti scolastici pattesi.
CALABRESE era già sottoposto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione denominata
“Piramide” condotta lo scorso 10 dicembre dai Carabinieri della Sezione Operativa Compagnia di Patti, che avevano eseguito due ordinanze applicative di misure cautelari a carico di 10 soggetti, indiziati di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e, in una specifica circostanza, anche di estorsione.
Poiché una delle condotte illecite emerse dalle indagini era stata commessa nel maggio 2018 a
Barcellona Pozzo di Gotto, il Giudice per le Indagini Preliminari di Patti ha trasmesso per
competenza gli atti all’Ufficio G.I.P. della città del Longano competente per tale reato che, con il provvedimento eseguito quest’oggi, ha confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari già applicata a Calabrese.
In particolare Calabrese è accusato di una cessione di 50 grammi di marijuana ad un giovane
pattese. Inoltre, poiché l’acquirente non aveva corrisposto interamente il prezzo della sostanza stupefacente ricevuta, l’indagato, accompagnato da due correi, si era recato presso l’abitazione del ragazzo minacciandolo pesantemente per ottenere il pagamento dello stupefacente.
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