Nel 2018, il 14,5% dei giovani tra 18 e 24 anni non ha conseguito il diploma. Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di studenti che non raggiungono un livello sufficiente sale al 41,9% per le competenze in italiano e al 53,5%per quelle in matematica.
Roma, 19 dicembre 2019 L’Istat presenta la settima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile 2019 (Bes). Il Rapporto offre una lettura del benessere nelle sue diverse dimensioni, ponendo particolare attenzione agli aspetti territoriali. Gli indicatori del Bes, in tutto 130, sono articolati in 12 domini: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.
In questa edizione del Rapporto si è rafforzato l’approccio analitico utilizzato per misurare l’evoluzione dei diversi domini del benessere, attraverso la valutazione complessiva delle variazioni registrate tra gli indicatori per ripartizioneterritoriale sia rispetto all’anno precedente sia rispetto al 2010.
Anche quest’anno vengono presentati due approfondimenti, con l’obiettivo di fornire un contributo alla lettura trasversale degli aspetti legati al benessere. Il primo propone un’analisi del benessere dei giovani che consente di identificare il gruppo di giovani più vulnerabili in quanto deprivati in più dimensioni del benessere.Il secondo esamina le determinanti del benessere soggettivo considerando anche l’impatto del reddito familiare disponibile equivalente sulla soddisfazione per la propria vita.
• Nell’ultimo anno, gli indicatori del dominio Istruzione e formazione mostrano una generalizzata tendenza al miglioramento, tuttavia i livelli raggiunti in Italia sono inferiori a quelli della media europea.
• Tutti gli indicatori relativi al livello di istruzione raggiunto dalla popolazione hanno un andamento positivo. Nel 2018 si riduce la quota di giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano (Neet) (23,4%,-0,7 punti percentuali rispetto al 2017) mentre aumenta la quota di persone con esperienze di partecipazione culturale (27,9%, +0,8 punti percentuali sull’anno precedente) e di formazione continua (8,1%, +0,2 punti percentuali rispetto al 2017).
• Permane la criticità dell’abbandono scolastico precoce, con significative differenze regionali e per genere. Nel 2018, il 14,5% dei giovani tra 18 e 24 anni non ha conseguito il diploma di scuola superiore di secondo grado e non frequenta corsi di studio o formazione (13,8% nel 2016).
• Nel corso dell’anno scolastico 2018/2019, la quota di ragazzi che frequentano il secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado e non raggiungono la sufficienza (low performer) nelle competenze è del 30,4% per l’italiano e del 37,8% per la matematica. Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di studenti che non raggiungono un livello sufficiente sale al 41,9% per le competenze in italiano e al 53,5%per quelle in matematica.
• Il livello di istruzione, insieme alla condizione occupazionale ed economica, è direttamente legato alla possibilità di rimanere attivi e di essere inseriti pienamente nella vita culturale e sociale di una comunità. Tra coloro che hanno conseguito un titolo di studio elevato, infatti, si rileva una percentuale doppia rispetto alla media italiana di partecipazione alla formazione continua a tutte le età, una partecipazione alle attività culturali più frequente e anche competenze digitali più avanzate.
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