Sammartino: sospeso dai pubblici uffici il vicepresidente della Regione Siciliana, voto di scambio

Sicilia, VicePresidente sospeso dai pubblici uffici per corruzione. Caso Sammartino. Di Paola (M5S): “Risultati elettorali eclatanti potrebbero essere frutto di corruttela”.  Sospensione vicepresidente Regione, M5S Ars: “Questione morale fondamentale, Schifani batta un colpo sulla vergognosa deriva della politica”.  Antoci: "Quadro agghiacciante. La classe politica siciliana deve autoriformarsi".  Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione "isole" al parlamento europeo col Movimento 5 Stelle.    Palermo, 17/04/2024 -  Sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno il vice presidente della Regione, assessore regionale all'Agricoltura   Luca Sammartino,  indagato per corruzione.  Il provvedimento è stato emesso nell'ambito di indagini del nucleo investigativo dei Carabinieri del comando provinciale di Catania.  Sammartino ha prontamente risposto a quanto gli viene addebitato:  " Ho scritto una nota al presidente della Regione Siciliana, Renato Sch

ANTOCI. IENE. FAVA "NON SARÀ LA LORO OPERAZIONE A DISTOGLIERE ATTENZIONE DELLA COMMISSIONE"

Antimafia - Iene. Fava "Non sarà la loro operazione a distogliere attenzione della Commissione"

Palermo, 21 febb 2020 - "Non sarà questa operazione de Le Iene" sul caso Antoci, istruttiva
soprattutto per ciò che tace e omette (sulla relazione, sugli 84 minuti di intervista al sottoscritto, sui fatti ricostruiti, sui documenti acquisiti) che distoglierà la Commissione antimafia dell'Ars dal suo compito istituzionale: cercare e pretendere la verità, qualunque essa sia." Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale contro la mafia e la
corruzione Claudio Fava.

Nota del presidente della Commissione antimafia dell’Ars Claudio Fava

“Domenica sera a Comiso sono stato avvicinato in un albergo da un giornalista delle
‘Iene’ che mi ha proposto un’intervista sul caso Antoci. Intervista che ho concesso di
buon grado (pur non essendo mai stato avvertito della loro visita)
Ma la sedicente “intervista” si è rivelata subito essere altro: 84 minuti di mobbing
violento nelle forme, falso nei contenuti, minaccioso nei toni.
Nella forma si è trattato di una calunniosa aggressione che non prevedeva alcuna
domanda ma solo provocazioni (“Avete dato al miccia ai mafiosi…”, “avete messo in
bocca ai testimoni…”, “avete masciariato…”, “avete scritto solo stronzate…”).
Nella sostanza, l’operazione appare come un’autentica intimidazione, un avvertimento
a non occuparci più di questa vicenda.
Il file audio dell’aggressione, che per scrupolo e previdenza avevo ritenuto di
registrare, oltre ad essere messo questa mattina nella disponibilità della stampa e delle
agenzie, è stato trasmesso alla Procura di Ragusa e alla DDA di Catania per le loro
opportune valutazioni.

“Una imbarazzante quantità di falsità dette dal giornalista de Le Iene durante un’intervista che mirava a screditare l’intero lavoro della Commissione antimafia sull’attentato al dottor Antoci."
Lo dichiarano i deputati della Commissione regionale antimafia dell'ARS, in merito al servizio della trasmissione televisiva sulla relazione dello scorso anno sull’attentato subito dall’allora presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci la notte tra il 17 e il 18 maggio 2016.
Per i componenti della Commissione, "non c'era alcuna intenzione giornalistica, come si può evincere dalle affermazioni che abbiamo ascoltato e qui riportiamo, su cui ognuno potrà trarre le proprie conclusioni."

Per il Presidente Claudio Fava, "tutto questo rappresenta un atto di una gravità istituzionale irreparabile nei confronti della Commissione, con le provocazioni, le ingiurie, le calunnie portate avanti per 84 minuti di aggressione”.

Le “domande” dell’intervistatore
(tra menzogne, insinuazioni e calunnie)

1. “Vi siete permessi di inquisire l’operato di uomini dello Stato!” (25’.15”, file 2)
Senza commenti.
2. “Voi avete dato la miccia a tutti i mafiosi dei Nebrodi”. (44’.34”, file 2)
Senza commenti.
3. “Avete riportato solo stronzate in questa relazione” (32’.23”, file 2)
Senza commenti

4. “Ad un certo punto riuscite a dire e a far dire a qualcuno che Antoci” (44’.47”, file 2)
CALUNNIOSO. Si accusa la commissione antimafia di aver manipolato le audizioni
“facendo dire”

5. “Intanto noi mascariamo poi… Chi si mascaria? Antoci!” (42’.31”, file 2)
La commissione antimafia non “mascaria”. Tanto meno Antoci. Indicato nella
relazione come vittima qualunque sia verità di quella notte: “Bersaglio della mafia
nelle prime due ipotesi, strumento inconsapevole di una messa in scena nella terza”
(pag.143)

6. “Nella relazione ci sono un sacco di castronerie… non lo dico io … lo dice il capo
della polizia Gabrielli …che dice che nostro paese bisogna difendersi non solo
dalla mafia ma da fantastici mascariatori…” (39’.34”, file 2)
Falso. Le dichiarazioni del dott. Gabrielli sono del 7 febbraio 2019 e non hanno
nulla a che fare con la relazione della Commissione Antimafia, approvata il 2
ottobre 2019.

7. “Non è presente sulla vostra relazione nessuna delle frasi dell’archiviazione,
non c’è una minima presenza (12’.48”, file 2)
Falso. Esiste un paragrafo intitolato “La modalità mafiosa dell’agguato” in cui si
riportano testualmente e per esteso le conclusioni del Gip (pag. 17 e nota 21).

8. “Che interesse aveva lei a far capire? Perché non lo lasciava fare ai magistrati?
Qual è il suo interesse nel far capire se è una messa in scena oppure no?” (9’.13”,
file 1)
L’interesse della Commissione e del suo Presidente, con buona pace della
formulazione calunniosa di questa domanda, è specificato nell’introduzione della
Relazione: “E’ stato questo, e solo questo, lo spirito della nostra indagine. Certamente
non celebrativa nei toni, ma urgente, rigorosa e necessaria per il rispetto dovuto, al di
sopra di ogni altro bene, alla verità Qualunque essa sia”.

9. “Lei parla di messa in scena…”. (00’.27”, file 1)
FALSO. La relazione, nelle conclusioni, afferma che “delle tre ipotesi formulate il
fallito attentato mafioso con intenzioni stragiste appare la meno plausibile”.
(pag.143)

10. “Al minuto 49 e 48 della conferenza stampa il consulente Di Marco dice che è
strano che Granata e Manganaro non hanno visto i lampi di fuoco…
stranissimo…” (20’.44”, file 2)
VERO. La relazione riporta le dichiarazioni di Manganaro e di Granata, rese
dinnanzi all’A.G. (pagg.118-120), che dicono di non aver visto i lampi del fucile.

11. “Perché se in una relazione, con tanto di conferenza stampa, si dice che non ci
sono state telefonate e noi gliele abbiamo fatte sentire queste telefonate, ma
come si fa? Si gioca con la vita delle persone? Ma lei lo sa cosa ha subito Antoci
dopo questo?” (11’.50”, file 1)
“Voi avete il coraggio di dire che non ci sono le telefonate” (25’.36”, file 2)
FALSO. La relazione riporta testualmente le dichiarazioni del vicequestore
Manganaro che parla di “miliardi di telefonate” (pag.74). Riporta l’interrogatorio
dell’assistente Granata che al PM dice di non aver fatto alcuna telefonata (pag.75).
Riporta le dichiarazioni dell’assistente Proto che dice di aver fatto una sola
telefonata ad un collega (pag.76)

12. “Ma perché non si concentra sul fatto che quella sera c’erano spostamenti di
persone strane che spaventano tutte le persone?” (13’.45”, file 1)
FALSO. La relazione riporta tutte le dichiarazioni degli auditi (Manganaro, Antoci,
Santostefano, Proto, Calì) in cui si parla di presenze sospette in ben due capitoli, “Le
tensioni durante la cena” (pagg.41-47) e “Le vedette mafiose (pagg.47-54)

13. “Perché lei ha fatto questo per politica, attaccare Antoci, perché l’ha fatto?”
(15’.33”, file 1)
La relazione (che non “attacca” Antoci ma lo considera, semmai, vittima in ciascuna
delle tre ipotesi - pag.147) è stata approvata all’unanimità con il voto favorevole dei
rappresentanti di tutte le forze politiche presenti nell’Ars. Né “attacchi” né
“politica”.

14. “Messina non è venuta neanche…” (50’.10”, file 2)
Falso. La Commissione Antimafia si è recata a Messina ed ha ascoltato il
procuratore Maurizio De Lucia, il Procuratore Aggiunto Vito Di Giorgio e il
Procuratore Generale Vincenzo Barbaro (pag.3)

15. “Ad un certo punto c’è una deposizione del sindaco sul fatto che interviene
Lumia per fargli dire che era un attentato mafioso”. (43’.09”, file 2)
VERO. L’episodio è riferito dal sindaco Calì in audizione.

16. “Perché non sono stati dati ad Antoci tutti i resoconti integrali di alcune
audizioni?” (45’.40”, file 2)
FALSO. Sono stati dati al dottor Antoci i resoconti integrali delle audizioni
ostensibili, quelle non coperte da segreto o non acquisite dall’A.G.

17. “Lei dice che le indagini sono state affidate al solo commissariato di Sant’Agata
di Militello e alla Squadra mobile di Messina… Su questo caso hanno lavorato
SCO, DDA, tutti quanti... è una fake news quella che avete dato…” (5’.17”, file 2)
Nessuna fake. Lo conferma in audizione alla Commissione l’allora capo della
squadra mobile di Messina Anzalone: “Fu una codelega. Ricordo che fu oggetto di
discussione la partecipazione o meno del personale del commissariato, compreso il
dirigente, alle indagini…”. Sull’opportunita di codelegare le indagini anche al
commissariato di S.Agata di Militello, in audizione l’ex questore di Messina
Cucchiara risponde CUCCHIARA: “Presidente, è una domanda che andrebbe posta
all’autorità giudiziaria, mi mette in difficoltà con questa domanda…”. PRESIDENTE:
“Le chiedo allora se le è capitato in altri casi”. CUCCHIARA: “Raramente. Forse mai.”
(pagg.85-86)

18. “I vostri dubbi nelle conclusioni sono gli stessi degli esposti anonimi”(10’.13” file 2)
FALSO. Come recita la relazione nell’introduzione “Nessun anonimo, ovviamente, è
stato preso in alcuna considerazione, mai letto né acquisito”.


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