1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

«Mamma, non mamma», lacrime dolci da seccare e giovani dolori

08/02/2020 - "Avrai una donna acerba e un giovane dolore"…, canta Claudio Baglioni. "Avrai, avrai, avrai la stessa mia triste speranza e sentirai di non avere amato mai abbastanza, se amore, amore, amore avrai". La vicenda è finita sui giornali nei primi giorni di febbraio 2019. A Carmagnola, in provincia di Torino, un bimbo di soli 8 anni è stato trovato abbandonato per strada. Camminava da solo al buio, ai bordi di una strada di campagna, rischiando di essere travolto da qualche automobile di passaggio.
Nato nel 2010 da genitori bosniaci, Marco aveva vissuto ramingo, affidato (forse) alla nonna paterna, senza avere mai frequentato la scuola. Del padre pare non se ne sappia più (quasi) niente. La madre - invece rintracciata dalle forze dell’ordine, si sarebbe rifiutata di riprendere con sé il figlioletto, dicendo: «Se ne devono occupare i nonni paterni, noi qui non lo vogliamo». Addirittura si sarebbe rivolta a un contadino chiedendogli di riportare il piccolo dalla nonna paterna, quella che Marco chiama «la mamma buona».

MARCO E LA «MAMMA BUONA»


Marco è un bimbo abbandonato
e sul fare della sera
una donna l’ha notato
su una strada mulattiera.

Solo, al buio e senza meta,
su una strada di campagna,
non si sa chi l’ha lasciato
e nessuno lo accompagna. 

Sa parlare in italiano,
non sa scrivere il suo nome,
forse arriva da lontano,
ma nessuno lo sa come.

«Ho due mamme, - ha confessato -
una buona, l’altra ostile,
lei perciò mi ha abbandonato
e ho dormito in un fienile». (continua>>>)
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«MAMMA, NON MAMMA»
di Mimmo Mòllica
Filastrocche di bimbi con lacrime dolci da seccare (una donna acerba e un giovane dolore)
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