Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Caso Mori: "Vaccarino collaborava con il Sisde e Grasso ne era a conoscenza"

Giuseppe Ciminnisi, Coordinatore Nazionale Familiari di Vittime Innocenti di mafia “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”. Caso Mori: Vaccarino collaborava con il Sisde e Grasso ne era a conoscenza – Familiari Vittime di mafia: Vogliamo la verità

20 aprile 2020 - “Non possiamo restare indifferenti dinanzi quanto dichiarato dal Generale Mario Mori nel corso del processo che vede imputato l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, in merito alla collaborazione di quest’ultimo con il Sisde”. A dichiararlo è Giuseppe Ciminnisi, coordinatore nazionale dei Familiari di vittime innocenti di mafia, dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”.
“Mori, nel corso dell’udienza tenutasi a Marsala il 16 aprile, ha raccontato di come Vaccarino con lo pseudonimo di Svetonio, intrattenne con Matteo Messina Denaro un rapporto epistolare per conto del Sisde, al fine di arrivare alla cattura del boss latitante. Un rapporto del quale già dal 2004 sarebbe stato informato l’allora Procuratore di Palermo Pietro Grasso. Anche dopo il trasferimento del magistrato alla Direzione Nazionale Antimafia, Grasso avrebbe continuato a ricevere le informazioni, assicurando al Generale Mori che le stesse sarebbero state trasferite ai magistrati della Procura di Palermo. Appare dunque incomprensibile – continua Ciminnisi – come Vaccarino nel 2006, proprio per quel rapporto epistolare con il boss, sia stato indagato. Un’indagine conclusasi con l’archiviazione sollecitata da diversi magistrati della Procura di Palermo.

Di recente, troppe ombre si sono allungate su alcune indagini. A partire dalla presunta “Trattativa Stato-mafia” che per anni ha tenuto banco sulle prime pagine dei giornali, a quelle sottaciute o insabbiate, come il dossier “mafia-appalti” (affidato da Giovanni Falcone alle indagini di Mori e De Donno) che tanto a cuore stava pure a Paolo Borsellino, il quale dopo la morte di Falcone, e dopo aver chiesto a De Donno e Mori se fossero disposti a condurre nuovamente quell’indagine, più volte ne chiese invano l’assegnazione, salvo poi vedersela assegnata lo stesso giorno in cui venne ucciso e archiviata immediatamente dopo. Troppi silenzi, troppe stranezze.

Noi Familiari di Vittime di mafia – prosegue Giuseppe Ciminnisi – chiediamo oggi allo Stato che si faccia piena luce su questi fatti. Non si può infatti accettare che nonostante Mori già nel 2011 avesse rilasciato analoghe dichiarazioni nel corso di un’intervista, nessuno abbia sentito il dovere di andare a fondo in questa vicenda.

Pietro Grasso era stato avvisato dell’operazione che vedeva l’ex sindaco di Castelvetrano nel ruolo di infiltrato per conto del Sisde? Grasso, aveva avvisato i colleghi? Perché venne avviata un’indagine se i magistrati di Palermo erano a conoscenza della collaborazione di Vaccarino con il Sisde? Chi portò a conoscenza della stampa il ruolo di Vaccarino? Non si tratta di una questione di lana caprina, visto che Mori ha dichiarato come l’aver reso di pubblico dominio il ruolo di Vaccarino con il Sisde, avrebbe di fatto mandato in fumo la possibilità di catturare Matteo Messina Denaro.

Noi Familiari di Vittime di mafia, così come tutta l’opinione pubblica – conclude Ciminnisi - abbiamo il diritto di sapere. Le Istituzioni, se ancora vogliamo farci vanto di vivere in uno Stato di diritto, hanno il dovere di darci le risposte.

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