Stretto di Messina: filmato squalo bianco di tre metri vicino alla spiaggia

Reggio Calabria, filmato squalo bianco femmina di oltre tre metri a pochi metri dalla spiaggia. Due pescatori diportisti hanno ripreso l'esemplare dalla loro barca 29/04/2024 - Lo Stretto di Messina è un habitat ideale per la riproduzione degli squali. E con l’avvicinarsi della stagione estiva è tempo di bagni. E per i più fortunati l'occasione di tuffarsi in mare è quanto mai vicina. Ma la recondita paura di vedersi galleggiare intorno una pinna a filo dell'acqua a volte riaffiora, è proprio il caso di dirlo, un pochino nella testa di tutti noi. Stavolta è accaduto davvero vicino la riva di Reggio Calabria, più precisamente nelle acque di fronte la località Pentimele, nella periferia Nord di Reggio, il 24 aprile 2024.   «Questo è uno squalo bianco», dicono meravigliati i pescatori mentre osservano ciò che accade dinanzi la loro barca”. Nelle immagini registrate si vede il pescecane girare nelle vicinanze della barca, forse a causa delle esche gettate in acqua, per poi ripr

Costruttori Edili Siciliani: il Governo torni indietro, prima che sia troppo tardi

DAL GOVERNO NAZIONALE COLPO MORTALE ALLE IMPRESE SICILIANE DANNO DA OLTRE 1 MILIARDO. Collegio Regionale Costruttori Edili Siciliani

Palermo, 26 giugno 2020 – Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha dichiarato al Consiglio generale dell’Ance che prorogare lo split payment è ingiusto perché rappresenta un doppio svantaggio per le imprese
e, quindi, è giusto abolirlo, specialmente a seguito dell’introduzione della fatturazione elettronica. E il capo politico del M5S, Vito Crimi, ha condiviso le preoccupazioni dell’Ance. Ma allora, perché il governo non torna subito
indietro, prima che sia troppo tardi?
Scopriamo, infatti, che il partito anti-imprese che sta condizionando le scelte del governo del Paese sta cercando di assestare un colpo basso che
potrebbe rivelarsi mortale per il sistema economico, soprattutto quello siciliano che è il più debole di tutti.

Ben prima del “lockdown” e, quindi, senza alcuna reale necessità o
emergenza, il governo nazionale, di nascosto come fanno i “carbonari”, ha
chiesto alla Commissione europea di autorizzare la proroga dello split
payment, nonostante l’Agenzia delle Entrate abbia dimostrato con un
Rapporto specifico che i risultati della fatturazione elettronica nella lotta
all’evasione dell’Iva rendano ormai assolutamente inutile questo meccanismo
che doveva essere a tempo, che doveva scadere lunedì prossimo e che si
traduce, solo in Sicilia, in uno “scippo” annuo alle imprese di circa 250 milioni
di euro, che si aggiungono ai tardati pagamenti della P.a. alle imprese per
circa 800 milioni.

Ciò che è peggio è che, nella richiesta fraudolenta inviata a Bruxelles, il
governo abbia spudoratamente sostenuto che i rimborsi statali dell’Iva alle
imprese avvengono entro 74 giorni quando in realtà la stessa Commissione
europea ha certificato che la media in Italia è di 63 settimane di ritardo, cioè
440 giorni. In più, il governo nazionale, se da un lato trattiene l’Iva dovuta alle
imprese, dall’altro lato rinvia a settembre il pagamento dell’Iva che solo i terzi
devono alle stesse aziende. Ciò significa che ogni attività è costretta a
indebitarsi per coprire questo “scippo di Stato” e a pagare magari pure il
consulente che deve obbligatoriamente certificare il credito Iva che poi
eventualmente incasserà dopo più di un anno.
Dunque, il partito anti-imprese che sta condizionando il governo nazionale ha
trasformato l’Iva da partita di giro a nuova tassa che, in questo momento di
gravissima mancanza di liquidità, porterà una buona parte delle imprese
siciliane a chiudere battenti entro settembre.

L’Ance Sicilia è al fianco dell’Ance nazionale che si batterà a Bruxelles per
smascherare la manovra del governo nazionale, invita tutti i partiti che fanno
parte della maggioranza ad essere coerenti con la loro dichiarata volontà di
aiutare le imprese a ripartire, e chiede al governo regionale di inserire questo
tema nel negoziato sui rapporti finanziari con lo Stato, immaginando forme di
compensazione dei danni che questo ingiustificato prelievo sta provocando
con un’unica certezza: non individua e punisce i pochi che non pagano l’Iva e
colpisce le tante imprese che correttamente lo fanno da sempre.

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