Plastica, per saturazione degli stoccaggi rischiano di saltare raccolta differenziata e riciclo

PLASTICA, RISCHIO STOP ALLA DIFFERENZIATA IN SICILIA: ANTOCI PORTA IL CASO A BRUXELLES E CIMINNISI INTERROGA IL GOVERNO REGIONALE.  Antoci: “Basta scaricare sui Comuni e sui cittadini, serve una filiera nazionale che funzioni”.  Cimminisi: “Senza interventi immediati, la raccolta differenziata si blocca: la Regione dica cosa sta facendo”. Bruxelles, 1 dicembre 2025 - In Sicilia alcuni impianti di selezione avrebbero ridotto o sospeso il ritiro degli imballaggi in plastica per saturazione degli stoccaggi e per l’alto costo della plastica riciclata rispetto a quella vergine. Per far fronte a questa emergenza, in diverse aree si moltiplicano le ordinanze comunali che starebbero limitando la raccolta. Il quadro si inserisce in una criticità più ampia, segnata dalla disomogeneità della rete impiantistica tra Nord e Sud del Paese, dai trasferimenti verso altre regioni e dai maggiori costi per gli enti locali. Per questo l’eurodeputato Giuseppe Antoci ha depositato un’interrogazione ...

Scarcerazioni boss Covid: torna in carcere Gino Bontempo dopo 'Non è l'Arena'

La DDA di Messina ha chiesto ed ottenuto l’inasprimento della misura cautelare per Bontempo Gino arrestato a seguito dell'operazione "Nebrodi" del 15 gennaio che ha portato in cella 94 soggetti e 151 aziende sequestrate per mafia.
 

 Messina, 1 ottobre 2020 – L'operazione “Nebrodi” della DDA di Messina, con a capo il Procuratore Maurizio De Lucia, fra le più importanti eseguite in Sicilia, ha coinvolto tanti soggetti già pregiudicati per mafia e fra loro proprio Bontempo Gino considerato, nell'ordinanza, un vero padrino e definito come “Don Vito Corleone”. Bontempo Gino, nel mese di maggio durante la pandemia Covid19, venne poi posto ai domiciliari per ragioni di salute e per tutto ciò era partito un duro attacco da parte dell'ex Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, oggi Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto e scampato ad un attentato mafioso nel 2016, che ne chiedeva il ritorno in carcere. Adesso basta – aveva detto Antoci - occorre rivedere il provvedimento di scarcerazione. È un segnale devastante la sua permanenza a Tortorici. Lo Stato non può permettersi un tale sfregio a coloro che per anni hanno patito le vessazioni dei gruppi mafiosi. Occorre agire subito con la revisione dell’ordinanza". Intanto anche Giletti si occupa di Bontempo Gino prima citandolo in trasmissione tra i soggetti scarcerati e, nei giorni scorsi, inviando una troupe che va a trovarlo a casa. “Bontempo viene intervistato da Danilo Lupo, coraggioso giornalista della trasmissione “Non è l’Arena”, che trova Bontempo comodamente seduto fuori casa con il telefonino nelle mani e con aria serena e tranquilla. Una chiara violazione degli obblighi imposti dal Giudice. Una scena devastante per la credibilità dello Stato, occorreva necessariamente intervenire” – dichiara Antoci. Antoci, ha ancora vive le parole pronunciate da alcuni militanti delle famiglie mafiose vicine ai Batanesi, di cui Bontempo Gino risulta nell’ordinanza chiaramente affiliato. I soggetti, come si evinceva da un’annotazione dei ROS, dicevano: "Ci vogliono 5 colpi per farla finita con Antoci". “Il mio grazie alla DDA di Messina e al Gip che, attraverso la riattivazione della custodia cautelare in carcere, hanno dato un grande segnale di rispetto nei confronti della tanta gente per bene che crede nelle Istituzioni, nella Legalità e nella Giustizia. Il mio grazie va anche a Massimo Giletti – continua Antoci - che attraverso la sua trasmissione ha consentito, in questi mesi, di far luce su vicende legate a scarcerazioni imbarazzanti ed ingiuste. Questo lavoro ha attirato su di lui l’ira dei mafiosi ed imposto alle Autorità di porlo sotto tutela. Anche questa è un’ingiustizia, mi auguro che presto Giletti possa tornare un uomo e un giornalista libero “– conclude Antoci.

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