Erogazione di acqua minima nella provincia di Enna, massima ad Aosta. Perdite totali in distribuzione pari ad almeno il 55% del volume immesso in rete si riscontrano in 10 province che, ad eccezione della provincia di La Spezia, sono localizzate nel Centro e nel Mezzogiorno (Pescara, Ragusa, Oristano, Benevento, Avellino, L'Aquila, Chieti, Latina e Frosinone).
Le perdite totali di rete presentano il valore minimo nella città metropolitana di Milano (18,7%). Una
buona situazione infrastrutturale, con perdite inferiori al 25%, si riscontra anche in altre cinque
province: Aosta (22,1%), Ravenna (23,7%), Pavia (24,5%), Fermo (24,9%) e Biella (24,9%).
Tra le 14 città metropolitane, che nel complesso registrano dispersioni pari al 39,2%, i valori più bassi
(ma pur sempre rilevanti) si riscontrano a Bologna (28,3%), Torino (32,6%), Venezia (36,7%) e
Genova (38,0%) (Figura 7).
Valori dell’indicatore sensibilmente più alti, ma ancora lontani da quelli massimi, si hanno nelle città
metropolitane di Napoli (41,5%) e Firenze (43,4%). Le situazioni più critiche per l’infrastruttura idrica,
con dispersioni superiori al 45%, si riscontrano nelle città metropolitane di Roma (45,1%), Palermo
(45,7%), Reggio Calabria (46,6%), Messina (46,6%), Cagliari (48,4%), Bari (51,2%) e Catania
(54,7%).
22/03/2021 - Nel 2018 sono erogati complessivamente 4,7 miliardi di metri cubi di acqua per usi autorizzati dai
gestori del servizio idrico. La distribuzione sul territorio è differenziata in base a diversi elementi:
aspetti infrastrutturali, vocazione attrattiva del territorio (per turismo, lavoro, salute), struttura
demografica, dinamiche socio-economiche. L’erogazione giornaliera pro capite ammonta a 215 litri a
livello nazionale con forti differenze sul territorio: dal valore minimo di 118 litri per abitante al giorno
nella provincia di Enna a quello massimo di 446 nella provincia di Aosta (differenziale di oltre trecento
litri tra le due aree).
Nelle province di Caltanissetta, Frosinone, Arezzo e Agrigento sono distribuiti i volumi più bassi, con
un’erogazione giornaliera inferiore ai 130 litri per abitante.
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’ONU e celebrata ogni anno il 22 marzo, l’Istat fornisce un focus tematico annuale multi-fonte che propone i risultati provenienti da diverse indagini, elaborazioni e analisi, offrendo una lettura integrata del fenomeno con riferimento agli aspetti legati sia al territorio sia alla popolazione.
Le province di Trento e Sondrio e la città
metropolitana di Milano (rispettivamente con 340, 336 e 321 litri giornalieri pro capite), si posizionano,
dopo Aosta, tra le aree con i maggiori volumi erogati. Soprattutto nelle aree montane, la diffusione dei
fontanili, può dar luogo a erogazioni significative e spiega i valori più alti dei volumi pro capite.
Nelle 14 città metropolitane, dove risiede oltre il 36% della popolazione e si concentra il 38% del
volume movimentato in distribuzione, l’erogazione giornaliera supera il dato nazionale di 15 litri
raggiungendo nel complesso i 230 litri per abitante. Tra le città metropolitane, anche Venezia
presenta un valore piuttosto alto (273 litri per abitante al giorno). Bari e Palermo presentano i valori
minimi (rispettivamente 154 e 168 litri per abitante al giorno).
Perdite idriche in distribuzione in costante aumento.
Nel 2018, per garantire il livello di consumo, sono immessi in rete 8,2 miliardi di metri cubi, a fronte
dei 4,7 erogati per usi autorizzati. La percentuale di perdite idriche totali della rete nazionale di
distribuzione dell’acqua potabile è del 42,0%: ogni 100 litri immessi nel sistema, ben 42 non sono
consegnati agli utenti finali. Per le cattive condizioni dell’infrastruttura idrica si disperdono 3,4 miliardi
di metri cubi: 156 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo giornaliero pro capite di 215 litri
(valore nazionale), le perdite potrebbero garantire le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone in
un anno.
Circa una provincia/città metropolitana su due ha perdite idriche totali in distribuzione superiori al dato
nazionale.
Nelle perdite idriche, le differenze territoriali e infrastrutturali ripropongono la consolidata
geografia di un gradiente Nord-Sud, con le situazioni più critiche concentrate nelle aree del Centro e
del Mezzogiorno. Il 96% circa della popolazione residente nelle Isole abita in province con perdite pari
ad almeno il 45% contro il 4% del Nord-ovest (Figura 6).
In serie storica, a fronte del leggero aumento delle perdite nazionali nel 2018 (41,4% nel 2015) che
conferma il trend in costante crescita dal 2008, l’andamento provinciale risulta piuttosto variegato. Più
di 4 province su 10 hanno subito un peggioramento delle perdite idriche totali in distribuzione.
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Fonte: Istat nella Giornata mondiale dell’acqua
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