Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

Anziani. Alla ricerca dei più bisognosi

L'Istat illustra la distribuzione dei 6,9 milioni di over 75 attraverso le 5 classi che rappresentano un intero spettro di condizioni combinate fra loro: dall’assenza di problemi motori, di capacità funzionali e di comorbilità, fino alla massima espressione della compromissione grave di autonomia, con incremento del bisogno passando dal primo al quinto gruppo. 

 07/06/2021 - È stato definito gruppo target la sottopopolazione che raggruppa le categorie 4 e 5, per un totale di oltre 2,7 milioni di anziani, caratterizzati da problemi motori, presenza di comorbilità e severe o moderate compromissioni dell’autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane di cura e strumentali. È interessante osservare che si tratta di una popolazione che esprime una forte domanda sanitaria: l’80% soffre di almeno 3 patologie croniche, ancora un 80% ha gravi limitazioni motorie e almeno un terzo presenta severe compromissioni delle attività di cura personale e/o strumentali della vita quotidiana. A partire da questo gruppo target di 2,7 milioni di over 75, è stata selezionata una sottopopolazione caratterizzata da assenza o insufficienza di aiuto, secondo quanto già descritto (presenza di aiuti da familiari, o da privati a titolo gratuito o a pagamento, o anche tramite qualsiasi tipo di assistenza domiciliare). Si è provveduto, inoltre, a qualificare questa fascia anche in base alla tipologia di conviventi e del reddito. 

L’intero collettivo di anziani di 75 anni e oltre, che non ricevono aiuto oppure che hanno un aiuto ritenuto insufficiente ma che dichiarano di averne bisogno, è stato stratificato nella Figura 3 secondo i quinti di reddito e la tipologia familiare. Complessivamente, circa 1,3 milioni di over 75, su un totale di circa 6,9 milioni, pari al 18,8%, dichiarano di non ricevere aiuto adeguato in relazione ai bisogni della vita quotidiana e alle necessità di tutti i giorni. Più acutamente grave appare il bisogno di coloro che sono completamente soli, ben 638.913 individui, o che vivono con conviventi anziani (372.735), per un totale complessivo di oltre un milione di persone (14,7%), che vivono in abitazione da soli o molto spesso con un coniuge comunque anziano e percepiscono la mancanza di un adeguato supporto. Un ulteriore focus rivela la presenza di quasi 100mila (92.620) over 75 soli e collocati nella fascia di reddito più bassa (che al massimo raggiunge i 650 euro mensili) che divengono quasi 260mila individui quando si considerano anche quelli appartenenti al secondo quinto. 

Appare evidente che, per i circa 100mila anziani soli, poveri di risorse economiche e senza aiuto, occorra un intervento immediato sul piano dell’assistenza sociale, fatto salvo un ulteriore intervento sul versante sanitario. Si tratta di elementi preziosi per dimensionare e modulare gli interventi di assistenza domiciliare sociale, sanitaria o integrata, come sintetizzato nelle Figure successive. La Figura 4 analizza gli anziani “soli”, ovvero senza conviventi, senza aiuto o con aiuti insufficienti, considerando anche il livello di compromissione dell’autonomia, assente, moderata o severa (Cfr. Figura 1), riportata dagli intervistati.

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