“Soddisfazione per l’iscrizione del Cirneco dell’Etna nel registro che raccoglie le Eredità Immateriali della Sicilia”Palermo, 11/06/2021 - “Esprimo la mia più grande soddisfazione per essere giunti a iscrivere il Cirneco dell’Etna nel REIS, il registro che raccoglie le Eredità Immateriali della Sicilia accelerando così la candidatura del Cirneco a Patrimonio dell’UNESCO. Questo riconoscimento, oltre al merito degli amici che da tre anni lavorano con umiltà e dedizione alla realizzazione di quello che definiscono «un piccolo sogno», è un importante riconoscimento alla dignità della specie: dal più blasonato dei cani di razza all’ultimo dei meticci più sfortunati, che dobbiamo impegnarci, per quest’ultimi, a togliere dalla strada e a non relegare nei canili”.
Lo ha detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè alla notizia dell’iscrizione del Cirneco dell’Etna nel registro che raccoglie le Eredità Immateriali della Sicilia.
Secondo la
Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall’UNESCO il 17 ottobre 2003, le Eredità Immateriali (definite dall’UNESCO
Intangible Cultural Heritage) sono “l’insieme delle pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e tecniche –nella forma di strumenti, oggetti, artefatti e luoghi ad essi associati- che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono come parte del loro patrimonio culturale”.
Tali Eredità, più in particolare, riguardano le “tradizioni orali ed espressioni, compreso il linguaggio come veicolo del patrimonio culturale immateriale, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali e rituali, gli eventi festivi, le conoscenze e pratiche concernenti la natura e l’universo, i saperi legati all’artigianato tradizionale”. Le Eredità Immateriali si trasmettono oralmente di generazione in generazione e sono costantemente “ricreate” dalle comunità e dai gruppi in funzione dell’interazione tra il loro ambiente e la loro storia. Esse esprimono un senso di continuità storica e costituiscono un elemento essenziale dell’identità culturale di un territorio e della sua comunità.
Allo stesso tempo le Eredità Immateriali, per la loro natura effimera, sono particolarmente vulnerabili, anche in virtù delle emigrazioni e immigrazioni, degli esodi dalle aree rurali e della conseguente perdita delle tradizioni, dell’influenza dei mezzi di comunicazione di massa, della conformazione espressiva e della globalizzazione che agisce come forza di standardizzazione e appiattimento culturale.
L’UNESCO ha recentemente posto al centro delle sue attività istituzionali la tutela e la valorizzazione delle Eredità Immateriali dell’Umanità. In Italia, invece, non esistono ancora norme specifiche per la loro salvaguardia; era mancata sino ad oggi, infatti, una concreta forma di tutela o di valorizzazione delle Eredità Immateriali, il che determina un evidente ritardo rispetto alle politiche culturali internazionali e soprattutto agli orientamenti dell’UNESCO che, nella citata Convenzione del 17 ottobre 2003, ha previsto ed auspicato per le Eredità Immateriali non solo un’attività di promozione e organizzazione, ma anche misure di tutela e salvaguardia.
Per dare una risposta a tali considerazioni, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione ha provveduto a istituire, con il
D.A. n. 77 del 26 luglio 2005, il Registro delle Eredità Immateriali (REI) e il Programma Regionale delle Eredità Immateriali
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