Mafia, Aiello (Misto-Cd): Addolorata per scarcerazione Brusca. Difendere ergastolo ostativo. Aveva sciolto nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo (nella foto). Mai si era arrivati a tanto. La mafia ringrazia
01/06/2021 - «Sono addolorata per la scarcerazione di Giovanni Brusca, che rappresenta il volto più feroce e oscuro della mafia. Ma è una possibilità prevista dalle norme sui pentiti volute anche da Giovanni Falcone. Il vero pericolo è l’abolizione dell’ergastolo ostativo e i tentativi di chi vorrebbe mandare a casa anche i boss che non hanno mai collaborato». Lo dichiara Piera Aiello, deputata del gruppo Misto, testimone di giustizia sotto scorta e membro della commissione Antimafia a Montecitorio. «Dopo la decisione della Corte Costituzionale molti boss aspettano con ansia le modifiche alle norme che potrebbero permettere ad alcuni di loro di uscire anche senza essersi mai pentiti. La libertà di Brusca è un pugno nello stomaco, ma l’attacco diretto alla nostra normativa antimafia rischia di farci perdere l’arma più efficace che abbiamo: i pentiti. Indigniamoci per questo» conclude.
«L’uscita dal carcere, in libertà vigilata, di Giovanni Brusca colpisce le coscienze perché abbiamo nella nostra mente le immagini della strage di Capaci. Ma Brusca torna libero perché, secondo la giustizia, ha scontato la sua pena. È strano, ma è il percorso previsto dalla legge fortemente voluta dallo stesso Falcone che credeva nella forza dello Stato democratico quando applica le leggi e persegue la Costituzione». A dirlo è la senatrice del MoVimento 5 Stelle Grazia D’Angelo che aggiunge: «È fondamentale, adesso, mantenere alta la guardia sulla libertà vigilata ed agire in fretta per scongiurare il pericolo, originato della pronuncia della Corte costituzionale sul cosiddetto ergastolo ostativo, che molti boss mafiosi possano uscire dal carcere dopo un periodo di piena detenzione analogo a quello di Brusca, senza aver mai collaborato e senza aver mai dato alcun contributo all'accertamento della verità».
«In nome di tutte le vittime della mafia – conclude la D’Angelo - abbiamo l'urgenza di riaffermare l'intransigenza dello Stato verso chi ha distrutto la speranza, la coesione sociale e la serenità di tante comunità di cittadini onesti».
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