Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Malati anziani: il titolo di studio danneggia gli uomini, in particolare se residenti al Sud e nelle Isole

Si accentuano le disuguaglianze sociali per gli anziani con ridotta autonomia. Utilizzando come indicatori di status socio-economico il livello di istruzione e il reddito, si conferma per la popolazione anziana il noto svantaggio delle persone con bassi livelli di reddito e di istruzione nelle condizioni di salute e nelle possibilità di accesso alle cure. 

14/07/2021 - L’intensità delle disuguaglianze sociali nella salute è però più elevata se valutata mediante il livello di istruzione vi rispetto al reddito. In particolare, tra gli over65 che hanno al massimo la licenza elementare, la quota di anziani con gravi difficoltà nelle attività di cura della persona è circa tre volte più elevata di quella osservata tra i coetanei con un diploma di scuola secondaria o un titolo di studio più elevato (11,2% e 3,4% negli uomini, 18,2% e 6,8% nelle donne); tale divario si è ampliato rispetto al 2015 tra gli uomini (9,8 contro 4,4%). Una parte di queste differenze è dovuta alla diversa struttura per titolo di studio nelle classi di età. Infatti, il divario dei tassi per livello di istruzione si riduce, in particolare fra le donne, considerando la classe di età 65-74 anni (3,4% contro 2,6%, rapporto pari a 1,3) e la classe 75 anni e più (25,1% contro 14,9%, rapporto pari a 1,7). 

I differenziali per titolo di studio sono simili nel territorio, sebbene al Nord le prevalenze siano più basse rispetto al Sud e alle Isole. Per le persone con gravi limitazioni motorie, sensoriali o cognitive si hanno prevalenze doppie tra gli anziani meno istruiti rispetto a quelle osservate tra gli anziani con alto titolo di studio (30,6% e 15,0% negli uomini, 42,0% e 19,7% nelle donne). Anche in questo caso le differenze per livello di istruzione si riducono leggermente all’interno delle classi di età con diseguaglianze in lieve aumento rispetto al 2015. Più contenuti i differenziali rispetto al reddito familiare: tra gli anziani con un reddito familiare nel primo o secondo quinto, la quota di quanti hanno gravi limitazioni funzionali è di circa 1,5 volte più elevata di quella rilevata tra i coetanei con un reddito familiare nel quinto di reddito più elevato. 

Disuguaglianze rispetto al livello di istruzione tra gli anziani si rilevano anche per la presenza di patologie croniche. Riferisce almeno una malattia cronica grave il 48,4% delle donne meno istruite contro il 30,9% delle più istruite. Il divario per titolo di studio per la multimorbilità è più elevato fra gli uomini (52,4% contro 38,1%), in particolare se residenti al Sud e nelle Isole (61,3% contro 39,0%). Tra gli indicatori relativi alle difficoltà di accesso ai servizi sanitari la rinuncia a servizi sanitari per motivi economici ovviamente è molto influenzata dal reddito familiare ed è tre volte più elevata per gli anziani a basso reddito (14,2% per gli uomini, 19,0% per le donne), rispetto ai coetanei ad alto reddito (4,7% per gli uomini, 7,1% per le donne). 

Il divario secondo il reddito è ancora più pronunciato tra gli anziani residenti al Nord per entrambi i generi: negli uomini la percentuale di over65 meno abbienti che hanno rinunciato a prestazioni sanitarie per motivi economici è pari all’8,8% (tasso standardizzato) e scende al 2,0% per i coetanei più abbienti; nelle donne i valori sono rispettivamente pari a 12,7% e 3,3%. Nel tempo tali disuguaglianze si sono ulteriormente ampliate.

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