Giovedì 12 agosto 2021, al teatro
antico di Tindari, la celebration della
Taberna Mylaensis. Dopo quarantacinque anni dai grandi successi di “ Fammi
Ristari ‘nto menzu di to brazza” e “ Populi e santi”, i due album che, dopo il
riconoscimento discografico della Rca,
hanno avuto il plauso internazionale grazie alla loro peculiarietà: esprimere
in note e parole l’identità siciliana.
Tindari (Me), 11/08/2021 - Il gruppo riproporrà il repertorio tra
il sacro e il profano, l’antico e il moderno che dal 1975 ha infranto la
grammatica linguistica e musicale, dando vita e luogo ad un’epoca, quella della
cosiddetta musica popolare. Da un’idea di Anna Ricciardi, direttore artistico
del Tindari Festival, un evento one off, unico ed eccezionale che lei stessa racconta: "E’ un viaggio suggestivo nel tempo attraverso canti, preghiere, riti,
storie e leggende che sono il substrato identitario. E’ come se questi brani
conservassero qualcosa di magico, magnetico, nascosto dentro ognuno di noi e
pronto a rivivere. Il mio intento è stato quello di restituire, di
riconsegnare, non solo ai vecchi fan ma anche alle nuove generazioni una storia
musicale, figlia della nostra terra, attraverso un concerto nel luogo ove si
dice sia nata la poesia bucolica. E’ un intento cristallino, forse folle, ma urgente proprio oggi che la memoria è commuoversi
nel sentire un’appartenenza. Memoria è ripartire
dalle macerie.”
Ad esibirsi per questo evento una formazione
d’eccezione esclusiva per il Tindari Festival, partendo da Alberto Cocuzza che ha
dato l'avvio alla storia musicale della Taberna con quel canto dei carcerati suggestivo
e intenso, la sua voce pregnante ha caratterizzato i due album. Luciano Maio, autore e
arrangiatore di gran parte delle musiche che incarna in modo sublime grazie al
suo modulo di cuntista, il mondo popolare di Buttitta. Tanino Lazzaro, il
primo vibrante fisarmonicista della Taberna
nonché autore negli anni 80/90, e Fabio Sodano, il flautista incantevole
che ha sviluppato la massima espressività popolare del gruppo negli stessi
anni. Insieme a loro Salvo Nigro che fece parte della formazione alla fine
degli anni settanta, e il giovane Marco Molino.
Il valore storico della Taberna
Mylaensis è duplice, la ricerca sul campo di canti appartenenti alla
tradizione popolare, specie nell’area peloritana, e loro rielaborazione creativa.
L’annuncio del concerto della Taberna Mylaensis è stato fatto congiuntamente
dai sindaci di Patti e Milazzo, a Palazzo D’Amico, lo scorso 22 luglio, nel
corso di una tavola rotonda dal titolo “ Le corde della memoria: la musica
popolare siciliana tra ricerca e palcoscenico”.
Durante il dibattito, gli
interventi del sindaco di Milazzo, Giuseppe Midili, del primo cittadino di
Patti, Mauro Aquino, dell’assessore al turismo sport e spettacolo del comune di
Patti, Cesare Messina, di Nino Testa in rappresentanza dell’assessorato dei
beni culturali e dell’identità siciliana, di Anna Ricciardi e di alcuni tra i
musicisti . A presiedere l’incontro, Sergio Bonazinga dell’università di
Palermo, che introdurrà il concerto giovedì prossimo al teatro di Tindari. Il
docente universitario ha manifestato a Palazzo D’Amico, il suo compiacimento
per l’evento che già si preannuncia vincente e partecipato :” E’ stato un vero
piacere dialogare con alcuni tra i musicisti protagonisti del folk music
revival siciliano degli anni 70, che hanno ricordato personali esperienze
musicali e di vita.
Percorsi diversi naturalmente, ma accomunati da elementi
costanti, quali l’ammirazione per le musiche internazionali, in particolare il
rock e il pop, e per la musica italiana dei cantautori e dei gruppi degli anni
sessanta, l’esperienza di ricerca e riproposta della musica popolare operata da
Roberto De Simone con la nuova compagnia di canto popolare. L’insieme di questi
riferimenti culturali e musicali hanno determinato in tutti, ad un certo
momento, una nuova consapevolezza del linguaggio della tradizione popolare
musicale, portando ad esiti declinati nella musica.”
Il
concerto della Taberna Mylaensis sarà impreziosito da un video curato da
Valentina Fleres insieme alle
elaborazioni di immagini grafiche di Marco Freni tratte dai repertori
fotografici delle collezioni demo- etno -antropologiche del museo della cultura
e musica popolare dei peloritani del villaggio Gesso- Messina, per gentile
concessione di Mario Sarica, curatore scientifico del museo.
Il 12 agosto al
teatro di Tindari l’appuntamento con gli appassionati di un genere, che volendo
definire è il “genere Taberna”, con
un’impronta fortemente popolare impressa dal repertorio, grazie ad una carica musicale
rigorosa e appassionata, commovente e fiabesca che regalerà emozioni intense e
nostalgiche. Tra melodie antiche, i canti di amori trasognanti, di duro lavoro,
di preghiere antiche e vecchie superstizioni, risorgeranno a nuova vita
regalando agli spettatori forza e speranza grazie ad una freschezza
interpretativa vigorosa e straordinaria.
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