Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

Francesco Verbaro: Regione Siciliana, “Cronaca di una morte annunciata”

 

Intervista al Presidente OIV Ministero dell’Economia e delle Finanze, dott. Francesco Verbaro. Occorre migliorare le competenze della PA regionale, assumere esperti “che sanno soprattutto fare”, ne va della salvezza della Regione, intesa come territorio economico e sociale. 
A cura di Elisa Carlisi

6 ott 2021 - I giornali riportano notizie sull’ennesima cattiva prestazione della regione siciliana sulla gestione dei fondi europei e questa volta del PNRR…che ha regole più severe in termini di programmazione e ovviamente di implementazione. Qual è la situazione? Di chi è la responsabilità?

Purtroppo nulla di nuovo. Questa cattiva performance che

caratterizza ampi settori dell’amministrazione regionale è la

“cronaca di una morte annunciata” per aver trascurato per anni la

capacità dell’amministrazione e aver puntato alla quantità di

personale e non alla qualità dello stesso e oggi ci porta ai risultati

che conosciamo.

Che cosa è la capacità amministrativa?

È la capacità di implementare, tradurre in fatti e servizi le politiche

e le norme definite a monte e di fatto è data da alcuni fattori: la 

qualità del personale, le competenze dei dipendenti;

dall’organizzazione del lavoro; e da una politica attenta ai risultati

e non agli annunci.


Ma la regione è famosa per avere tanti dipendenti?


Si, è vero. Oggi un po’ meno con le uscite agevolate regionali e

nazionali. Ciò che conta però non è la quantità del personale,

come altre regioni insegnano, ma la qualità e le competenze. Noi

abbiamo reclutato in Sicilia gran parte del personale senza

concorso pubblico, pensando più a risolvere il problema della

disoccupazione giovanile che a far funzionare la Regione, che, tra

l’altro essendo a statuto speciale, ha maggiori competenze delle

altre. Inoltre, negli anni questo personale, in qualche modo

formatosi all’interno, è andato in pensione senza un’adeguata

sostituzione. Il blocco delle assunzioni dovuto alla cattiva gestione

finanziaria dei bilanci e l’incapacità a svolgere un concorso

pubblico hanno ulteriormente indebolito la già fragile capacità

amministrativa. Né si è proceduto ad attivare percorsi di

formazione utili a rafforzare le competenze più importanti.


Qual è la situazione oggi quindi?



È grave, di paralisi gestionale potremmo dire. Non per la

mancanza di personale, ma per l’età e soprattutto per

l’obsolescenza delle competenze che hanno comportato gravi

difficoltà nell’applicazione delle norme sull’armonizzazione dei

bilanci (d.lgs. 118/2011), del codice appalti, nella

programmazione fondi UE e nella digitalizzazione dei processi.

Ciò non può costituire una sorpresa, per gli addetti ai lavori, in

quanto noto da anni ed inoltre asseverato da società di assistenza

tecnica come Deloitte, PWC e dallo scrivente nel definire il piano

dei fabbisogni formativi della Regione.


Cosa si può fare? Perché non si fanno subito dei concorsi?



I concorsi devono essere fatti, consapevoli che comunque occorre

selezionare professionalità con esperienza in materia oltre che con

i titoli universitari e post-universitari specialistici. Guai a fare

concorsi per diplomati e con lauree generiche: servono addetti alla

programmazione, giuristi con esperienza in appalti e

programmazione, addetti alla rendicontazione, informatici, esperti

di contabilità, statistici, da inquadrare ai livelli più alti, altrimenti

si rischia di non trovarli. Occorre reclutare persone pronte

all’utilizzo e quindi con esperienza certificabile. Con requisiti

elevati, come è necessario per queste professionalità, i partecipanti

sarebbero pochi e i concorsi gestibili. I concorsi solitamente

portano a reclutare persone che “sanno” e non quelli che “sanno

fare”. I neoassunti richiedono solitamente un periodo di

inserimento necessario per imparare a lavorare e per quel

trasferimento di competenze e conoscenze pratiche. Questo

trasferimento (knowledge transfer) nella regione siciliana

difficilmente può avvenire, per la assenza ormai di professionalità

interne.

Quindi nel brevissimo periodo occorre utilizzare l’assistenza

tecnica prevista sui fondi UE, che solitamente fornisce

competenze tecniche esperte e che potrebbero essere utilizzate

subito per gestire il PNRR. Ricordo inoltre che il Pnrr ha regole e

condizionalità più severe dei fondi europei “ordinari” e soprattutto

tempi dettati da cronoprogrammi stretti, incompatibili con i tempi

della macchina regionale.


Il problema è che la Regione Siciliana nei prossimi mesi è

chiamata a programmare e gestire decine di miliardi: della

vecchia programmazione 2014-2020, del Pnrr e della nuova

programmazione….


Si, una quantità di risorse da far tremare i polsi alle regioni più

attrezzate del Nord. Solitamente la Regione siciliana non riesce a

chiudere i settennati comunitari, adesso dovrà spendere ancora le

tante risorse della programmazione UE 2014-2020, le risorse del

Pnrr e le risorse del nuovo settennato 2021-2027. Praticamente

impossibile nelle attuali condizioni della Regione.

Occorre quindi uno sforzo bipartisan per migliorare le competenze

della PA regionale, ne va della salvezza della Regione, intesa non

tanto come istituzione ma come territorio economico e sociale.

Nessun governo o coalizione potrà attuare il proprio programma

senza una macchina amministrativa. Oggi la Regione Siciliana

non ha una macchina amministrativa. La prima deroga che la

Regione dovrà ottenere dallo Stato è la possibilità di assumere un

numero adeguato di esperti con un trattamento adeguato,

altrimenti le risorse comunitarie verranno interamente perse!


Ci sono infine i comuni…

Anche qui non navighiamo in buone acque. Metà dei comuni

siciliani sono in dissesto o deficitari e in generale non navigano

buone acque dal punto di vista finanziario. Pieni di debiti per le

partecipate, bassa capacità di riscossione, alta spesa del personale

a causa dei numerosi precari assunti negli ultimi anni. Dovrebbero

ricevere un aiuto da parte della Regione almeno in termini di

assistenza tecnica grazie ai fondi sulla cd “capacità istituzionale”,

ma scontano anche loro la debolezza della regione.


Una parola di speranza?

Si sta diffondendo la consapevolezza che occorre interessarsi della

capacità amministrativa in maniera bipartisan e che la PA

regionale e degli enti locali non può essere più terreno di

scorribande partitiche e clientelari. Senza un’amministrazione si

possono forse pagare gli stipendi ma non creare sviluppo.

Commenti