Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Antimafia sulla sanità in Sicilia: “Pubblica amministrazione permeabile alla corruzione"

Relazione Antimafia sulla sanità in Sicilia, M5S: “Pubblica amministrazione permeabile alla corruzione". Schillaci: “Rivedere il sistema, servono modifiche normative”. De Luca: “La sanità è diventata un favore e non è più un diritto”
 

PALERMO, 3 novembre 2021 - “Dalle audizioni in commissione Antimafia emerge chiaramente che il sistema della pubblica amministrazione regionale resta purtroppo permeabile alla corruzione. Questo si evince in particolare nel comparto della sanità, dove viene investita la metà, circa 10 miliardi di euro, dell’intero bilancio regionale. Un dato molto eloquente, su cui bisogna riflettere e intervenire”. Lo sostengono Roberta Schillaci e Antonio De Luca, deputati regionali del Movimento 5 Stelle e componenti della commissione Antimafia all’Ars. La commissione ha presentato oggi la relazione conclusiva dell’inchiesta sul comparto della sanità nella Regione siciliana. 

“L’anticorruzione è stata trasformata - commenta Roberta Schillaci - in un mero adempimento burocratico che non incide concretamente nella prevenzione. Il sistema va rivisto soprattutto nel settore sanità, a cominciare dalla figura del responsabile anticorruzione, talvolta un soggetto con doppi incarichi e con attività rilevanti difficilmente conciliabili con un’adeguata prevenzione. Inoltre, non tutti hanno attivato il whistleblower e canali di segnalazione dei casi sospetti. Serve inoltre un ripensamento di tipo legislativo, con modifiche normative sulle commissioni aggiudicatrici sprovviste di professionalità e sul ruolo dei presidenti, che non possono continuare a operare a titolo gratuito, mentre gli altri componenti hanno un compenso”. 

“Cambiano i governi - aggiunge Antonio De Luca - ma non cambia, purtroppo, il livello della corruzione nella sanità regionale, che in Sicilia continua a essere un favore e non un diritto. Non si è per niente investito in un processo di rigenerazione delle strutture regionali che dovrebbero prevenire distonie come ad esempio la centrale unica di committenza, che non funzionava quando è stata istituita e non funziona neanche ora, priva delle necessarie risorse umane. Fortunatamente, la fallimentare esperienza del duo Musumeci-Razza volge alla fine e noi faremo del nostro meglio perché si racconti tutt’altra storia”.

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