Ponte sullo Stretto, un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia

Ponte sullo Stretto. Di Paola (M5S): Il Ministro Salvini restituisca il miliardo e trecento milioni scippati ai siciliani. Siracusano, a Messina in scena i soliti professionisti del ‘no’. Ponte sullo Stretto: Federconsumatori aderisce al corteo nazionale del 29 novembre, contro  un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia. Messina 29 novembre 2025 - "Oggi sarò in piazza con i cittadini e le associazioni “No Ponte” per dire no al progetto del ponte sullo Stretto. Un’opera costosissima e rischiosa, che mette a repentaglio territorio, ambiente e sicurezza sismica, mentre le risorse potrebbero essere investite in infrastrutture realmente utili per il Sud. La prossima settimana presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture per chiedere chiarimenti su gravi criticità evidenziate dalla Corte dei conti: mancata trasparenza sulle interlocuzioni con la Commissione europea, carenze nelle valutazioni ambientali, violazio...

La «Filastrocca delle fate» di Mimmo Mòllica nell’anniversario della nascita di Tolkien

La «Filastrocca delle fate» di Mimmo Mòllica nell’anniversario della nascita di J. R. R. Tolkien, autore de «Il Signore degli Anelli» e di altre celebri opere divenute vere e proprie pietre miliari del genere «high fantasy». Nel 1961 Tolkien fu segnalato alla giuria del Premio Nobel per la letteratura, ma la sua opera, definita "prosa di seconda categoria", fu scartata.


«Filastrocca delle fate»

Fate chiassose, festose ed assordanti,
fate da redarguire a tutto spiano,
son le famose fate ‘fate piano’.
Fatine ansiose, piglio agitato e lesto,
le rinomate fate ‘fate presto’.

Fate come nei film, fate eclatanti,
sono le più famose ‘fate ignoranti’.
Fate dai modi lenti e senza fretta,
niente che le distragga o che le aspetta,
fate che non eccellon per coraggio:
sono le familiari ‘fate adagio’.
E ancora fate tranquille, rilassate,
incantatrici dolci e delicate,
fate che lascian fare, assai sicure,
sono le seduttrici ‘fate pure’.

E poi fatine attive e coraggiose,
le esortatrici fate ‘fate le cose’;
e fate tutte abbracci e batticuore,
le chiacchierate fate ‘fate l’amore’.

Poi fate generose, lievi come sirene
le nobili fatine ‘fate del bene’;
le fate delle notti cui tu agogni,
le seducenti fate ‘fate bei sogni’.

E fate, fate, fate, fate a iosa:
fate da sé, fate sul serio, fate qualcosa,
fate la pace, fate il possibile, fate la vostra parte,
per non restare inerte ed in disparte.

Fate la differenza, fate buon viaggio, fate carriera,
per far della vita attiva la tua bandiera.
Fate uno sforzo, fate di più, fate domande
per una vita più intelligente e grande.

Mimmo Mòllica

Fantasy, fiabe, elfi, tra fate e realtà parallele. Il 3 gennaio 1892 nasceva J. R. R. Tolkien, l'autore de «Il Signore degli Anelli» e di altre celebri opere divenute vere e proprie pietre miliari del cosiddetto genere «high fantasy», come Lo Hobbit e Il Silmarillion. Nel 1961 Tolkien fu segnalato alla giuria del Premio Nobel per la letteratura, ma la sua opera fu definita "prosa di seconda categoria" e scartata. Tolkien rimane maestro del genere «fantasticoV, assieme a Lewis, Edith Nesbit e Edmondo De Amicis. Fate ed elfi sono protagonisti di una dimensione immaginaria in un genere letterario destinato a bambini e adulti disposti a "credere in ogni cosa fino a quando non si dimostra il contrario".

“Quindi credo nelle fate, nei miti, nei draghi. Tutto esiste, anche se è nella nostra mente. Chi ci dice che i sogni e gli incubi non sono reali come il qui e ora?”
(John Lennon).
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«LE FATE DEL BENE» di Mimmo Mòllica
(Filastrocche per imparare ad incontrare le fate e riconoscerle)

«Le Fate del Bene» di Mimmo Mòllica, filastrocche una alla volta per imparare ad incontrare le fate e riconoscerle. Incontrare una fata non è difficile, difficile è riconoscerla… Le belle fate dove saranno andate? Non se ne sente più parlare. Saranno mica scappate o, come dice Gianni Rodari "Che potevano fare? Eran disoccupate, nessuno le voleva ascoltare, se ne stavano imbronciate nel castello diroccato ad aspettare? Che qualcuno le mandasse a chiamare". Così Mimmo Mòllica è corso a chiamarle.

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