Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

«Giornata Internazionale della Lingua Madre»: se le parole non figliano parole

Ogni anno, il 21 febbraio, viene celebrata la «Giornata Internazionale della Lingua Madre», istituita nel 1999 dall’Unesco e approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’obiettivo è la promozione e la tutela del multilinguismo e dell’inclusione, con programmi che favoriscono l’inserimento delle lingue indigene nell’istruzione formale, a sostengono della diversità linguistica in internet, nei media e nei canali di comunicazione di massa. Il tema della «Giornata internazionale della lingua madre 2022» è "Utilizzare la tecnologia per l'apprendimento multilingue: sfide e opportunità". L’evento sarà online in diretta dalla sede dell’UNESCO a Parigi, dalle 11:00 alle 13:00.

21/02/2022 - La lingua madre, una lingua regionale (o nazionale) e una lingua internazionale nell'istruzione. La nozione di "educazione multilingue" prevede l'uso di almeno tre lingue nell'istruzione poiché migliora l'apprendimento e dà luogo alla diversità culturale. È stato stabilito dalla Conferenza Generale dell'UNESCO (30 C/Res. 12) che ha promosso l'educazione multilingue come mezzo per migliorare i risultati dell'apprendimento e dare vita alla diversità culturale. L'idea della «Giornata Internazionale della Lingua Madre» è stata un'iniziativa del Bangladesh ed è osservata in tutto il mondo dall’anno 2000. 
L'istruzione multilingue inizia sin dai primi anni di scuola con l’obiettivo di promuovere il rispetto della diversità e l’interconnessione tra paesi e popoli, come valori fondanti della «cittadinanza globale», in grado di favorire l'apprendimento alla convivenza. Preservare le differenze delle diverse culture e delle lingue contribuisce a promuovere la tolleranza e il rispetto degli altri, per una società sostenibile nell'ambito del mandato per la pace.

“Molta parte dell'anima nostra è dialetto”, scriveva Benedetto Croce, filosofo e principale ideologo del liberalismo novecentesco italiano.

Cogito ergo sum

La diversità linguistica è sempre più minacciata dall’estinzione di più lingue. Si tenga presente che il 40% della popolazione globale non ha accesso a un'istruzione nella lingua parlata o compresa. Cresce, tuttavia, la consapevolezza dell’importanza dell'educazione basata sulla «madrelingua», specie nella prima fase della scolarizzazione, e il suo sviluppo nella vita pubblica sembra seguire lo stesso percorso virtuoso di accettazione e comprensione.

Le società, infatti, esistono se esistono le loro lingue, le tradizioni e le conoscenze che preservano le culture in modo sostenibile. Preservare lingue talvolta esistenti solo in «forma orale» è compito delle nuove tecnologie, giacché spetta alla tecnologia fornire nuovi strumenti per proteggere la «diversità linguistica», rendendo i dialetti locali «patrimonio condiviso». Scongiurare il rischio dell’«uniformazione linguistica» attraverso Internet è un impegno comune e corrente.

Inclusione ed equità

Se improntata ai fondamentali principi dell’inclusione e dell’equità, la tecnologia è in grado di garantire opportunità di apprendimento eque e inclusive (per tutti), affrontando le grandi sfide dell'istruzione odierna. E l'istruzione incentrata sulla «lingua madre» è da considerarsi componente strategica dell'inclusione.
Nelle diverse fasi della pandemia da COVID-19, che ha imposto la chiusura delle scuole nei diversi Paesi del mondo, si è potuta affidare l’istruzione alla cosiddetta «didattica a distanza» attraverso la tecnologia, mantenendo così la continuità dell'apprendimento. Sennonché molti giovani, privi dell’occorrente e dell’accesso a Internet, non hanno potuto attingere a tale opportunità proprio per la carenza strutturale e di supporto umano. A ciò va associata la mancanza di un insegnamento (e conseguente apprendimento) basato sulla «diversità linguistica».

Non lasciare indietro nessuno

Secondo un sondaggio del 2021, condotto in 143 Paesi dall'Unesco, dall'Unicef, dalla Banca Mondiale e dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo in Europa (OCSE/OECD), sulle misure adottate dall’istruzione nazionale in seguito alla chiusura scolastica, il 96% dei Paesi ad «alto reddito» ha potuto continuare con l’apprendimento a distanza attraverso piattaforme online. Nel caso dei Paesi a «basso reddito», invece, la maggior parte degli studenti ha utilizzato mezzi di trasmissione come televisione (83%) e radio (85%). In entrambi i casi gli insegnanti mancavano di competenze linguistiche adeguate ed erano impreparati a far uso della didattica da remoto, non essendo sempre in grado di andare incontro alla «diversità linguistica».

La «Giornata internazionale della lingua madre» riconosce che le lingue e il multilinguismo sono in grado di promuovere l'inclusione e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile per «non lasciare indietro nessuno». 
Il tema della «Giornata internazionale della lingua madre 2022», «Utilizzare la tecnologia per l'apprendimento multilingue: sfide e opportunità», solleva il ruolo potenziale della tecnologia per far progredire l'istruzione multilingue e sostenere lo sviluppo di un insegnamento e di un apprendimento di qualità per tutti.

Il prezzo non è la cancellazione del dialetto

Ulderico Bernardi, scrittore, sociologo e giornalista scrive: “Il prezzo per imparare le lingue non è la cancellazione del dialetto. Lo dimostrano i popoli confinàri plurilingui (friulani, sloveni di frontiera, veneti d'Istria). Hanno maggiore vantaggio nell'apprendimento delle lingue, come confermano i ricercatori, proprio perché sollecitati al confronto con quella propria lingua locale che si tengono ben stretta nell'orgoglio di appartenenza”.
Ma la lezione più «clamorosa» in merito ce la dà Andrea Camilleri. Il suo dialetto ha conquistato il Pianeta, i suoi libri sono letti, pubblicati e compresi in tutto il mondo. Quanto a lavori critici sulla lingua adoperata nei suoi libri da Camilleri, essi non si contano.
Certo, l'uso del dialetto siciliano nei romanzi polizieschi di Camilleri convive con l'italiano e gli studiosi di dialettologia non hanno messo sotto torchio l'uso letterario del dialetto del maestro di Vigata nel raffronto con la lingua ufficiale. Ma che importa?

La «lingua madre» di Camilleri

I due milioni di lettori di Camilleri sono certo una «famiglia» che ha perfino appreso la sua «lingua madre» e come scrive Roberto Cotroneo: «... i motivi del successo di Camilleri non vanno ricercati nel suo valore letterario, ma nel suo non essere letterato, nel suo modo di rassicurare il pubblico: con libri brevi, che della letteratura prendono il meno possibile, e della vita il più possibile...».
Ricordiamo che Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Montalbano è il suo personaggio più conosciuto dal grande pubblico e si direbbe che la sua caratteristica espressione linguistica, intrisa di parole dialettali, non gli impedisca di farsi ben comprendere universalmente. Così Catarella con il suo linguaggio maccheronico.

Lingua e dialetto

Ed ora desidero dirlo con i versi del mio maestro, il poeta Ignazio Buttitta, in «Lingua e dialettu»:

Un populu / mittitulu â catina / spugghiatilu / attuppàtici a vucca / è ancora libiru. / Livatici ‘u travagghiu / ‘u passaportu / ‘a tavula unni mancia / ‘u lettu unni dormi / è ancora riccu. / Un populu, diventa poviru e servu / quannu ci arrobbano a lingua / addutata dî patri: / è persu pi’ sempri. / Diventa poviru e servu / quannu ‘i paroli non fìgghianu paroli / e si màncianu tra d'iddi.

Un popolo / mettetelo in catene / spogliatelo / tappategli la bocca / è ancora libero. / Toglietegli il lavoro / il passaporto / la tavola su cui mangia / il letto su cui dorme / è ancora ricco. / Un popolo diventa povero e servo / quando gli rubano la lingua / lasciata in dote dai padri: / è perso per sempre. / Diventa povero e servo / quando le parole non figliano parole / e si divorano tra loro.

Mimmo Mòllica
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N. B. - Le filastrocche di Mimmo Mòllica sull'argomento, pubblicate su Nostrofiglio.it (Mondadori Media):

«Filastrocca per la mamma» 

«Filastrocca del papà» 

«Filastrocca della nonna» 

«Filastrocca della parola» 

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