Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

Piano rifiuti: 7 imprese per 2 inceneritori, ma il piano non ne prevede

Il deputato 5 Stelle Giampiero Trizzino: “Le direttive europee sull’economia circolare impongono scelte diverse: a che serviranno due impianti da 450 mila tonnellate/anno se non ci saranno più in Sicilia i rifiuti per alimentarli? Un evidente controsenso”. M5S all’Ars: “Sette imprese per due inceneritori, ma il Piano rifiuti non ne prevede. Nuovo pasticcio di Musumeci”


PALERMO, 31 gennaio 2022 - “Sette imprese per costruire due inceneritori in Sicilia, quando il Piano regionale dei rifiuti non ne prevede nemmeno uno. Un nuovo pasticcio in vista, firmato dal governo Musumeci, con contorno di guai per l’ambiente”. Lo dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito, appartenenti alla commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Ars.
“Il governo Musumeci - spiega Giampiero Trizzino - meno di un anno fa ha approvato il Piano regionale dei rifiuti che non prevede la costruzione di inceneritori. Ha comunque deciso di realizzarne ben due e sono presentate sette imprese interessate a costruirli e gestirli. Come si concilia questo con il Piano rifiuti? Andrà riscritto, riteniamo, e non sarà facile visto che per avere l’attuale Piano ci sono voluti dieci anni. Come si concilia questo con i buoni propositi del presidente Musumeci che ha sempre detto di essere contrario alla gestione privata dei rifiuti? Come si concilia questa scelta, inoltre, con l’emergenza rifiuti in corso, per la quale servono misure immediate, mentre per costruire gli inceneritori ci vogliono almeno tre o quattro anni?”, si chiede il deputato M5S.

“Non si può poi ignorare - aggiunge Trizzino - il contesto europeo in cui si opera. Le direttive europee sull’economia circolare impongono standard di recupero dei rifiuti elevatissimi. Il che vuol dire che, da qui a pochi anni, l’80% dei rifiuti che produciamo non potrà più finire in una discarica e neppure in un inceneritore. A che serviranno due inceneritori da 450 mila tonnellate/anno se non ci saranno più in Sicilia i rifiuti per alimentarli? Un evidente controsenso. Così come è un controsenso lasciare alle aziende private la scelta dei luoghi dove dovrebbero sorgere gli inceneritori. La Sicilia ha già subito enormi danni dall’industria pesante, con territori irrimediabilmente compromessi. La storia non ci ha insegnato nulla?”, conclude il deputato.

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