Va perduto oltre un terzo dell’acqua immessa
nella rete di distribuzione
Nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di
provincia/città metropolitana, il 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel
2018).
Sono 236 i litri per abitante erogati ogni giorno nelle reti di distribuzione dei
capoluoghi di provincia/città metropolitana.
In 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno,
sono state adottate misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua.
Nel 2021 l’86,0% delle famiglie si dichiara soddisfatto del servizio idrico mentre il
65,9% delle persone di 14 anni e più è attento a non sprecare acqua.
21/03/2022 - Per la Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e celebrata ogni anno il 22
marzo, l’Istat pubblica un focus tematico che presenta i risultati provenienti da diverse indagini,
elaborazioni e analisi e offre una lettura integrata delle statistiche sulle acque con riferimento agli
aspetti legati al territorio e alla popolazione.
Diminuisce di poco l’acqua erogata nelle reti di distribuzione dei capoluoghi
Nel 2020, il servizio di distribuzione dell’acqua potabile nei 109 Comuni capoluogo di provincia/città
metropolitana (dove risiedono 17,8 milioni di abitanti, il 30% circa della popolazione italiana) è in
carico a 95 gestori. In 100 Comuni (17,2 milioni di residenti) la gestione del servizio è specializzata
mentre nei restanti nove (600mila residenti) è prevalentemente in economia. In quest’ultimo caso è il
Comune che ha la responsabilità del servizio.
La rete di distribuzione dei Comuni capoluogo si sviluppa complessivamente su oltre 57mila
chilometri di rete, calcolati per circa l’80% della lunghezza attraverso un sistema informativo
territoriale.
I gestori hanno complessivamente immesso in rete 2,4 miliardi di metri cubi di acqua (370 litri per
abitante al giorno) ed erogato 1,5 miliardi di metri cubi per usi autorizzati agli utenti finali, pari a 236
litri per abitante al giorno, fatturati o forniti ad uso gratuito. I volumi movimentati nelle reti dei
capoluoghi storicamente rappresentano il 33% circa dei volumi complessivamente distribuiti sul
territorio nazionale.
Rispetto al 2018 i volumi immessi in rete si riducono di oltre il 4%, i volumi erogati dell’1,6%.
L’intensità dell’erogazione dell’acqua è fortemente eterogenea sul territorio perché legata alle
caratteristiche infrastrutturali e socio-economiche dei Comuni.
Nei Comuni capoluogo del Nord, dove i volumi erogati raggiungono il massimo (256 litri per abitante
al giorno in media), si ha un significativo differenziale tra quelli del Nord-ovest (282 litri) e del Nord-est
(220). Il quantitativo erogato si riduce nei capoluoghi del Centro (231 litri), del Sud (221), per poi
raggiungere il minimo nelle città delle Isole (194).
Tra i 109 capoluoghi, volumi superiori ai 300 litri per abitante al giorno si riscontrano nelle città di
Milano, Isernia, Cosenza, L’Aquila, Pavia e Brescia. Di contro, sotto i 150 litri per abitante si trovano
Barletta, Arezzo, Agrigento, Andria e Caltanissetta.
Le variazioni in serie storica del valore degli indicatori possono dipendere da effettivi cambiamenti
nella dotazione idrica, ma anche da modifiche nei criteri di calcolo dei volumi consumati ma non
misurati al contatore, oltre che dai cambiamenti demografici. La pandemia da Covid-19 potrebbe aver
generato modifiche nei volumi movimentati nel 2020, ma è difficile individuare un rapporto diretto di
causa-effetto. In alcuni capoluoghi a forte vocazione turistica, come Rimini e Venezia, si è comunque
registrata un’importante riduzione dei volumi erogati di circa il 15%.
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