Nel 2021 stabile la povertà assoluta. L’Istat diffonde oggi le stime preliminari della povertà assoluta per l’anno 2021 insieme alle stime preliminari
delle spese per consumi delle famiglie che, come noto, costituiscono la base informativa per gli indicatori di
povertà assoluta. Sono infatti classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o
inferiore a una soglia minima corrispondente all’acquisto di un paniere di beni e servizi considerato essenziale
per uno standard di vita minimamente accettabile. Le stime definitive saranno rese disponibili l’8 giugno (spese
per consumi) e il 16 giugno 2022 (povertà). I dati sono quindi suscettibili di revisioni.
8 mar 2022 - Secondo le stime preliminari, nel 2021 le famiglie
in povertà assoluta in Italia sono il 7,5% (7,7% nel
2020) per un numero di individui pari a circa 5,6
milioni (9,4%, come lo scorso anno), confermando
sostanzialmente le stime del 2020. Senza la
crescita dei prezzi al consumo registrata nel 2021
(+1,9%) l’incidenza di povertà assoluta sarebbe
stata al 7,0% a livello familiare e all’8,8% a livello
individuale, in lieve calo, quindi, rispetto al 2020. Nel Mezzogiorno, dove le persone povere sono
195mila in più rispetto al 2020, si confermano le
incidenze di povertà più elevate: il 12,1% per gli
individui (in crescita dall’11,1%), il 10,0% per le
famiglie. Al Nord si registra invece un
miglioramento a livello sia familiare (da 7,6% del
2020 a 6,7% del 2021) sia individuale (da 9,3% a
8,2%).
La povertà assoluta cresce nel Mezzogiorno e scende al Nord
Nel 2021 si contano oltre 108mila famiglie in meno in condizioni di povertà assoluta al Nord (da 7,6% del 2020 a
6,7%), dinamica confermata anche a livello individuale (-301mila persone, da 9,3% a 8,2%). Andamento opposto
si registra nel Mezzogiorno dove la povertà assoluta cresce e riguarda il 10,0% delle famiglie (da 9,4%) e il 12,1%
degli individui (da 11,1%, +196mila). Nel Centro, infine, l’incidenza di povertà rimane stabile tra le famiglie (da
5,4% a 5,6%), ma aumenta tra gli individui (da 6,6% a 7,3%, +75 mila rispetto al 2020).
Nel 2021 si registra una sostanziale stabilità dell’incidenza per le diverse tipologie familiari. Segnali di
miglioramento si rilevano per le famiglie di 2 componenti (da 5,7% a 5,0%) e 3 componenti (da 8,5% a 7,1%). La presenza di figli minori continua ad essere un fattore che espone maggiormente le famiglie al disagio; infatti
l’incidenza di povertà assoluta si conferma elevata (11,5%) per le famiglie con almeno un figlio minore e nel caso
di famiglie formate da coppie con 3 o più figli sale al 20,0%. La percentuale è decisamente più bassa e pari al
5,5% tra le famiglie con almeno un anziano (5,6% nel 2020, valore sostanzialmente stabile) a conferma
dell’importante ruolo di protezione economica che i trasferimenti pensionistici assumono in ambito familiare.
Il totale dei minori in povertà assoluta nel 2021 è pari a 1 milione e 384mila: l’incidenza si conferma elevata, al
14,2%, stabile rispetto al 2020 ma maggiore di quasi tre punti percentuali rispetto al 2019, quando era pari
all’11,4%. Le incidenze di povertà sono stabili anche tra i giovani di 18-34 anni (11,1%) e tra gli
over65 (5,3%).
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