[21/04/2022] - Nata il 22 aprile 1970 come movimento universitario, per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra, nel tempo, la «Giornata della Terra» è divenuta un’occasione per prendere in considerazione le problematiche del pianeta: l'inquinamento dell’aria e del mare, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili. Le attività dell'uomo richiedono soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi: la salvaguardia del mare, il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali, effetti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali, come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.
“Il mare non parlava per frasi ma per versi” (J. Kerouac) e ad ascoltarlo dev’essere stato certamente Colapesce, un ragazzo chiamato leggenda, le cui simboliche gesta rimangono a perenne sostegno della Sicilia. Il 22 aprile si celebra Earth Day 2022, la «Giornata mondiale della Terra», il più grande evento a sostegno del Pianeta e la
«Leggenda diColapesce» è quanto mai attuale, per la forza che promana dalla vicenda e dalle gesta del ‘ragazzo di Messina’, figlio del mare di Sicilia bella.
La «Leggenda di Colapesce» di Mimmo MòllicaCola guardava il mare e gli parlava
raccontava alle onde i suoi segreti,
e il mare come amico l’ascoltava,
erano ore felici e giorni lieti.
[…]
Ed una notte Cola in sogno vide
una strada che sprofondava in mare,
il Mostro che Natura offende e uccide,
e con coraggio lo volle fermare.
La strada era paurosa e tempestata
di vetri assai taglienti ed appuntiti,
di aguzze pietre e spine lastricata,
piena di ferri e chiodi arrugginiti.
Quanti misteri poi volle svelare
di quell’ambiente a lui piuttosto ignoto,
abitato da tante specie rare:
l’uomo è venuto al mondo a nuoto?
Curiosità, silenzio e poi misteri…
Colapesce vide che nei fondali nostri
c’è tanta vita, pesci, antri e crateri,
che non è abisso di paurosi mostri.
Profondità di un mondo da esplorare
con mente aperta e con fede crescente;
i mostri che ci posson spaventare
sono soltanto nella nostra mente.
Così il giovane
Colapesce, che la leggenda vorrebbe consegnarci come simbolo e metafora di ‘ubbidienza’, fedeltà al sovrano e abnegazione, per essere rimasto nelle profondità marine a sostenere la colonna corrosa dal fuoco che rischia di crollare e con essa la Sicilia, ovvero il Regno del sovrano indagatore.
Il grande antropologo Giuseppe Pitrè così descrive Colapesce: "Uomo veramente degno, di cui si maraviglino gli huomini in tutti i secoli. Costui lasciando quasi la compagnia degli huomini si viveva tra' pesci del mare di Messina, e perché ei non poteva star molto tempo fuori dell'acqua, però egli s'acquistò il cognome di pesce".
Ne «La leggenda di Colapesce», filastrocca moderna di un’antica leggenda, Mimmo Mòllica ripercorre e dà nuova voce alle imprese di questo «eroe popolare» che sono "dramma collettivo di questo mondo", mutuando i versi di Lucio Dalla. Com’è profondo il mare – è moderna testimonianza, trascinante omaggio e condivisione al leggendario Colapesce e alla stessa leggenda, per spiegare i cui significati, la cui metafora, è necessario immergersi nelle profondità marine assieme al ‘ragazzo di Messina’, in cerca dell’unico tesoro cui Cola è veramente interessato: “rendere mari e mondo più accoglienti ed il Pianeta sempre più civile; dare un mondo migliore ai discendenti”.
«Così stanno bruciando il mare,
così stanno uccidendo il mare
così stanno umiliando il mare,
così stanno piegando il mare».
Natura inquieta, bramosia incessante,
l’uomo qua in Terra tende all’infinito,
vuol superar se stesso ed è aberrante,
a sfidar la natura si è accanito.
[...]
L’uomo si esalta per onnipotenza,
spinto dal suo potere e dal progresso,
vorrebbe sovvertir pure la scienza,
comprare col denaro anche se stesso.
LA LEGGENDA DI COLAPESCE - La filastrocca completa>>
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