Istat, Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). L’Istat presenta la nona edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Il volume fornisce un quadro complessivo dei 12 domini in cui è articolato il benessere analizzati nella loro evoluzione nel corso dei due anni di pandemia, il 2020, anno dello shock dell’emergenza sanitaria, e il 2021, anno della ripresa economica e dell’occupazione, esaminando le differenze tra i vari gruppi di popolazione e tra i territori. Roma, 21 apr 2022 - La pandemia da COVID-19 ha profondamente cambiato molti aspetti della vita quotidiana degli individui, delle famiglie, dell’organizzazione della società e del mondo del lavoro determinando nuovi assetti e continui cambiamenti che, di volta in volta, hanno avuto effetti sul piano della salute, dell’istruzione, del lavoro, dell’ambiente e dei servizi e, in conseguenza, sul benessere degli individui. · Nel 2020 l’Italia è tra i paesi con il maggior numero di morti per abitanti (1.236 decessi per 100mila abitanti rispetto alla media europea di 1.161 decessi). Questo dipende anche dal fatto che l’Italia è il paese più vecchio d'Europa; infatti, eliminando le differenze tra paesi nella struttura per età, l’Italia scende agli ultimi posti della graduatoria europea (tasso standardizzato di mortalità pari a 933 decessi ogni 100mila abitanti contro una media Ue27 di 1.040).
· L'Italia ha sofferto di più durante la prima ondata della pandemia nel 2020. La seconda ondata (tra settembre 2020 e gennaio 2021) è stata particolarmente forte per i Paesi dell'Est Europa: Polonia, Bulgaria, Slovenia e Repubblica Ceca hanno più che raddoppiato (nel mese di novembre) il tasso standardizzato medio 2015-2019 delle stesse settimane.
· Nel 2021 l’eccesso di mortalità segue un andamento analogo, con un picco tra marzo e maggio e uno da ottobre, si tratta di picchi meno pronunciati rispetto al 2020. Il terzo picco pandemico è stato raggiunto in media ad aprile 2021 (+12,4% in media Ue27), quando in Italia la variazione dei tassi standardizzati di mortalità rispetto al 2015-2019 si attesta su valori non trascurabili (+17,9%) ma decisamente più contenuti rispetto a quanto osservato nel 2020. Il quarto picco pandemico si raggiunge a inizio dicembre 2021 (+24,1%), con eccessi di mortalità più pronunciati nei paesi dell’Est Europa.
· In tutti i paesi europei l’eccesso di mortalità rispetto al 2015-2019 calcolato sul tasso standardizzato è più elevato nella classe di età 65 anni e più rispetto alla classe di età 0-64. Tuttavia si registra un aumento percentuale nel tasso standardizzato rispetto al 2015-2019 anche tra i più giovani. L’Italia, pur mantenendo tassi di mortalità particolarmente contenuti rispetto alla media europea nella fascia di età 0-64, registra nell’ultima settimana di marzo 2020 una variazione positiva del tasso standardizzato del +42% rispetto al 2015-2019 tra 0-64 anni, mentre è del +80% tra gli anziani.
· In Italia la variazione percentuale del tasso standardizzato nel 2020 rispetto al quinquennio 2015-2019 è stata di +9,3%, mentre nel 2021 l’eccesso è sceso a +2,7%. Nella Ue27 l'incremento medio è stato di +5,4% nel 2020, salito a +6,6% nel 2021, per effetto principalmente dell'incremento nei paesi dell’Est europeo. In Polonia, la variazione del tasso standardizzato di mortalità passa da +12,7% nel 2020 a +21,1% nel 2021. In Spagna e in Francia la situazione è più simile a quella sperimentata nel nostro Paese: in Spagna la variazione del tasso standardizzato di mortalità è rispettivamente +10,3% nel 2020 e +0,6% nel 2021, mentre in Francia è +3,9% nel 2020 e +2,2% nel 2021.
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