Sabato 15 aprile 1967 ci lasciava Totò, il «principe della risata». Nato a Napoli il 15 febbraio 1898, da una relazione tra Anna Clemente e il marchese Giuseppe De Curtis, divenuto Totò per le scene e per il cinema, Totò divenne tra i più grandi interpreti della storia del cinema e del teatro. Ma ciò che non tutti sanno è che nelle vene di Totò circolava sangue siciliano, palermitano per l’esattezza. Registrato all’anagrafe col nome di Antonio Vincenzo Stefano Clemente, infatti...
15/04/2022 - Sabato 15 aprile 1967 ci lasciava per sempre Totò, il «principe della risata», Antonio De Curtis, il cui nome completo era Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio De Curtis Gagliardi, nato a Napoli il 15 febbraio 1898, da una relazione tra Anna Clemente e il marchese Giuseppe De Curtis.
Divenuto Totò per le scene e per il cinema, (nonché attore, poeta, e sceneggiatore), Totò divenne per tutti «il principe della risata», tra i più grandi interpreti della storia del cinema e del teatro.
Ma ciò che non tutti sanno è che nelle vene di Totò circolava sangue siciliano, palermitano per l’esattezza. Registrato all’anagrafe col nome di Antonio Vincenzo Stefano Clemente, infatti, Totò fu figlio di Anna Clemente
(foto sotto), nata a Palermo il 2 gennaio 1881 e morta a Napoli il 23 ottobre 1947.
Il padre naturale del grande attore era Giuseppe de Curtis, nato a Napoli il 12 agosto 1873 e morto a Roma il 29 settembre 1944.
Il «principe della risata» è nato perciò da una relazione che per i tempi non avrebbe potuto che essere definita «clandestina», al terzo piano del numero civico 107, in una casa di piccole dimensioni, tanto da richiedere presto il trasferimento nell'abitazione di via Santa Maria Antesaecula, numero 109, celebrata come abitazione storica di Totò.
Dalla relazione «clandestina» tra Anna Clemente e Giuseppe De Curtis nacque il piccolo che per l'anagrafe fu Antonio Vincenzo Stefano Clemente, di Anna Clemente e di N.N.
Totò divenne poi Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, una volta adottato (nel 1933) dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas di Tertiveri.
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