1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

Fava lascia la presidenza dell'Antimafia, impegnato nelle primarie della coalizione progressista

Fava lascia presidenza Antimafia: “Scelta di opportunità al termine di un lavoro straordinario”. Una scelta che Fava ha definito come “un passo di lato che arriva al termine del più bello e proficuo periodo della mia esperienza politica, con un lavoro straordinario fatto da tutta la Commissione

01/06/2022 - Claudio Fava ha comunicato che da oggi, dopo l’approvazione delle ultime due relazioni d’indagine, lascerà la presidenza della Commissione regionale antimafia e non parteciperà più alle sue riunioni “per una questione di opportunità e di rispetto istituzionale, essendo io come è noto impegnato nelle primarie della coalizione progressista.”

Una scelta che Fava ha definito come “un passo di lato che arriva al termine del più bello e proficuo periodo della mia esperienza politica, con un lavoro straordinario fatto da tutta la Commissione e che è sintetizzato da alcuni numeri: 12 relazioni, approvate sempre all’unanimità, oltre 600 audizioni, oltre 250 mila pagine di atti acquisiti, due progetti di legge, quello sul codice etico e quello sui beni confiscati.”

Fava ha anche sottolineato il valore politico del voto unanime su tutte le relazioni: “i temi su cui ci siamo cimentati non sono certo neutrali, rispetto alla politica, dai rifiuti alle partecipate, dalla sanità al cosiddetto sistema “Montante”, eppure questo voto unanime è motivo di grande gratificazione perché è la prova dello spirito collaborativo e dello spirito istituzionale che ha animato la Commissione in questi quattro anni.”
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La commissione parlamentare antimafia dell'Assemblea Regionale Siciliana ha approvato oggi all'unanimità la relazione conclusiva dell'indagine sull'AST, l'Azienda Trasporti Siciliana, al centro di un'indagine della Procura di Palermo.

Secondo la Commissione, "dall’inchiesta svolta emergono fatti, comportamenti e omissioni che aggravano, purtroppo, il quadro proposto dalla magistratura. E che richiedono un ripensamento urgente e complessivo da parte della Regione siciliana, socio unico dell’AST, nelle proprie funzioni di gestione e di controllo nei confronti della più importante partecipata regionale."
"L’indagine della Procura di Palermo - si legge nella relazione conclusiva - consegna alle valutazioni della politica una ricostruzione priva di rilievo penale ma, certo, estremamente allarmante: “Dalle indagini è emerso che la gestione del personale di AST, sia con riguardo ai dipendenti assunti direttamente sia con riguardo a quelli impiegati attraverso rapporti di lavoro interinale è pesantemente condizionata da logiche clientelari e da pressioni politiche”.

Particolarmente critico è il giudizio sull'atteggiamento inerte della Regione.
"E' quanto meno singolare che la relazione, a conclusione dell’audit svolto dagli avvocati Giuseppe Terrano e Sergio Lo Cascio, sia rimasta lettera morta, nonostante punti specifici di vulnerabilità e di opacità che quella relazione individuava nell’azienda (e che sono stati poi raccolti e sviluppati nell’indagine della Procura di Palermo).

È irrituale che l’attività ispettiva dei due legali dell’azienda Terrano e Lo Cascio si sia ritorta contro di loro, rendendoli vittime di un isolamento ingiustificato e certamente ingeneroso per due dipendenti che hanno avuto l'onestà civile di rappresentare all’autorità giudiziaria le loro preoccupazione su situazioni di dubbia legalità all’interno dell’azienda."
Sul caso dei due dipendenti, per la Commissione "è auspicabile che la nuova governance della società senta il dovere di esprimere il suo apprezzamento e di rimuovere gli effetti di un grottesco mobbing aziendale."

Punto chiave dell'indagine della Commissione è il sistema di assunzioni presso l'Azienda. Citando quanto scritto dai magistrati, l'antimafia scrive infatti che “Dagli elementi di prova acquisiti nel corso delle indagini è emerso con straordinaria nitidezza il fenomeno delle assunzioni di personale legate a logiche politiche; assunzioni “pilotate” che hanno fatto dell’AST una scatola contenitrice di lavoratori non necessari all’azienda… Le intercettazioni trascritte assumono un’evidenza tale da non richiedere spiegazioni o interpretazioni...".

Parole che per i Commissari antimafia sono "nette e irrimedaibili. Eppure tra i ruoli apicali dell’azienda continuano a svolgere, riconfermati nelle loro funzioni, soggetti coinvolti nell’indagine penale, adducendo la giustificazione piuttosto singolare d’una carenza di risorse umane.
"La sensazione - conclude la Commissione - è che quest’indagine penale sia stata vissuta da taluni – alla Regione e in AST - solo come una fastidiosa interferenza, un oggettivo intralcio alle consolidate pratiche di amministrazione e di lottizzazione, un problema da tenere tra parentesi e da smaltire. Rapidamente e silenziosamente."

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