1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

Petrolio dalla Russia, Miccichè: “L’embargo causerà gravissimi rischi all’economia siciliana"

Ue, Miccichè: “L’embargo del petrolio russo causerà gravissimi rischi per l’economia siciliana”. “Il Premier Draghi conosce i meccanismi economici e la situazione degli approvvigionamenti energetici e penso che comprenda il potenziale di tensione sociale di una scelta gravemente penalizzante per la comunità siracusana”. 


Palermo, 01/06/2022 - “Le decisioni assunte questa notte in Europa sullo stop al petrolio russo trasportato via mare, provocherà, se non si interviene immediatamente, conseguenze gravissime sull’occupazione in tutta l’area del petrolchimico siracusano e sull’economia siciliana”. Lo scrive in una nota il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.
“Sono al fianco di Stefania Prestigiacomo - aggiunge Miccichè - che questa mattina ha lanciato per prima l’allarme, conoscendo profondamente le dinamiche di un’area strategica dell’Isola, che contribuisce a raffinare il 20% del prodotto nazionale e il 18% dell’energia elettrica della Sicilia. Non è possibile che si assuma, senza aver previsto una alternativa tecnico-politica, una decisione che rischia di rappresentare la smobilitazione del più grande polo di raffinazione italiano, che occupa migliaia di addetti. La Sicilia non è in condizione di reggere la decapitazione di una filiera produttiva per una scelta “al buio” del Governo”.
“Il Premier Draghi - rileva ancora Miccichè - conosce profondamente i meccanismi economici e la situazione degli approvvigionamenti energetici e penso che comprenda il potenziale di tensione sociale di una scelta gravemente penalizzante per la comunità siracusana. Lo invitiamo a fare presto chiarezza e verità”.

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