Indagine Istat. Si conferma più diffusa la povertà assoluta tra le famiglie in affitto. Povertà assoluta ai massimi negli ultimi anni. Il livello raggiunto dalla povertà assoluta nel 2021 (7,5%) è tra i più elevati dall’anno in cui si è iniziato a misurare questo indicatore. Guardando all’ultimo quinquennio, nel 2017 l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta era del 6,9%, in forte crescita sull’anno precedente (6,3%) e nettamente superiore a quella media del quadriennio precedente (2013-2016) quando risultava stabile e pari al 6,1%.
15/06/2022 - L’aumento del numero di famiglie povere ha portato all’introduzione, tra il 2018 e il 2019, di varie misure di contrasto alla povertà: reddito di inclusione (2018) e reddito di cittadinanza (2019). L’impatto di tali misure si coglie almeno in parte nel calo delle famiglie in povertà assoluta osservato nel 2019, con un’incidenza pari al 6,4%, valore prossimo a quello del quadriennio 2013-2016. Nel 2020 gli effetti economici della pandemia da Covid-19 hanno favorito la crescita della povertà assoluta,determinando anche qualche cambiamento strutturale delle famiglie povere assolute.
In particolare, nel Nord si è avuto un forte aumento delle famiglie in povertà assoluta: il 6,7% nel 2021
a fronte del 5,8% del 2018.
Nel Mezzogiorno, invece, l’incidenza della povertà familiare è rimasta
stabile al 10%. La crescita della povertà assoluta ha riguardato maggiormente le famiglie nelle quali la
persona di riferimento ha un’età compresa tra 45-54 anni; l’incidenza è cresciuta al 9,7% dall’8,3% del
2018; inoltre nel Nord l’incidenza della povertà per le famiglie residenti nella periferia area
metropolitana è salita al 6,9% dal 5,4% del 2018.
L’incidenza di povertà assoluta varia anche a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si
vive, e la situazione è più critica per le famiglie che vivono in affitto. Le oltre 889mila famiglie povere
in affitto nel 2021 sono il 45,3% di tutte le famiglie povere, con un’incidenza di povertà assoluta del
18,5%, contro il 4,3% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà.
Le famiglie in affitto residenti nel Mezzogiorno mostrano valori dell’incidenza di povertà assoluta pari
al 22,4%, rispetto al 17,6% del Nord, con valori sostanzialmente stabili sul 2020, e al 15,4% del
Centro (+3,1 punti percentuali). Le famiglie con persona di riferimento giovane (frequentemente con
minori al loro interno) e quelle con stranieri, vivono più spesso in affitto, poiché scontano sia una
minore capacità reddituale sia una minore probabilità di avere accumulato risparmi o aver avuto
accesso a beni ereditari.
L’incidenza di povertà assoluta è più elevata per le famiglie con persona di riferimento fra i 45 e i 54
anni in affitto (pari al 23%). Guardando la cittadinanza, vive in affitto il 76,5% delle famiglie povere
con stranieri; solo il 10,6% ha una casa di proprietà contro, rispettivamente, il 31,1% e il 54,9% delle
famiglie in povertà di soli italiani. L’affitto medio per le famiglie in povertà assoluta è pari a circa 337
euro mensili, contro i 434 euro pagati dalle famiglie che non sono in condizione di povertà. Il 15,0%
delle famiglie in povertà assoluta che vivono in casa di proprietà paga un mutuo (contro il 19,3% delle
famiglie non povere). Pur trattandosi di un investimento, che, come tale, non rientra nella spesa per
consumi, tuttavia, per le famiglie che la sostengono, rappresenta un’uscita gravosa.
Commenti
Posta un commento
NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.