Istat, andamento dell'economia italiana. Il quadro internazionale resta caratterizzato da elevati livelli di inflazione e di incertezza legati
alla crisi geopolitica e al conseguente aumento dei prezzi dei prodotti energetici.
In Italia, nel secondo trimestre il Pil ha segnato un deciso incremento, superiore a quello
dell’area euro, sostenuto dalla domanda interna al netto delle scorte. La domanda estera
netta ha fornito un contributo negativo e la bilancia commerciale è peggiorata ulteriormente.
12 sett 2022 - A luglio, il mercato del lavoro ha evidenziato una prima flessione degli occupati che si è
accompagnata a una riduzione dei disoccupati e a un aumento degli inattivi. Le attese delle
imprese sull’occupazione sono in calo.
Il volume delle vendite al dettaglio a luglio è aumentato, suggerendo il proseguimento della
fase di ripresa dei consumi delle famiglie avviatasi nel secondo trimestre.
Le prospettive per i prossimi mesi mostrano un possibile ridimensionamento dei ritmi
produttivi. La produzione industriale di luglio ha segnato un modesto rialzo congiunturale e,
ad agosto, la fiducia delle imprese ha registrato un’ulteriore calo, più accentuato tra le
imprese manifatturiere e delle costruzioni.
Il quadro internazionale resta caratterizzato dall’accelerazione dell’inflazione, da un progressivo peggioramento delle
aspettative e dal perdurare dell’elevata incertezza associata alle tensioni geopolitiche.
Le quotazioni dei beni energetici
hanno segnato un primo disallineamento con una discesa dei listini del Brent (99 dollari al barile ad agosto da 109 di
luglio), condizionata dai crescenti rischi di riduzione dell’attività economica, mentre i prezzi del gas naturale hanno
continuato a crescere spinti dai tagli di forniture da parte della Russia (70$/mmbtu 1 ad agosto da 51$/mmbtu a luglio).
Nell’area dell’euro, nel secondo trimestre, il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,8% trainato dai consumi delle
famiglie (+1,3%) e, in misura più
contenuta, dagli investimenti (+0,9%).
L’occupazione ha registrato un aumento
inferiore a quello del Pil (+0,4%) mentre
il tasso di disoccupazione a luglio è
sceso di un decimo (6,6%),
raggiungendo il minimo dall’inizio delle
rilevazioni nel 1998. Nello stesso mese,
le vendite al dettaglio in volume sono
cresciute marginalmente (+0,3%) e ad agosto l’inflazione ha mostrato una ulteriore accelerazione (9,1%, da 8,9% a
luglio).
I beni energetici e quelli alimentari rimangono i principali driver del processo inflattivo (rispettivamente +38,3% e
+10,6%) ma l’aumento dei prezzi si sta progressivamente diffondendo tra le diverse categorie di beni.
L’indice core,
misurato al netto di energia e alimentari freschi, ha mostrato un’ulteriore accelerazione (+5,5% tendenziale, da +5% a
luglio) spinto dall’aumento dei prezzi dei servizi (+3,8%) e dei beni industriali non energetici (+5%).
A settembre, la Bce, come atteso, ha approvato un nuovo rialzo dei tassi di policy di 75 punti base per contenere la
persistente revisione al rialzo delle aspettative dell'inflazione. Il tasso di cambio dell’euro rispetto al dollaro, lo scorso
mese, ha continuato a oscillare su valori vicini alla parità.
Le prospettive per l’area appaiono in progressivo peggioramento. Ad agosto, l’indice composito di fiducia economica
ESI, elaborato dalla Commissione Europea, è ulteriormente diminuito, portandosi al di sotto della media di lungo
periodo, condizionato dai risultati negativi nell’industria e nei servizi.
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