Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

«Frasulinu», lo 'sventurato' del villaggio che Modugno raccontò in poesia

Barcellona Pozzo di Gotto a partire dal 1925 è stata sede di un manicomio criminale. Domenico Modugno, senatore radicale, 'visitò' l‘ospedale psichiatrico di Agrigento, scoprendo un panorama di desolazione: 400 pazienti nudi tra escrementi, cani randagi, donne senza età. Modugno racconta la storia di Frasulinu, lo 'sventurato' del villaggio che si aggirava per le strade mangiando vetri e chiodi, per fare divertire la gente e racimolare qualche soldo.

30/10/2022 - Barcellona Pozzo di Gotto a partire dal 1925 è stata sede di un manicomio criminale, istituito per ospitare detenuti affetti da patologia psichiatrica, dal 1 aprile 2015 trasformato in Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS), e poi in casa circondariale. Tra i compiti istituzionali di simili strutture vi era e vi è il trattamento rieducativo, la cura della malattia mentale, il diritto alla salute insomma, la funzione terapeutica, la risocializzazione, il recupero. Domenico Modugno, famoso «Mr. Volare», a quel tempo senatore radicale costretto in carrozzella da un ictus, accompagnato dal giornalista Gad Lerner e dal fotografo Franco Zecchin (che per il settimanale L’Espresso documenteranno un viaggio nei manicomi della Calabria e della Sicilia) 'visita' l‘ospedale psichiatrico di Agrigento.

Là riescono ad entrare in padiglioni tenuti fuori dalla vista del pubblico, scoprendo il panorama di desolazione che si apre davanti ai loro occhi: 400 pazienti nudi tra escrementi, cani randagi, donne senza età entrate quando erano bambine troppo vivaci. Gatti e mosche giganti stanno intorno al cibo, il lezzo è quello della discarica pubblica con aggiunta di esseri umani. 

Hanno catalogato le vittime: i «laceratori», che si strappano le vesti; gli «agitati», i «violenti» che devono essere tenuti legati, i «pericolosi». Si trovano le cartelle cliniche: duecento degenti sono morti negli ultimi undici anni, molti dei quali per un’ epidemia di tubercolosi.
Entra pure Domenico Modugno, qualcuno lo riconosce, uno di loro ha una compilation delle sue canzoni più famose su un magnetofono e l’artista che ha conquistato il mondo ne è felice.

«Frasulinu» è il titolo di una memorabile canzone del 1971 di Modugno, in cui Mr. Volare racconta con l’affetto della memoria, in dialetto salentino (frainteso con quello siciliano, acquisito perché la moglie di Modugno è di Montalbano Elicona, a due passi da Barcellona Pozzo di Gotto, Messina). Racconta la storia di Frasulinu, lo 'sventurato' del villaggio che si aggirava per le strade mangiando vetri e chiodi, per fare divertire la gente e racimolare qualche soldo. Mangiava ricci, e una volta persino un topo dentro un panino, gridando al centro del paese:

«Io sono una lampadina, accendimi»
…ed un paesano gli dava uno schiaffone…
«spegnimi»

…e se ne prendeva un altro. Poi raccoglieva qualche spicciolo, lo spendeva in osteria, ed andava alla fine a dormire alla stazione, non prima di esser passato davanti alla stazione dei Carabinieri per insultare il maresciallo. Finché, una mattina, fu trovato dentro ad una pozzanghera congelata….. era morto assiderato con un vago sorriso sulle labbra.

Uè cumpa’ viniti tutti ‘n mienzu la chiazza câ è ‘rriatu lu Frasulinu câ vi fa ridiri a tutti quanti. 
Eccolo qua (ehehehehhhhh, ridacchia).

Con gli occhi arrossati che non ridevano mai, la barba lunga, un paio di pantaloni a due colori, bocca piena di denti, con la quale riusciva a mangiare tutto: bicchieri, chiodi, ricci con tutte le spine… Una volta, mamma mia, un topo vivo in mezzo a un panino… Questo era lu Frasulinu, lo scemo del paese!

m.m.

Ddumame, stutame, ddumame, stutame.
Complendar, complendar,
Frasulinu sempre andar.

Lu trenu câ fuce,
Tutti cumpari…
ma niusciunu ‘nduce…
Lu trenu câ corre…
Tutti cumpari,
ma nisciunu te soccorre… (Ehehehehhhhh, ride).

Bravu lu Frasulinu.
Prrrrrrrrrr (pernacchia)

Traduzione

Accendimi, spegnimi,
accendimi, spegnimi.
Complendare, complendare,
Frasulinu sempre andare.

Il trenu che fugge…
ma nessuno ‘nduce…
Il treno che corre…
Tutti compari,
ma nessuno ti soccorre…
(Ehehehehhhhh, ride).

Bravo lu Frasulinu.
Prrrrrrrrrr (pernacchia)

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