Denunce medico del Civico di Palermo: di enorme gravità, approfondire le indagini

Denunce medico del Civico di Palermo, M5S chiede invio ispettori e audizioni in commissione Ars  7 mag 2025 - "Quanto denunciato dal dottore Francesco Caronia, in servizio presso il reparto di Chirurgia toracica dell'ospedale Civico di Palermo, e portato a conoscenza dell'opinione pubblica grazie all'operato del collega Ismaele La Vardera, è di enorme gravità e meritevole di essere immediatamente attenzionato dall'assessore alla Sanità, cui chiediamo celeri ed approfondite indagini”. Lo afferma il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca “Intanto - continua De Luca - chiederò al presidente della commissione Salute Laccoto di audire in separata sede il dottor Caronia e il primario di Chirurgia toracica Damiano Librizzi”.

San Martino, la leggenda del mantello e del vino novello

Con la «Filastrocca di San Martino» di Mimmo Mòllica, l’11 novembre festeggiamo San Martino, le belle giornate di sole e il vino novello. Secondo il racconto popolare, Martino incontrando un povero mendicante stremato dal freddo gli donò metà del suo mantello. Quel mendicante era Gesù. Subito il cielo si illuminò e il sole apparve lassù, riscaldando gli uomini e la terra e fu «l’Estate di San Martino».

«Filastrocca di San Martino»

Un giorno freddo e cupo,
l’undici di novembre,
con un tempo da lupo
(sembrava già dicembre),
mentre a cavallo andava
vide un uomo tremante,
sfinito e barcollante,
nudo e senza mantello,
nei pressi di un ruscello.

Si impietosì Martino
e la spada sguainò,
pensando “poverino”
e il mantello in due tagliò;
dopo gli andò vicino
e metà gliene donò.

Subito un sole giallo
rese il cielo splendente,
San Martino a cavallo
apparve rilucente.

L’Angelo col mantello
spuntò dal cielo rosso,
spiegò l’ali un uccello
su quel mantello indosso;

l’allegro pettirosso
si mise a cinguettare
e il povero commosso
si cominciò a scaldare.

Novembre adesso è mite:
estate di San Martino,
quando cresce la vite
e il mosto è già nel tino.

Quella notte a Martino
venne in sogno Gesù,
poiché donò il mantello
al povero quaggiù.

Gesù era il poverello
che Martino incontrò
e con il suo mantello
lo accolse e lo scaldò.

Ogni anno sin d’allora,
il giorno di San Martino
la luce dell’aurora
splende sul biancospino
e il pettirosso vola;
belando l’agnellino
il povero consola.

Festa è nelle campagne
si brinda al caldo inverno,
caldarroste e castagne,
frutti del Padreterno.

Il sole dell’inverno
riscalda il pellegrino
ed ogni mosto è vino,
«evviva San Martino».

Mimmo Mòllica ©


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