Sara Campanella: giovedì 3 aprile fiaccolata in ricordo della studentessa vittima di femminicidio a Messina

Giovedì 3 aprile fiaccolata in ricordo di Sara Campanella, studentessa del CdS in Tecniche di Laboratorio Biomedico dell'Università di Messina, vittima di femminicidio a Messina. Il corteo si muoverà fino a Piazza dell'Unione Europea, sede del Municipio.  Per la sua uccisione è stato individuato, quale soggetto fortemente sospettato, Stefano ARGENTINO, 27enne, di Noto (SR), anche lui studente nella stessa facoltà della giovane, rintracciato con il supporto dei Carabinieri di Siracusa. Messina, 1 apr. 2025 - Giovedì 3 aprile 2025, alle ore 19.30 con partenza prevista dal Cortile del Rettorato in Piazza Pugliatti, prenderà avvio una fiaccolata in ricordo di Sara Campanella, studentessa del CdS in Tecniche di Laboratorio Biomedico dell'Università di Messina, vittima di femminicidio. L'iniziativa, organizzata dall'Ateneo peloritano unitamente a tutte le Associazioni studentesche ed in collaborazione con il Comune di Messina, coinvolgerà la Comunità accademica ed è aper...

Natale: casa senza puleggio, il marito è cattivo e la moglie è peggio

«La casa chi nun c’è puleju, lu maritu è tintu e la mugghieri è peju». La casa in cui manca il puleggio, il marito è cattivo e la moglie è peggio. Il proverbio è citato da Giuseppe Pitrè. «Tintu» in Sicilia sta per "cattivo (contrario di buono), persona malvagia. Ma pure una "fimmina tinta" è “’na cosa tinta", e perfino una cosa può andarci “tinta”, cioè male.

14/12/2022 - In Sicilia fino al secolo scorso tra le piante legate al Natale, c’era il puleggio (puleju) che viene citata dal Pitrè col proverbio summenzionato. Il puleggio è la «menta poleggio», pure detta «menta romana», il cui olio essenziale è fortemente tossico. Eppure col «puleggio» si adornava la grotta di Gesù Bambino nel presepio, forse per il forte aroma che emana? La menta infatti è una pianta profumata, e anticamente veniva usata come repellente contro pulci ed altri insetti.

La leggenda del Lupino  

Altra pianta per tradizione collegata al Natale è il «lupino», legume poco presente sulle tavole degli italiani, ma dalle proprietà benefiche una volta tolto l’amaro che sprigiona allo stato ‘naturale’. 
La «Leggenda del Lupino» risale al 1600 e racconta della Sacra Famiglia costretta a fuggire in Egitto per salvare Gesù Bambino dalla Strage degli innocenti, voluta da Erode che, credendo insidiato il suo trono dalla venuta del Re dei Re, ordina di uccidere tutti i bambini sotto i due anni. Nel lungo ed estenuante tragitto Giuseppe e Maria, con in braccio il Bambino, sono costretti a chiedere aiuto agli alberi e alle piante, affinché nascondano il Bambino Gesù.

Chiedono rifugio alla pianta del Lupino che - però - li caccia via agitando i rami e facendo esplodere i baccelli secchi, per attirare l’attenzione dei soldati che vorrebbero strappare il Bambino dalle braccia di Maria. Il Lupino viene per questo ‘maledetto’ e i suoi frutti saranno amari per sempre, come vuole la leggenda.

Ma quando la Madonna chiede aiuto al Pino, l’albero spalanca subito le sue fronde maestose per proteggere il Bambino dai suoi persecutori. Il Pino viene per questo benedetto e riceve in dono il profumo dell’incenso. Da allora è usanza bruciare una pigna la notte di Natale: l’incenso ‘santo’ profuma la casa e sale fino al cielo, in segno di devozione, dando un ulteriore tocco di ‘inebriante magia’ alla nascita di Gesù Bambino.

La «Leggenda del Lupino», tramandata oralmente da cantastorie e poeti, è molto famosa a Napoli, ma non solo. Il maestro Roberto De Simone l’ha musicata, tramandandone una bellissima versione in lingua partenopea, che fa parte della tradizione dei canti di Natale. Mimmo Mòllica ha composto la «Filastrocca del Natale e del Lupino» ispirandosi a questa antica leggenda.

Commenti