Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

Natale: casa senza puleggio, il marito è cattivo e la moglie è peggio

«La casa chi nun c’è puleju, lu maritu è tintu e la mugghieri è peju». La casa in cui manca il puleggio, il marito è cattivo e la moglie è peggio. Il proverbio è citato da Giuseppe Pitrè. «Tintu» in Sicilia sta per "cattivo (contrario di buono), persona malvagia. Ma pure una "fimmina tinta" è “’na cosa tinta", e perfino una cosa può andarci “tinta”, cioè male.

14/12/2022 - In Sicilia fino al secolo scorso tra le piante legate al Natale, c’era il puleggio (puleju) che viene citata dal Pitrè col proverbio summenzionato. Il puleggio è la «menta poleggio», pure detta «menta romana», il cui olio essenziale è fortemente tossico. Eppure col «puleggio» si adornava la grotta di Gesù Bambino nel presepio, forse per il forte aroma che emana? La menta infatti è una pianta profumata, e anticamente veniva usata come repellente contro pulci ed altri insetti.

La leggenda del Lupino  

Altra pianta per tradizione collegata al Natale è il «lupino», legume poco presente sulle tavole degli italiani, ma dalle proprietà benefiche una volta tolto l’amaro che sprigiona allo stato ‘naturale’. 
La «Leggenda del Lupino» risale al 1600 e racconta della Sacra Famiglia costretta a fuggire in Egitto per salvare Gesù Bambino dalla Strage degli innocenti, voluta da Erode che, credendo insidiato il suo trono dalla venuta del Re dei Re, ordina di uccidere tutti i bambini sotto i due anni. Nel lungo ed estenuante tragitto Giuseppe e Maria, con in braccio il Bambino, sono costretti a chiedere aiuto agli alberi e alle piante, affinché nascondano il Bambino Gesù.

Chiedono rifugio alla pianta del Lupino che - però - li caccia via agitando i rami e facendo esplodere i baccelli secchi, per attirare l’attenzione dei soldati che vorrebbero strappare il Bambino dalle braccia di Maria. Il Lupino viene per questo ‘maledetto’ e i suoi frutti saranno amari per sempre, come vuole la leggenda.

Ma quando la Madonna chiede aiuto al Pino, l’albero spalanca subito le sue fronde maestose per proteggere il Bambino dai suoi persecutori. Il Pino viene per questo benedetto e riceve in dono il profumo dell’incenso. Da allora è usanza bruciare una pigna la notte di Natale: l’incenso ‘santo’ profuma la casa e sale fino al cielo, in segno di devozione, dando un ulteriore tocco di ‘inebriante magia’ alla nascita di Gesù Bambino.

La «Leggenda del Lupino», tramandata oralmente da cantastorie e poeti, è molto famosa a Napoli, ma non solo. Il maestro Roberto De Simone l’ha musicata, tramandandone una bellissima versione in lingua partenopea, che fa parte della tradizione dei canti di Natale. Mimmo Mòllica ha composto la «Filastrocca del Natale e del Lupino» ispirandosi a questa antica leggenda.

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