La Sicilia vanta in totale 70 denominazioni Dop e Igp: 39 del comparto Cibo e 31 del comparto Vino. Nel comparto Food, la Sicilia conta 39 denominazioni, di cui 20 Dop e 16 Igp. L’Unione europea, con Legge 171 del 17/05/2021, ha registrato la Pesca di Delia Igp, prodotta nei comuni di Serradifalco, Caltanissetta, Delia, Sommatino, Riesi, Mazzarino e Butera, in provincia di Caltanissetta; e dei comuni di Canicattì, Castrofilippo, Naro, Ravanusa e Campobello di Licata, in provincia di Agrigento.
29/12/2022 - Prosegue la crescita delle eccellenze nel settore agroalimentare di qualità del cibo. Nel 2021 il
settore si arricchisce di tre prodotti food: Olio di Roma di Indicazione geografica protetta (Igp) nel
Lazio, la Pesca di Delia (sempre Igp) e il Pistacchio di Raffadali di Denominazione di origine protetta
(Dop) le cui zone di produzione, in questi ultimi due casi, si estendono tra diversi comuni in Provincia
di Caltanissetta e Agrigento in Sicilia.
Si conferma la predominanza del settore degli Ortofrutticoli e cereali che, di fatto, rimane quello con il
maggior numero di riconoscimenti: nel 2021 si attestano a 118, di cui 38 Dop e 80 Igp.
Segue il
settore dei Formaggi con 56 prodotti e l’Olio extravergine di Oliva con 49 prodotti.
A livello territoriale l’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di riconoscimenti Dop e Igp,
seguita dal Veneto, dalla Sicilia e dalla Lombardia.
A livello regionale, nelle aree meridionali del Paese si colloca il 40,5% dei produttori, di cui la quota
più alta (19%) nella sola Sardegna, seguita dalla Sicilia (7,4%). Nel Nord opera il 37,7% dei
produttori presenti in Italia (il 14,3% nel solo Trentino-Alto Adige), mentre nel Centro (21,8%) è
particolarmente attiva la Toscana (14,3%).
Il forte legame tra il territorio di origine e i prodotti agroalimentari di qualità certificati dall’Unione
europea si traduce nella tipicità e specializzazione del territorio stesso oltre che nella sua
valorizzazione in determinati settori.
È così che in Sardegna è presente soprattutto una tradizione
lattiero casearia, con il 66,7% dei produttori che operano in questo settore e gestiscono il 67,2% degli
allevamenti certificati della regione. Analogo discorso vale per la Valle D’Aosta-Vallée d'Aoste, dove
tutti i produttori sono attivi nel settore dei Formaggi, che vede in Lombardia una quota del 66% e in
Emilia Romagna del 52,5%.
La Toscana ha una spiccata vocazione nell’attività olivicola-olearia: l’86,2% dei produttori e il 96,5%
della superficie investita coinvolta.
La specializzazione olivicola-olearia è forte anche in Liguria e in
Puglia (la quota di produttori del settore è, rispettivamente, del 94,3% e dell’87,4%), così come in
Sicilia (59,8%), anche se in quest’ultima regione è rilevante anche la produzione ortofrutticola
(38,8%). In Trentino Alto-Adige quasi il 90% dei produttori lavora nel settore ortofrutticolo al quale è
dedicata quasi tutta la superficie certificata nella regione.
Oli extravergine di oliva: in aumento i soggetti della filiera
Nel confronto con l’anno precedente, il settore olivicolo oleario segna una crescita del 2,9% sia in
termini di produttori che, più in generale, di operatori. I trasformatori (nel ruolo di molitori e/o
imbottigliatori) aumentano del 3,4%, mentre gli impianti segnano una crescita del 5,3%: in media
ciascun trasformatore gestisce 1,5 impianti.
Considerata la lunga tradizione geografica di alcuni territori specializzati nella coltivazione
dell’olivo e nella produzione olearia, la Toscana si conferma, anche nel 2021, la regione con il
maggior numero di operatori presenti nel settore (42%), seguita dalla Puglia (16,3%) e dalla
Sicilia (15,6%).
La quota femminile interessa il 33% dei produttori e il 20,1% dei trasformatori.
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