Istat. È al Nord la quota più elevata di
praticanti sportivi (41,5%), segue il
Centro (36,7%) e per ultimo il
Mezzogiorno (24%). Forti le
diseguaglianze legate al titolo di
studio: pratica sport il 51,2% dei
laureati contro il 15,6% di chi ha la
licenza di scuola media. Forti i divari territoriali e per titolo di studio
1/12/2022 - Sul territorio, l’attitudine alla pratica sportiva è maggiore al Nord-est dove vi si dedica il 41,6% della
popolazione di tre anni e più; segue il Nord-ovest (39,9%) e il Centro (36,7%). Le quote sono decisamente più
basse nelle regioni meridionali (24,8%) e insulari (25,4%) con l’eccezione della Sardegna (31,9%). Le
regioni con i valori più bassi sono Campania (20,8%), Calabria (22,5%), Sicilia (23,2%), Molise (23,6) e Basilicata
(24,7%).
Sebbene nell’arco degli ultimi 20 anni l’attitudine allo sport sia aumentata in tutto il territorio nazionale, il
gradiente territoriale tra Centro-Nord e Mezzogiorno continua ad ampliarsi: tra il 2000 e il 2021, infatti, è
aumentata di circa il 25% nel Centro-nord e di quasi il 15% nel Mezzogiorno, incrementando le distanze tra le
diverse macro aree del Paese.
Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, i livelli di pratica sportiva sono più elevati nei comuni centro
e periferie dell’area metropolitana (rispettivamente il 36,0% e il 35,0%) e nei grandi comuni con oltre 10mila
abitanti (circa il 34,5%). Quote meno elevate si hanno invece nei piccoli comuni fino a 2mila abitanti (30,6%).
Anche il livello di istruzione rappresenta un elemento rilevante per la pratica sportiva: pratica sport il 51,2% dei
laureati, il 38,3% dei diplomati e soltanto il 15,6% fra coloro che hanno la licenza della scuola media
dell’obbligo.
Le diseguaglianze rispetto al titolo di studio sono aumentate nel tempo: la distanza tra titoli di studio bassi e
titoli di studio alti era pari a 27,7 punti percentuali nel 2000, arriva a 39,5 punti nel 2020 e si mantiene quasi
allo stesso livello anche nel 2021 (35,6 punti percentuali).
Pratica sportiva dei ragazzi condizionata da disuguaglianze socio-economiche
Il contesto familiare è fondamentale per l’adozione di stili di vita più o meno salutari, specialmente nel periodo
della crescita quando i ragazzi si trovano ad apprendere i comportamenti individuali anche attraverso
l’osservazione dei modelli familiari.
L’associazione tra le abitudini sportive dei genitori e la pratica sportiva dei figli è molto significativa. Sono
soprattutto i bambini e i ragazzi di 3-17 anni con entrambi i genitori sportivi a dichiarare di praticare sport
(75,2%). Livelli elevati di pratica sportiva si osservano anche quando è solo uno dei genitori a fare sport, in
misura maggiore se si tratta della madre piuttosto che del padre (58,9% contro 54,1%) mentre si scende al 31,2%
se nessuno dei genitori pratica sport.
I membri di una stessa famiglia condividono inoltre lo status socio-economico a cui spesso sono associate diverse
opportunità e propensioni ad assumere comportamenti e stili di vita. Nel 2021 praticano sport il 49% dei bambini
e giovani che vivono in famiglie con ottime o adeguate risorse economiche e il 39,8% di quelli che hanno
situazioni economiche familiari più svantaggiate.
Anche il contesto culturale della famiglia incide sulla pratica sportiva. I giovani che hanno genitori con titolo di
studio alto si dedicano allo sport nel 57,9% dei casi. La quota scende al 45,5% se i genitori possiedono un diploma
di scuola superiore e si attesta ad appena il 29,6% quando i genitori non sono andati oltre la licenza di scuola
media dell’obbligo.
Commenti
Posta un commento
NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.