Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

Emergenza rifiuti: i sindaci, da Milazzo a Gioiosa Marea, chiedono un incontro urgente a Schifani e alla Procura di Barcellona

Emergenza rifiuti e problemi conferimento discarica, i sindaci scrivono a Schifani.  Persistono i disagi per i Comuni della provincia di Messina, costretti oramai da oltre un anno ad inviare i rifiuti indifferenziati a Trapani. Il gestore limita gli accessi della frazione indifferenziata non appena riscontra delle impurità tra i rifiuti e così la situazione igienico-sanitaria nei vari centri resta critica e anzi l’emergenza è dietro l’angolo qualora da qui ai prossimi giorni non dovessero arrivare soluzioni concrete e soprattutto praticabili. I sindaci di Milazzo, Barcellona, Patti, Furnari e Gioiosa Marea diramano una nota di protesta: inviato un duro documento all’assessorato dell’Energia e dei servizi di Pubblica Utilità, chiesto a Schifani un incontro urgente e alla Procura di Barcellona.

20/01/2023 - Proprio per questa ragione i sindaci di Milazzo, Barcellona, Patti, Furnari e Gioiosa Marea, dopo essersi riuniti la scorsa settimana, diramando una nota di protesta, stavolta hanno inviato un duro documento all’assessorato dell’Energia e dei servizi di Pubblica Utilità scrivendo anche al presidente Schifani al quale hanno chiesto un incontro urgente e alla Procura di Barcellona. “Abbiamo la sensazione - scrivono Midili, Calabrò, Bonsignore, Germanò e La Galia che all’Assessorato la nostra situazione venga considerata un peso. Quanto scritto nella nota di risposta con oggetto il destino dei rifiuti urbani indifferenziati, prodotti nei nostri comuni , offre un drammatico spaccato di come si gestisce il settore dei rifiuti in Sicilia. 

Probabile ci sia sfuggito quando tutti i Comuni siciliani siano diventati virtuosi e quando la Sicilia abbia raggiunto nella propria interezza il 65% di raccolta differenziata. Sembra la risposta di quei giapponesi che sono rimasti isolati in alcune zone del Pacifico e non sanno che la guerra è finita. A Palermo, si sconosce che nella nostra Isola esistono molti comuni che non hanno superato neanche la soglia del 50% eppure continuano a scaricare i propri rifiuti perché alcuni impianti li ricevono mentre a Trapani siamo oramai al collasso perché se ci sono impurità si ferma tutto. Questo sembra principalmente colpire i comuni della provincia di Messina. Su questa situazione di evidente difficoltà l’Assessorato si limita a dire che bisogna richiedere ai nostri singoli gestori di raccogliere con maggiore oculatezza e comunque non esistono soluzioni alternativa. 

L’evidente disparità con la quale vengono trattati i comuni siciliani appare chiara. Non solo siamo i comuni che in termini di trasporto pagano più di tutti in Sicilia a causa della destinazione a Trapani dei rifiuti ma per noi, a differenza di quanto avviene ad esempio nell’impianto Tmb di Sicula, non esiste possibilità di materiale non conforme anche se le nostre raccolte risultano, dati alla mano, nettamente migliori delle raccolte di molti altri comuni “più fortunati”. 

Neanche di fronte alla disponibilità di altri impianti a ricevere i nostri rifiuti, se pur temporaneamente, questo Assessorato ritiene di dover mettere in atto la procedura autorizzativa, costringendoci quindi nei fatti a lasciare i nostri rifiuti per strada con gravi ricadute igienico ambientali e di immagine che superano oltre ogni logica i limiti della sopportazione. Appare vergognoso poi sentirsi rispondere al telefono che siamo capaci solo di richiedere soldi quando la nostra richiesta si limita ad un logico spostamento di impianto per parità di trattamento e nonostante fino ad oggi i nostri costi, senza alcun aiuto regionale, sono stati i più elevati di tutta la Sicilia. E’ evidente che questo stato di fatto ci costringe ad intraprendere ogni e qualsiasi azione a tutela delle nostre città ed a difesa delle azioni chiaramente e palesemente discriminatorie messe in atto dalla Regione Siciliana nei nostri confronti e che seguiranno ad un immediato ed urgente incontro che si richiederà al Presidente della regione Siciliana”.

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