L’«Olivo Bianco della Madonna», considerato quasi scomparso, anticamente utilizzato per alimentare le lampade votive, torna a popolare le campagne, a tutela dell’ecosistema e della biodiversità. Questa pianta produce un delicato Olio, adoperato dalla Chiesa Cattolica nelle funzioni religiose. Anticamente veniva utilizzato per produrre l’olio destinato ad alimentare le lampade votive. L’avvento dell’elettricità. Da un paio d’anni un mecenate, Nino Molica Colella, si dedica all’innesto di questo straordinario albero nell'azienda agrituristica di S. Margherita a Gioiosa Marea.
20/09/2023 - Se negli ultimi tempi veniva piantumato nelle chiese e nei giardini dei conventi, a Gioiosa Marea, in provincia di Messina, l'olivo bianco fa rigoglioso sfoggio di sé a S. Margherita di Gioiosa Marea, nell'antica Azienda Agricola della Nobile Famiglia Benincasa, Azienda Pluripremiata da Vittorio Emanuele, ma non solo. Da un paio d’anni a questa parte - infatti - un mecenate della cultura e dell’accoglienza agrituristica, Nino Molica Colella, si dedica all’innesto di questo straordinario albero, per promuoverne la conoscenza e non fare scomparire la preziosa varietà olivicola. Il mecenate ha di recente fornito ad un vivaista le mazze necessarie per la riproduzione, ed altre ne ha donate ad un agricoltore nella vicina Calabria, inviando pure alcune piante nell'isola di Malta. Nino Molica Colella porta avanti - inoltre - nel suo Orto Botanico, altre piante in via di estinzione.
Il recupero dell’Olivo Bianco, quasi scomparso
Era quasi scomparso. L’Olio Bianco della Madonna era praticamente scomparso in quanto, anticamente utilizzato per produrre l’olio destinato ad alimentare le lampade votive, con l’avvento dell’elettricità non se ne avvertiva più il bisogno. L'attività di recupero ha incontrato il favore di S.E. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù e Delegato della Conferenza episcopale siciliana per i problemi sociali. Una iniziativa per la reintroduzione in Sicilia dell'Olivo Bianco è stata avviata pure dall'Archeoclub d'Italia, nella sede di Cefalù. Fortunata Flora Rizzo: “A Cefalù inizieremo da territori colpiti dagli incendi. Nel tempo si erano perse le tracce dell’Olivo detto «Olivo bianco della Madonna» che ha rischiato l’estinzione”. In Italia possediamo 533 cultivar di olive, 140 cultivar di grano duro. Gli Stati Uniti, immensamente più grandi di noi, ne hanno 6! Ma da noi sta rischiando di scomparire la Olea europea, varietà leucocarpa, cioè l’Olivo della Madonna. Dopo Santa Margherita di Gioiosa Marea, pure in Calabria è stata avviata una campagna di piantumazione dell’Olea europea leucocarpa, una volta riusciti a trovare alcuni esemplari. Con la riproduzione e la piantumazione si eviterà l’estinzione”.
La tutela di una grande storia e della biodiversità
L’ Olivo della Madonna”, Olea europaea leucocarpa, è una cultivar molto speciale che si fa riconoscere per la sua straordinaria bellezza solo a partire dal momento della maturazione del frutto. La leucocarpa, come l’olivo in generale, appartiene al paesaggio e quindi alla cultura mediterranea ed è noto che i popoli antichi di quell’area hanno avuto con l’olivo e con l’olio un rapporto privilegiato. 
L’olio d’oliva, assieme al grasso animale e, solo eccezionalmente alla cera d’api, sono stati per lungo tempo i combustibili utilizzati per illuminare gli ambienti.
L’olio ottenuto dalle bianche drupe della Leucocarpa possiede il pregio particolare di bruciare generando pochissimo fumo. Si comprende perché questo olio trasparente e poco denso sia diventato il combustibile ideale per alimentare le lampade impiegate all’interno dei luoghi di culto.L’auspicio è che questa piantumazione possa estendersi anche ad altre zone della Sicilia e del Mezzogiorno, evitando così l’estinzione della pianta che danneggerebbe la biodiversità della quale l’Italia è ricca.
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