Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

Messina Denaro: accolto l'appello della sorella della vivandiera del boss

IL CGA accoglie l’istanza cautelare proposta in appello da una imprenditrice colpita da una informativa antimafia in quanto sorella della vivandiera del boss Messina Denaro. Con ricorso proposto innanzi al Tar Palermo la sig.ra L.F. titolare di attività di ristorazione nel Comune di Campobello di Mazara, chiedeva l’annullamento previa sospensione dell’informativa antimafia adottata nei confronti della società di cui è titolare dalla Prefettura U.T.G. di Trapani.


Il Tar Palermo respingeva l’istanza cautelare proposta dalla sig.ra C.L.A che, pertanto, decideva di proporre appello cautelare innanzi il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana, con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Calogero Marino. In particolare gli avv.ti Rubino e Marino deducevano l’erroneità della ordinanza di primo grado innanzitutto nella misura in cui il primo giudice aveva omesso di considerare che il provvedimento interdittivo avesse precluso la partecipazione procedimentale dell’interessata violando una garanzia espressamente riconosciuta in materia dalle modifiche normative introdotte nel 2021; inoltre veniva rilevato come gli elementi indicati a sostegno del provvedimento interdittivo, al contrario di quanto affermato nell’ordinanza di primo grado, apparivano non rilevanti in termine di maggiore probabilità ai fini della dimostrazione della sussistenza di un rischio di un condizionamento mafioso nei confronti della società.

Ebbene, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha accolto l’appello cautelare proposto dalla sig.ra L.F, ritenendo plausibili le doglianze mosse dagli Avv.ti Rubino e Marino avverso il provvedimento interdittivo ed ordinando al TAR Palermo la sollecita fissazione dell’udienza di merito.
Per effetto della superiore pronuncia del CGA l’imprenditrice potrà riprendere la propria attività di ristorazione nelle more nell’udienza pubblica all’esito della quale il TAR Palermo si esprimerà nel merito sulla vicenda. 

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