Comunicato stampa
della segreteria dell’on. prof. Turi Lombardo, già docente universitario di
diritto dell’informazione e della comunicazione presso l’Università
degli Studi di Palermo. Dichiarazione stampa
dell’on. prof. Turi Lombardo: «A Capo
d’Orlando convegno sul socialista Salvatore
Carnevale senza i socialisti. Un
convegno su Salvatore Carnevale a cui non sono stati invitati i socialisti dei
Nebrodi. Chiamati a partecipare illustri accademici e intellettuali, tranne
proprio il docente universitario locale Antonio Matasso».
Palermo, 15 dicembre 2023 - «Nei giorni
scorsi noi socialisti democratici
e riformisti siciliani abbiamo ricordato Salvatore Carnevale, con una cerimonia
all’Assemblea regionale siciliana. Giustamente, è stato rilevato come molto
spesso si sia cercato, in certe ricostruzioni recenti, di cancellare ogni
riferimento alla militanza socialista di
Salvatore Carnevale, Placido Rizzotto e altri nostri compagni martiri della
lotta alla mafia. Proprio mentre lamentavamo siffatti tentativi di distorcere
la storia, ho appreso una notizia che mi induce a rilevare un dato oggettivo.
Dal 2012 Antonio Matasso, un docente universitario
residente a Capo d’Orlando, ha promosso un Premio antimafia dedicato a
Salvatore Carnevale. Grazie a lui, è stata intitolata al compagno Turiddu la
sala consiliare di Galati Mamertino, suo centro natale, in cui parecchi
cittadini avevano però del tutto perso la memoria del nostro eroe e di sua
madre Francesca Serio, che io ho avuto modo di conoscere e frequentare da
vicino nella federazione palermitana del Psi.
Il compagno Antonio Matasso è dunque colui che in
questi anni ha fatto riscoprire e ha custodito il ricordo di Carnevale e di
mamma Francesca. Vengo a sapere che giusto a Capo d’Orlando è stato organizzato
un convegno su Salvatore Carnevale a cui non sono stati invitati i socialisti dei
Nebrodi e dove sono stati chiamati a partecipare tanti illustri accademici e
intellettuali, tranne proprio il docente universitario locale Antonio Matasso,
leader dei socialisti nebroidei
ed organizzatore del Premio antimafia “Salvatore Carnevale”.
Parimenti esclusa tutta la comunità socialista locale,
legata alla diaspora del Psi e del Psdi. Per carità, anche grazie alle lotte
contadine socialiste,
oggi viviamo in democrazia e ciascuno è padrone di fare ciò che vuole e
scegliere con chi relazionarsi. Alcuni diranno che Salvatore Carnevale e
Francesca Serio sono figure che appartengono a tutti, ma io aggiungo che erano
anche un uomo ed una donna orgogliosamente di parte, in quanto ostentavano
sempre la loro militanza nelle file socialiste.
Sarei curioso di sapere come reagirebbero certuni se noi socialisti commemorassimo
Antonio Gramsci o Accursio Miraglia escludendo gli eredi del Pci da ipotetiche
iniziative in loro onore.
Vedo peraltro che taluni si sono appassionati alla
figura di Carnevale solo dopo che il compagno Antonio Matasso ne ha rinverdito
la memoria. E si sono accorti che ricorreva il centenario della sua nascita
soltanto dopo che lo ha ricordato lo stesso Matasso, annunciando varie
iniziative, tra cui quella da lui organizzata a Palazzo dei Normanni, in una
Sala Rossa gremita. La commemorazione che abbiamo tenuto a Palermo è stata una
cosa seria, perché si è svolta in presenza della “famiglia” di cui hanno fatto
parte Turiddu Carnevale e sua madre.
Lasciamo che sia l’opinione pubblica a individuare
la differenza tra una manifestazione promossa dai “parenti” dell’eroe socialista galatese e
altre iniziative meramente emulative, a Capo d’Orlando e pure altrove, da cui
viene espunto ogni riferimento alla storia dei socialisti siciliani.
Negli ultimi anni diversi soggetti hanno tentato di appropriarsi di icone socialiste cercando
di portarle sotto le bandiere ora del Pd, ora di Rifondazione Comunista e
persino di Forza Italia o dei 5 Stelle, tutti ambienti molto distinti e
distanti da noi. Sono fiducioso che la gente saprà distinguere tra chi ha
titolo ed autorevolezza per celebrare le battaglie socialiste per la
libertà e chi ne mette in piazza delle versioni da “hard discount” e dei
sottoprodotti che, nella sostanza, nulla hanno a che fare con il vissuto e con
il presente del socialismo siciliano».
Nella
foto: Antonio Matasso
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