COMPAGNIA CARABINIERI DI SANT’AGATA DI MILITELLO, DUE PALERMITANI ARRESTATI DAI CARABINIERI. SAREBBERO LORO GLI AUTORI DELLA RAPINA ALLA GIOIELLERIA DI FRAZZANÒ. AGLI ARRESTI DOMICILIARI ANCHE UN COMPLICE DEL LUOGO.
14 marzo 2024 - Ieri mattina, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello hanno eseguito tre arresti, due in
carcere ed uno agli arresti domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P.
del Tribunale di Patti, nei confronti di due soggetti palermitani, rispettivamente di 30 e 32 anni, ristretti in
carcere, in quanto indagati, nel rispetto della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva,
quali presunti autori - in concorso - dei reati di rapina aggravata, sequestro di persona e lesioni personali, e
di un 22enne del luogo, ristretto agli arresti domiciliari, in quanto indagato per il solo reato - in concorso - di
rapina aggravata.
Il provvedimento cautelare, scaturisce dall’attività investigativa, svolta dai Carabinieri della Sezione
Operativa di Sant’Agata Militello e della Stazione di Mirto, coordinata dalla Procura della Repubblica di
Patti, diretta dal dott. Vittorio Angelo Cavallo, avviata subito dopo una rapina perpetrata nel gennaio 2023, in
danno di una gioielleria di Frazzanò (ME), da cui è emerso che i due indagati palermitani, con il volto
travisato, si sarebbero introdotti nel negozio di preziosi e, dopo aver percosso il proprietario, si sarebbero
impossessati di diversi gioielli, orologi e denaro, per un valore totale di circa 40.000 euro.
Prima di darsi alla
fuga, i malviventi, avrebbero immobilizzato, legandolo mani e piedi, il gestore, che tuttavia era riuscito
ugualmente ad attivare il sistema di allarme che ha permesso l’immediato intervento dei militari dell’Arma.
La successiva fase delle indagini ha permesso di ricostruire la verosimile dinamica dei fatti e di accertare la
presunta complicità di un 22enne della zona. Infatti, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, il giovane
complice, prima della rapina, si sarebbe recato nella gioielleria con il pretesto di acquistare dei preziosi. Una
volta ultimato l’acquisto, sarebbe uscito dal negozio lasciando volutamente aperta la porta d’ingresso,
proprio in concomitanza dell’arrivo dei rapinatori che, senza alcun problema, si sono introdotti all’interno
del locale per commettere il reato.
Il presunto complice, nel plausibile intento di depistare le prove relative al
suo coinvolgimento, una volta fuori, avrebbe effettuato una telefonata ai Carabinieri, senza peraltro proferire
parola.
I gravi indizi di colpevolezza emersi dall’attività investigativa dei militari dell’Arma, suggellati anche dagli
accertamenti biologici condotti dai Carabinieri del R.I.S. di Messina che hanno rilevato la presenza del DNA
appartenente ai due arrestati palermitani sul materiale repertato presso la gioielleria colpita dalla rapina, sono
stati concordati dal GIP del Tribunale di Patti che ha emesso il provvedimento cautelare, eseguito dai
Carabinieri nei confronti dei tre indagati.
Ultimate le formalità di rito, i due arrestati palermitani sono stati ristretti presso la Casa Circondariale
Pagliarelli di Palermo.
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