Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

Decessi evitabili: valore massimo nella città metropolitana di Napoli, seguita da Messina e Palermo (23 ogni 10mila)

Istat. Nelle città metropolitane i decessi evitabili nel 2021 sono circa 20 ogni 10mila abitanti con un incremento del 16,6% rispetto al periodo 2017-2019 (Prospetto 7). Le città metropolitane del Mezzogiorno segnano i valori più critici dell’indicatore (esclusa Cagliari che si posiziona sotto il valore medio) che raggiunge il suo massimo nella città metropolitana di Napoli (27,1 per 10mila nel 2021) seguita da Messina e Palermo (circa 23 ogni 10mila). 

21/05/2024 - Valori più critici della mortalità evitabile nelle città metropolitane del Mezzogiorno L’analisi della mortalità evitabile consente di effettuare una valutazione dell'efficacia delle pratiche assistenziali e più in generale delle politiche dei sistemi sanitari nel prevenire le morti premature. La mortalità evitabile si riferisce infatti ai decessi delle persone di età compresa fra 0 e 74 anni che potrebbero essere evitati o ridotti in quanto riconducibili a cause di morte contrastabili con un’adeguata e accessibile assistenza sanitaria, con la diffusione di stili di vita più salutari e con la riduzione dei fattori di rischio ambientali 9 . 

Nello specifico, l’indicatore è costituito da due componenti, la mortalità prevenibile e quella trattabile. La mortalità prevenibile può essere contrastata con efficaci interventi di promozione della salute e prevenzione primaria mentre la mortalità trattabile si riferisce ai decessi che potrebbero essere contenuti grazie a un’assistenza sanitaria tempestiva ed efficace in termini di prevenzione secondaria e di trattamenti sanitari adeguati. In Italia, la tendenza osservata nel lungo periodo è di una progressiva riduzione della mortalità evitabile fino al 2019 (-20,6% rispetto alla media del triennio 2007-2009), interrotta nel 2020 e nel 2021 da un aumento significativo della mortalità, verosimilmente riconducibile agli effetti della pandemia da Covid-19. 

Nell’ultimo anno i decessi evitabili 10 sono 115mila, 17mila in più rispetto al 2017-2019. Il tasso standardizzato di mortalità evitabile è di 19,2 decessi per 10mila abitanti, superiore del 12,9% rispetto al triennio 2017-2019 ma comunque inferiore al picco raggiunto nel 2020 (19,7 ogni 10 mila). Le dinamiche descritte sono prevalentemente riconducibili alla componente prevenibile 11 , che diminuisce del 21,6% nel decennio pre-pandemico (da 13,4 decessi ogni 10mila del 2007-2009 a 10,5 del 2017-2019), per poi attestarsi intorno a 13 decessi ogni 10mila nei due anni della pandemia. 

Da segnalare che la crescita della mortalità prevenibile nei due anni pandemici è prevalentemente determinata dai decessi da Covid-19, pari a circa tre decessi per 10mila. La mortalità trattabile invece ha un andamento meno regolare in quanto si contrae del 18,8% dal 2007-2009 al 2017-2019, cresce lievemente nel 2020 per poi stabilizzarsi nel 2021 ai livelli ante pandemia (6,4 decessi ogni 10mila abitanti). 

Nelle città metropolitane i decessi evitabili nel 2021 sono circa 20 ogni 10mila abitanti con un incremento del 16,6% rispetto al periodo 2017-2019 (Prospetto 7). Le città metropolitane del Mezzogiorno segnano i valori più critici dell’indicatore (esclusa Cagliari che si posiziona sotto il valore medio) che raggiunge il suo massimo nella città metropolitana di Napoli (27,1 per 10mila nel 2021) seguita da Messina e Palermo (circa 23 ogni 10mila). 

La città metropolitana campana detiene i valori più alti anche nel comune capoluogo (29,3 decessi ogni 10mila abitanti) e nelle sue cinture urbane, con una differenza dalle relative medie che varia da un massimo di nove decessi del capoluogo a cinque decessi per 10mila della prima cintura. Al contrario la città metropolitana di Firenze, con 16 decessi evitabili ogni 10mila abitanti, presenta la mortalità più contenuta, insieme a Bologna e Milano (circa 17 decessi evitabili).

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