Istat. Nelle città metropolitane i decessi evitabili nel 2021 sono circa 20 ogni 10mila abitanti con un incremento del 16,6% rispetto al periodo 2017-2019 (Prospetto 7). Le città metropolitane del Mezzogiorno segnano i valori più critici dell’indicatore (esclusa Cagliari che si posiziona sotto il valore medio) che raggiunge il suo massimo nella città metropolitana di Napoli (27,1 per 10mila nel 2021) seguita da Messina e Palermo (circa 23 ogni 10mila). 21/05/2024 - Valori più critici della mortalità evitabile nelle città metropolitane del Mezzogiorno
L’analisi della mortalità evitabile consente di effettuare una valutazione dell'efficacia delle pratiche assistenziali
e più in generale delle politiche dei sistemi sanitari nel prevenire le morti premature. La mortalità evitabile si
riferisce infatti ai decessi delle persone di età compresa fra 0 e 74 anni che potrebbero essere evitati o ridotti in
quanto riconducibili a cause di morte contrastabili con un’adeguata e accessibile assistenza sanitaria, con la
diffusione di stili di vita più salutari e con la riduzione dei fattori di rischio ambientali 9 .
Nello specifico, l’indicatore
è costituito da due componenti, la mortalità prevenibile e quella trattabile. La mortalità prevenibile può essere
contrastata con efficaci interventi di promozione della salute e prevenzione primaria mentre la mortalità
trattabile si riferisce ai decessi che potrebbero essere contenuti grazie a un’assistenza sanitaria tempestiva ed
efficace in termini di prevenzione secondaria e di trattamenti sanitari adeguati.
In Italia, la tendenza osservata nel lungo periodo è di una progressiva riduzione della mortalità evitabile fino al
2019 (-20,6% rispetto alla media del triennio 2007-2009), interrotta nel 2020 e nel 2021 da un aumento
significativo della mortalità, verosimilmente riconducibile agli effetti della pandemia da Covid-19.
Nell’ultimo
anno i decessi evitabili 10 sono 115mila, 17mila in più rispetto al 2017-2019. Il tasso standardizzato di mortalità
evitabile è di 19,2 decessi per 10mila abitanti, superiore del 12,9% rispetto al triennio 2017-2019 ma comunque
inferiore al picco raggiunto nel 2020 (19,7 ogni 10 mila).
Le dinamiche descritte sono prevalentemente riconducibili alla componente prevenibile 11 , che diminuisce del
21,6% nel decennio pre-pandemico (da 13,4 decessi ogni 10mila del 2007-2009 a 10,5 del 2017-2019), per poi
attestarsi intorno a 13 decessi ogni 10mila nei due anni della pandemia.
Da segnalare che la crescita della
mortalità prevenibile nei due anni pandemici è prevalentemente determinata dai decessi da Covid-19, pari a
circa tre decessi per 10mila.
La mortalità trattabile invece ha un andamento meno regolare in quanto si contrae del 18,8% dal 2007-2009 al
2017-2019, cresce lievemente nel 2020 per poi stabilizzarsi nel 2021 ai livelli ante pandemia (6,4 decessi ogni
10mila abitanti).
Nelle città metropolitane i decessi evitabili nel 2021 sono circa 20 ogni 10mila abitanti con un incremento del
16,6% rispetto al periodo 2017-2019 (Prospetto 7). Le città metropolitane del Mezzogiorno segnano i valori più
critici dell’indicatore (esclusa Cagliari che si posiziona sotto il valore medio) che raggiunge il suo massimo nella
città metropolitana di Napoli (27,1 per 10mila nel 2021) seguita da Messina e Palermo (circa 23 ogni 10mila).
La
città metropolitana campana detiene i valori più alti anche nel comune capoluogo (29,3 decessi ogni 10mila
abitanti) e nelle sue cinture urbane, con una differenza dalle relative medie che varia da un massimo di nove
decessi del capoluogo a cinque decessi per 10mila della prima cintura. Al contrario la città metropolitana di
Firenze, con 16 decessi evitabili ogni 10mila abitanti, presenta la mortalità più contenuta, insieme a Bologna e
Milano (circa 17 decessi evitabili).
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