"Iconic Women" di Domenico Pellegrino proroga fino al 4 maggio 2025 a Palermo

La mostra "Iconic Women" di Domenico Pellegrino proroga fino al 4 maggio 2025, rinnova gli orari di apertura e promuove #MaquedaContemporanea, un nuovo circuito culturale. Palermo 31 ottobre 2024. La mostra Iconic Women, una coinvolgente esperienza multisensoriale di Domenico Pellegrino, visto il successo del primo mese di apertura, resterà aperta al pubblico fino al 4 maggio 2025. Nuovi gli orari: la mostra sarà visitabile il sabato e la domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00 a Palazzo Mazzarino, via Maqueda 383, Palermo. Iconic Women rende omaggio a figure femminili simbolo di forza e carisma, reinterpretate da Pellegrino con le sue iconiche luci della tradizione del Sud Italia. Attraverso immagini, parole, musica e realtà aumentata i visitatori vivono un’esperienza immersiva nella storia, la vita, i valori delle donne iconiche che Pellegrino ha scelto per questa sua prima collezione.  Esperienze didattiche e visite private Sono disponibili visite guidate

Radici italiane del mondo: 46 borghi siciliani aprono le porte di centinaia di tesori nascosti

Nell’anno delle Radici italiane del mondo, 46 borghi siciliani aprono le porte di centinaia di tesori nascosti Dal 10 maggio tre weekend per scoprire tradizioni, percorsi, ricette, artigiani. In regalo i semi dei fiori dell’Isola scelti dall’Orto Botanico di Palermo. Il progetto inserito nel programma di Italea Sicilia l’antenna del progetto del Ministero degli Esteri rivolto agli emigrati. Sui Nebrodi, o comunque nel Messinese, i più piccini,  Alcara Li Fusi, Frazzanò, Mirto, Pettineo, San Piero Patti.

PALERMO, 3 maggio 2024 - Si potrà ascoltare un concerto in un eremo al tramonto o visitare una cava di marmo e scendere con gli speleologi in una grotta piena di stalagmiti; imparare a cucinare un dolce tradizionale con le donne del borgo, fare yoga con le mucche; perdersi tra merletti di stucco, bassorilievi delicati, castelli arabi e torri fortificate; andar per laghetti, per sentieri, seguire un’ex ferrovia o raggiungere una misteriosa città sicana sulla vetta; contare quanti borghi possiedono un rabat arabo e quanti un castello federiciano; salire su una barca e perdersi tra due mari, camminare sulla Via Francigena, capire che i terreni tolti alla mafia possono richiamare i giovani nell’Isola. E soprattutto scoprire i luoghi e le tradizioni che sono testimoni dell’emigrazione in Sicilia: musei, conventi, artigiani, luoghi di memoria che gettano un ponte con gli 8 milioni di siculo-discendenti sparsi per il mondo. 


E siccome il cibo è  una delle memorie più salde e preziose, si potranno assaggiare ovunque i cibi della tradizione, scoprendo che il cucciddato è un dolce di Natale di Prizzi, che ‘mbriulata durava settimane nelle bisacce dei contadini di Sutera, che la pasta antica non è salata ma è un dolce squisito di Montelepre, che le dame ebbero dedicate corone dolci, che lo sfincione cucinato insieme è più buono. E ovunque si potranno seguire laboratori gastronomici, partecipare a percorsi per i vicoli, ripercorrere le proprie radici.


Perché la Sicilia si scopre mettendo in campo tutti e cinque i sensi, nessuno escluso. Quest’anno il festival Borghi dei Tesori non solo anticipa la sua quarta edizione alla primavera, stagione in cui ognuno di questi 46 piccoli comuni è un tripudio e di natura, fiori, sagre, feste; ma si lega con forza all’Anno del Turismo delle radici, progetto del Ministero degli Esteri attraverso la sua antenna territoriale, Italea Sicilia, guidata da Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori.   

 

Durante i tre weekend del Borghi dei Tesori Roots Festival si potrà fare tanto, tantissimo: dal 10 al 26 maggio, i venerdì dedicati soprattutto alle scuole, sabato e domenica per tutti. L’attesa è tanta, appena il programma è stato pubblicato sui social ha ricevuto migliaia di condivisioni e richieste di informazioni: 46 borghi  sparsi come tessere di un unico mosaico siciliano, circa 500 tra siti, passeggiate ed esperienze e molti giovani coinvolti per raccontare una Sicilia del tutto sconosciuta che va dalle Madonie ai Nebrodi, dai Sicani agli Iblei, da una punta all’altra dell’Isola.

L’anno scorso, per la sua terza edizione, il festival ha accolto oltre 12mila partecipanti. e quasi tutti hanno visitato più Comuni, con i più conosciuti e rodati a fare da catalizzatore per gli altri. Borghi dei Tesori Roots Fest è promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori in collaborazione con tutti i Comuni e con l’Ufficio Scolastico Regionale, ed è sostenuto da IGT e dalla Fondazione Sicilia.

 

I borghi di questa edizione 2024 – coordinata da Michele Ruvolo con Giovanna CirinoMarco CoicoAlessandra FabrettiAlida Fragale - rappresentano tutte e nove le province siciliane: sono Alcara Li Fusi, Balestrate, Baucina, Bisacquino, Bompietro, Buccheri, Burgio, Calascibetta, Calatafimi Segesta, Caltabellotta, Cammarata, Camporeale, Centuripe, Cassaro, Chiusa Sclafani, Ciminna, Collesano, Contessa Entellina, Custonaci, Delia, Frazzanò, Gangi, Geraci Siculo, Giarratana, Giuliana, Isnello, Licodia Eubea, Mirto, Montelepre, Monterosso Almo, Montevago, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Pettineo, Piedimonte Etneo, Pollina, Portopalo di Capo Passero, Prizzi, Sambuca di Sicilia, San Piero Patti, Santo Stefano Quisquina, Siculiana, Sutera, Trappeto, Valledolmo, Vallelunga Pratameno 

 

Tre weekend secondo la formula rodata delle Vie dei Tesori: i borghi apriranno e animeranno i “tesori di famiglia”. E siccome anche il gusto è un’arma di conoscenza, praticamente ogni comune ha pescato nelle sue tradizioni culinarie più autentiche per cucire esperienze, showcooking, degustazioni, visite a vigneti, caseifici, uliveti, persino pasticcerie e macellerie. Informazioni, schede e curiosità su www.leviedeitesori.com, come anche ogni altra informazione sul festival. Un portale sempre nuovo, aggiornato quotidianamente, da consultare con attenzione per costruire il proprio itinerario.

 

I BORGHI DEL FESTIVAL

Eccoli quindi i borghi, e ognuno sarà un’esperienza: ci sono anche dieci new entry: Cammarata, Cassaro, Ciminna, Delia, Giarratana, Montelepre, Pettineo, Siculiana, Trappeto Valledolmo.


L’elenco è folto, diverse adesioni in più rispetto alla scorsa edizione: si inizia dall’ Agrigentino con Burgio, Caltabellotta, Cammarata, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santo Stefano Quisquina, Siculiana; nel Nisseno, partecipano al festival Delia, Sutera, Vallelunga Pratameno, e nel Catanese, Licodia Eubea e Piedimonte Etneo; nell’Ennese, si salirà a Calascibetta e a Centuripe. 


Sui Nebrodi, o comunque nel Messinese, i più piccini,  Alcara Li Fusi, Frazzanò, Mirto, Pettineo, San Piero Patti. 


Folto il drappello del Palermitano: Balestrate, Baucina, Bisacquino, Bompietro, Camporeale, Contessa Entellina, Chiusa Sclafani, Ciminna, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Giuliana,  Isnello, Montelepre, Petralia Soprana e Petralia Sottana, Pollina, Prizzi, Valledolmo e Trappeto. Chiudono il Ragusano con Giarratana e Monterosso Almo; Siracusa, con Buccheri, Cassaro e Portopalo di Capo Passero; e Trapani con Calatafimi Segesta e Custonaci.

 

Visitare tutto sarà impossibile - ma ci si può sempre provare -, anche se  è meglio che resti sempre qualcosa da vedere, per ritornare, approfondire, scoprire magari i borghi vicini, il bosco nascosto, la sorgente o l’artigiano. 

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