L’Istat diffonde i principali risultati del modulo ad hoc sulle competenze professionali inserito nella
Rilevazione sulle forze di lavoro condotta nel corso del 2022. Il modulo è stato compilato dalle
persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni, occupate o non occupate da meno di due anni. Si tratta, in particolare, di informazioni sulla quantità di tempo dedicato all’utilizzo di strumentazione
digitale, alla lettura di documentazione tecnica o all’effettuazione di calcoli complessi, ad attività
fisiche impegnative o che richiedono destrezza e precisione, alle relazioni comunicative e
formative.
7 giu 2024 - L’uso frequente di forza e destrezza è più diffuso tra artigiani, operai specializzati e
agricoltori
Le competenze fisico-motorie sono rilevate facendo riferimento all’intensità (forza) e alla precisione
(destrezza). Il lavoro fisico impegnativo da un punto di vista della forza muscolare è una skill utilizzata per la
metà o più del tempo dal 37,4% degli occupati (la media Ue si attesta al 26,5%). La destrezza, riferita
all’abilità nel compiere movimenti precisi delle dita che coinvolgono gruppi muscolari piccoli come quelli dei
polsi, delle mani o delle dita, generalmente coordinati dagli occhi, è invece utilizzata dal 23,2% (la media Ue
si ferma al 16,8%).
Le abilità fisico-motorie sono più frequenti tra gli uomini: il 41,6% impiega almeno la metà del tempo in lavori
fisicamente impegnativi (le donne sono il 31,6%); quelli che svolgono lavori per cui è richiesta precisione
delle dita sono il 25,3% (il 20,2% le donne).
Ancora una volta, si riscontrano differenze legate ai livelli di istruzione e alla cittadinanza: il 57,6% delle
persone con un livello di istruzione basso svolge lavori che richiedono un’attività fisica intensa per almeno la
metà del tempo (sono il 16,7% tra quelle con titolo alto) e la quota si attesta al 45,6% tra gli stranieri (36,4%
tra gli italiani).
Nel caso della destrezza, coloro che hanno un titolo di studio basso e utilizzano questa
competenza per almeno la metà del tempo sono il 30,0%, rispetto al 16,1% di quelli con titolo di studio alto.
Tra gli stranieri coloro che impiegano almeno la metà del tempo in attività che richiedono abilità delle dita
sono il 13,7%, tra gli italiani il 24,3%.
Nonostante le professioni più qualificate non si caratterizzino per l’uso della forza, tra gli imprenditori di
piccole aziende e tra le professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita la quota di chi dichiara di
svolgere un lavoro manuale per almeno la metà della propria giornata lavorativa arriva al 40%.
Ciò nondimeno, l’abilità delle dita è una skill ampiamente diffusa anche tra i lavoratori nel campo della salute:
dagli specialisti del II grande gruppo (37,2% tra chirurghi, dentisti, ortodontisti, laboratoristi, patologi clinici e
simili), ai tecnici del III grande gruppo (39,9% tra igienisti, fisioterapisti, osteopati, ortottisti, ostetrici e simili),
fino a coloro che svolgono professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali del V grande gruppo (34,4% tra
massaggiatori, massofisioterapisti, operatori sociosanitari, assistenti alla poltrona e simili).
La destrezza, invece, è una competenza non utilizzata tra coloro che svolgono un lavoro esecutivo di ufficio:
durante la loro giornata lavorativa tre impiegati su quattro non svolgono mai compiti che richiedono
movimenti precisi delle dita.
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