Traffico di migranti. La Polizia di Stato di Palermo chiude più di 700 siti di trafficanti di esseri umani

Traffico di migranti. La Polizia di Stato chiude più di 700 siti di trafficanti, per attrarre i 'clienti' con indicazioni sulle tariffe.  16 sett - Traffico di migranti provenienti dalle rotte maghrebine, la Polizia di Stato di Palermo, in collaborazione con la locale Sisco e con il coordinamento del Servizio centrale operativo, ha avviato il monitoraggio delle pagine social ed i profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere i viaggi illegali dalle coste nordafricane a quelle nazionali. Le analisi sono state condotte anche dai poliziotti della Squadra mobile di Palermo.  Le associazioni criminali si servono dei social network per pubblicizzare le proprie attività illegali e sponsorizzare i servizi di trasporto. Diversi sono i contenuti utilizzati dai gestori di quelle pagine per attrarre nuovi "clienti", in alcuni casi venivano offerti prezzi scontati per donne e bambini, nonché veri e propri pacchetti viaggio per famiglie.  Nei siti erano ind

Porti siciliani strategici nell’area Med col 24% del traffico Ro-Ronazionale

Srm: porti siciliani strategici nell’area Med col 24% del traffico Ro-Ronazionale. Panaro: “Investire su sostenibilità, digitalizzazione e promozione del territorio”. Giannola (Svimez): “Rischi da distribuzione deleghe su porti e Zes fra vari ministeri, i porti meridionali siano la base delle Autostrade del mare per intercettare le merci che transitano nel Mediterraneo”


Palermo, 27 giugno 2024 – I porti siciliani, anche grazie alla crisi di
Suez, sono sempre più strategici nel Mediterraneo e possono diventare un
potente motore di sviluppo della Blu economy nell’intero Mezzogiorno. E’
per questo che Alessandro Panaro, Head of Med&Energy del centro studi
Srm di Napoli collegato a Intesa Sanpaolo, domani al convegno “Il mare
dentro” organizzato dal quotidiano “La Sicilia” al Marina Yachting
Center di Palermo, illustrando i dati sul traffico marittimo proporrà
tre vie per lo sviluppo della Sicilia: investire sulla sostenibilità e
sulla digitalizzazione dei porti e promuovere gli insediamenti
produttivi nell’Isola utilizzando il formidabile strumento della Zes
Unica del Sud.

I dati di Srm parlano chiaro: la Sicilia ha un sistema marittimo forte,

caratterizzato da 3 Autorità di Sistema Portuale che insieme movimentano
circa 73 milioni di tonnellate di merci e oltre 27 milioni di
passeggeri. I trasporti marittimi e la logistica sono un comparto
fondamentale poiché conferiscono ad un territorio efficienza dei
processi di internazionalizzazione delle imprese e sostegno alle
esigenze del turismo.

La regione ha un interscambio marittimo pari a 27,6 miliardi di euro

(oltre il 90% del totale) e questo dimostra in modo evidente quanto le
imprese necessitino di scali sempre più moderni e proiettati verso il
futuro. Il settore del Ro-Ro (navi che trasportano mezzi gommati) è una delle
eccellenze del traffico portuale della Sicilia, ma anche di tutto il
Paese. I porti movimentano, infatti, il 24% del totale nazionale.
Quindi, nel traffico container la Sicilia potrebbe avere un ruolo
importante.

La presenza, inoltre, di un numero notevole di arrivi turistici via mare

e di 1,7 milioni di crocieristi è la ulteriore conferma di un territorio
che deve sempre più essere orientato a migliorare la sua vocazione
marittima ed offrire servizi e mobilità sempre più di qualità.
Della strategicità dei porti siciliani è convinto anche Adriano
Giannola, presidente della Svimez che, anticipando i punti principali
del suo intervento al convegno, avverte: 

“E' da apprezzare la scelta del
governo che ha creato un dicastero ad hoc sul Mare affidato a Nello
Musumeci. Preoccupa, però, che la dispersione delle deleghe tra diversi
ministeri in materia di porti, di competenza di Matteo Salvini, e di
Zes, attribuita a Raffaele Fitto, non favorisca un approccio unitario al
problema che, invece, richiede grande attenzione, visione e tempestività
per l'alto (e altamente sottovalutato) rilievo strategico che mare e
portualità rivestono per il Paese”.

“Oggi – prosegue Giannola - i porti meridionali, segnatamente quelli di

Gioia Tauro, Augusta, Palermo, Catania, Bari, Taranto e Napoli, sono
strategici al pari se non più di quelli di Trieste e Genova, nella
misura in cui l’Italia intenda riappropriarsi del rango che le spetta
nel Mediterraneo. Una priorità che, se per noi è vitale, lo è sempre più
anche per l'Europa, alla luce non solo delle guerre in corso e
dell'emergenza energetica, ma anche per la drastica ristrutturazione e
riconversione della globalizzazione”.

“In questa prospettiva – analizza il presidente della Svimez - il fatto

che l’economia meridionale contribuisca oggi solo per il 10% all’export
nazionale, evidenzia quanto poco efficace sia ancora l'attenzione a
sviluppare una rete di connessioni con la sponda Sud del Mare Nostrum e
la capacità di intercettare i traffici che da Suez transitano per il
Mediterraneo e si dirigono verso svariate destinazioni sul continente.
Da anni la Svimez sollecita lo sviluppo dell’intermodalità marittima e
ferroviaria che, oltre a giocare un ruolo determinante per la crescita e
la connessione coste-zone interne del Mezzogiorno, risulta essenziale
per conferire all'Italia la sua naturale centralità logistica di area”.

“Le Autostrade del Mare – conclude Giannola - , in particolare lungo le

dorsali tirrenica e adriatica, integrate con collegamenti ferroviari
internazionali, possono rappresentare innovative modalità̀ da rendere
progressivamente sempre più sostitutive anzichè complementari al
trasporto stradale. E la realizzazione e trasformazione di
infrastrutture portuali in piattaforme logistiche evolute, sia in
termini di capacità che di servizi offerti in connessione con altri hub
del Mediterraneo e con la rete di trasporti europea, è una prospettiva
di importanza strategica globale. Ai porti del Mezzogiorno fa capo in
prospettiva lo sviluppo delle reti delle Autostrade del Mare. Mettere a
regime visione, strategia e cogente articolazione operativa è ormai un
progetto più che maturo, la cui esecuzione deve accompagnare una
riorganizzazione mediterranea della globalizzazione sostenibile nel
Mediterraneo”.

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