Disabilità, l’INPS diviene titolare unico del processo di accertamento

Riforma della disabilità: l’Istituto avvia la seconda fase della sperimentazione dal 30  settembre. Estensione delle nuove modalità di accertamento della disabilità in ulteriori  province, nonché nella Regione autonoma Valle d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento  Roma, 12 settembre 2025 - L’INPS annuncia che, a partire dal 30 settembre 2025, è prevista la seconda fase della sperimentazione della Riforma della Disabilità, prevista dal decreto legislativo n.62/2024, con l’attivazione del nuovo sistema di accertamento della condizione disabilità in ulteriori territori. Dopo il positivo avvio, il 1° gennaio 2025, della prima fase sperimentale, la nuova fase interesserà altre undici province: Alessandria, Genova, Isernia, Lecce, Macerata, Matera, Palermo, Teramo e Vicenza, nonché la Regione autonoma Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento. Una delle principali novità introdotte riguarda la nuova modalità di avvio del procedimento di accertamento della disabilità...

Porti siciliani: il futuro è nei container

Porti siciliani: il futuro è nel traffico container, ma servono più infrastrutture. Nuovi investimenti ad Augusta, e Maersk apre la linea a Giammoro. Sindacati: vigilare per non perdere i fondi, ai porti servono competenze. Nautica da diporto: in flessione le costruzioni, crescono le riparazioni

Palermo, 12 settembre 2025 – Con 68,7 milioni di tonnellate di merci

movimentate nel 2024 (+4%), i porti siciliani rappresentano il 14% della

quota di mercato nazionale. Il 74% delle merci prodotte nell’Isola viaggia

via mare. L’import-export vale 29,2 miliardi, di cui 11,9 miliardi importati

(Medio Oriente, Nord Africa e Cina i principali fornitori) e 9,6 miliardi

esportati maggiormente verso Ue a 27, Paesi europei non Ue e Nord

Africa.

Sono i dati presentati oggi a Palermo da Alessandro Panaro, Head of

Maritime&Energy del centro studi Srm di Napoli collegato a Intesa

Sanpaolo, intervenuto al convegno sulle prospettive dei porti siciliani

organizzato da Unioncamere Sicilia, Uniontrasporti e Assonautica Sicilia.

Panaro, nell’evidenziare che da qui al 2029 il traffico container crescerà

del 10% in tutto il mondo, ha sottolineato alle istituzioni siciliane che

l’aumento sarà notevole nel “triangolo” al cui centro si trova l’Isola: il 5%

nel Mediterraneo occidentale, il 14% nel Mediterraneo orientale e Mar

Nero e ben il 25% nel Nord Africa.


Dunque, è qui, secondo Panaro, che i porti siciliani possono conquistare

ampie quote di mercato, purché investano in competitività dotandosi

delle infrastrutture necessarie ad ampliare gli spazi di accesso e

manovra per le navi più grandi e a ridurre i tempi di carico e scarico delle

merci; attraggano insediamenti manifatturieri nelle aree di retroporto

promuovendo ancora di più i benefici della Zes unica (a marzo scorso

1.582 interventi con il credito d’imposta, di cui 115 aziende medio-

grandi, e 81 investimenti esterni per 370 milioni); adeguino terminal e

banchine alle rinnovate esigenze delle flotte, compresi i rifornimenti con

combustibili alternativi; creino relazioni con i distretti industriali e i poli

tecnologici siciliani; puntino sullo short sea shipping, cioè sulle rotte

regionali di corto e medio raggio; e monitorino l’andamento dei porti

competitor del Bacino.


Laura Summa, project manager di Uniontrasporti, ha illustrato

l’aggiornamento del Rapporto sulle performance e priorità infrastrutturali

della Sicilia, ha rilevato come le imprese pongano i porti tra le priorità

infrastrutturali, ma non fra le prime otto più urgenti, in quanto per loro è

più importante “arrivare” ai porti, prima ancora che spedire le merci.


L’aggiornamento del Libro bianco delle infrastrutture vede l’indice di

performance (Kpi) porre la Sicilia al 16esimo posto in Italia, ma riguardo

ai porti la provincia di Messina è fra le prime 10 a livello nazionale,

seguita da Palermo e Catania. Summa ha poi illustrato lo stato di

avanzamento dei progetti delle otto tra ferrovie e strade ritenute più

urgenti dalle imprese, indicando anche le criticità riscontrate.

Il porto di Augusta è stato individuato dai governi nazionale e regionale

come hub logistico Mediterraneo e come base di produzione degli

impianti eolici offshore. 


Ma il presidente dell’Autorità di sistema portuale

della Sicilia orientale, Francesco Di Sarcina, nel relazionare sullo stato di

attuazione dei cantieri in corso, ha annunciato che si sta progettando il

loro ampliamento per potere attrarre le grandi navi fornendo servizi in

linea con le moderne esigenze: una banchina di 600 metri, fondali

ancora più profondi e piazzali capaci di consentire il transhipment

(trasbordo da una nave all’altra) fino a mille movimenti e la gestione dei

container vuoti. E si sta lavorando al nuovo Piano regolatore portuale

per evitare “contaminazioni” fra l’attività logistica e quella dell’offshore.

In fatto di investimenti, Andrea Balabani, Head of Italy Sales di A.P.

Moller-Maersk, ha annunciato il ritorno del gruppo nel mercato siciliano,

con l’allestimento di un terminal attrezzato e l’avvio di servizi di linea

“shuttle” fra il nuovo molo della Duferco di Giammoro, l’hub di Cagliari e

il network “Gemini” che apre alle imprese siciliane tutte le principali

destinazioni di Nord-Africa, Mediterraneo e resto del mondo.


Mauro Nicosia, presidente di Confetra Sicilia, ha aperto una nuova

prospettiva per l’Isola. La Cina, ha riferito Nicosia, ha realizzato grandi

insediamenti industriali nell’area subsahariana a servizio dei mercati

europei e sta costruendo una strada attraverso il deserto per collegarli ai

porti nordafricani: questo sarà un nuovo movimento di merci che i porti

siciliani dovranno essere in grado di attirare.

I segretari regionali di Filt-Cgil, Alessandro Grasso, Fit-Cisl, Dionisio

Giordano, e il segretario della Uiltrasporti Messina, Antonino Di Mento,

hanno posto sostanzialmente quattro questioni: usare al meglio e subito

tutti i fondi per le infrastrutture, non solo i 20 miliardi del “Pnrr”, puntando

anche sullo sviluppo dei poli intermodali (e per questo scopo hanno

proposto l’istituzione di un osservatorio regionale); privilegiare il merito

e le competenze manageriali, perché non si può affidare un porto a chi

non ha esperienza; applicare i contratti di lavoro, le clausole sociali negli

appalti di servizi e le regole antidumping contrattuale (proposta anche

una “port agency” per riqualificare il personale portuale); semplificare le

operazioni portuali e le autorizzazioni, soprattutto in caso di

insabbiamenti e dragaggi.


Ampio spazio alla nautica da diporto, con Andrea Ciulla, vicepresidente

nazionale di Assonautica, che ha anticipato alcuni dati del Rapporto


Sicilia che sarà presentato il 16 ottobre al Seacily di Castellammare del

Golfo. Il settore dei porti turistici e del turismo nautico nell’Isola è stabile

nel numero di imprese e di addetti, ma, mentre nel campo delle nuove

costruzioni si registra una lieve flessione, si assiste ad un notevole

incremento nel comparto delle riparazioni, manutenzioni e refitting, con

un +7% di nuove imprese e +6% di addetti. Inoltre, a luglio il Comitato

interministeriale delle Politiche del mare ha rilevato un fabbisogno di

50mila nuovi posti barca in Italia. E se per Calogero Marino, delegato

per la Sicilia di Assonat, in Sicilia c’è fame di posti barca, Vasco De Cet,

consulente tecnico di Assomarinas, prima di realizzare nuovi porti

turistici occorre adeguare quelli esistenti agli effetti dei cambiamenti

climatici e ad un naviglio che è sempre più piccolo a causa della ridotta

capacità economica dei proprietari e della loro età sempre più elevata.

Gaetano Fortunato, consigliere di Confindustria Nautica, per ottimizzare

gli spazi e i costi di gestione, ha proposto di investire sui “porti a secco”

e sugli scivoli per consentire a qualsiasi proprietario di mettere a mare

da solo la barca.

L’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, ha

annunciato di avere avviato un coordinamento con l’assessora regionale

all’Ambiente, Giusi Savarino, per realizzare una programmazione

siciliana dei posti barca che individui i fabbisogni, migliori la qualità delle

strutture esistenti anche a costo di riprogettarle, riconosca corsie

preferenziali a quei soggetti che intendano investire seriamente sui porti

turistici in Sicilia con progetti esecutivi e project financing.

Concludendo, il presidente della Camera di commercio Palermo Enna,

Alessandro Albanese, ha ribadito che in Sicilia l’Alta velocità ferroviaria

non ha senso se non si fa anche il Ponte sullo Stretto di Messina;

mentre il presidente di Uniontrasporti, Ivo Blandina, nell’annunciare una

prossima presentazione del documento finale con i dati del Programma

Infrastrutture, ha invitato a programmare la realizzazione di nuove opere

valutando prima i fabbisogni, la domanda di mercato e le strategie della

concorrenza, per evitare di costruire cattedrali nel deserto.

L’impegno di Unioncamere Sicilia, assicura il presidente Giuseppe Pace,

per stimolare lo sviluppo delle infrastrutture nell’Isola proseguirà

nell’ambito del protocollo siglato con l’assessore Aricò e sarà volto a

raccogliere le istanze delle imprese e a trasmetterle alle istituzioni

competenti.

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