Porti siciliani: il futuro è nel traffico container, ma servono più infrastrutture. Nuovi investimenti ad Augusta, e Maersk apre la linea a Giammoro. Sindacati: vigilare per non perdere i fondi, ai porti servono competenze. Nautica da diporto: in flessione le costruzioni, crescono le riparazioniPalermo, 12 settembre 2025 – Con 68,7 milioni di tonnellate di merci
movimentate nel 2024 (+4%), i porti siciliani rappresentano il 14% della
quota di mercato nazionale. Il 74% delle merci prodotte nell’Isola viaggia
via mare. L’import-export vale 29,2 miliardi, di cui 11,9 miliardi importati
(Medio Oriente, Nord Africa e Cina i principali fornitori) e 9,6 miliardi
esportati maggiormente verso Ue a 27, Paesi europei non Ue e Nord
Africa.
Sono i dati presentati oggi a Palermo da Alessandro Panaro, Head of
Maritime&Energy del centro studi Srm di Napoli collegato a Intesa
Sanpaolo, intervenuto al convegno sulle prospettive dei porti siciliani
organizzato da Unioncamere Sicilia, Uniontrasporti e Assonautica Sicilia.
Panaro, nell’evidenziare che da qui al 2029 il traffico container crescerà
del 10% in tutto il mondo, ha sottolineato alle istituzioni siciliane che
l’aumento sarà notevole nel “triangolo” al cui centro si trova l’Isola: il 5%
nel Mediterraneo occidentale, il 14% nel Mediterraneo orientale e Mar
Nero e ben il 25% nel Nord Africa.
Dunque, è qui, secondo Panaro, che i porti siciliani possono conquistare
ampie quote di mercato, purché investano in competitività dotandosi
delle infrastrutture necessarie ad ampliare gli spazi di accesso e
manovra per le navi più grandi e a ridurre i tempi di carico e scarico delle
merci; attraggano insediamenti manifatturieri nelle aree di retroporto
promuovendo ancora di più i benefici della Zes unica (a marzo scorso
1.582 interventi con il credito d’imposta, di cui 115 aziende medio-
grandi, e 81 investimenti esterni per 370 milioni); adeguino terminal e
banchine alle rinnovate esigenze delle flotte, compresi i rifornimenti con
combustibili alternativi; creino relazioni con i distretti industriali e i poli
tecnologici siciliani; puntino sullo short sea shipping, cioè sulle rotte
regionali di corto e medio raggio; e monitorino l’andamento dei porti
competitor del Bacino.
Laura Summa, project manager di Uniontrasporti, ha illustrato
l’aggiornamento del Rapporto sulle performance e priorità infrastrutturali
della Sicilia, ha rilevato come le imprese pongano i porti tra le priorità
infrastrutturali, ma non fra le prime otto più urgenti, in quanto per loro è
più importante “arrivare” ai porti, prima ancora che spedire le merci.
L’aggiornamento del Libro bianco delle infrastrutture vede l’indice di
performance (Kpi) porre la Sicilia al 16esimo posto in Italia, ma riguardo
ai porti la provincia di Messina è fra le prime 10 a livello nazionale,
seguita da Palermo e Catania. Summa ha poi illustrato lo stato di
avanzamento dei progetti delle otto tra ferrovie e strade ritenute più
urgenti dalle imprese, indicando anche le criticità riscontrate.
Il porto di Augusta è stato individuato dai governi nazionale e regionale
come hub logistico Mediterraneo e come base di produzione degli
impianti eolici offshore.
Ma il presidente dell’Autorità di sistema portuale
della Sicilia orientale, Francesco Di Sarcina, nel relazionare sullo stato di
attuazione dei cantieri in corso, ha annunciato che si sta progettando il
loro ampliamento per potere attrarre le grandi navi fornendo servizi in
linea con le moderne esigenze: una banchina di 600 metri, fondali
ancora più profondi e piazzali capaci di consentire il transhipment
(trasbordo da una nave all’altra) fino a mille movimenti e la gestione dei
container vuoti. E si sta lavorando al nuovo Piano regolatore portuale
per evitare “contaminazioni” fra l’attività logistica e quella dell’offshore.
In fatto di investimenti, Andrea Balabani, Head of Italy Sales di A.P.
Moller-Maersk, ha annunciato il ritorno del gruppo nel mercato siciliano,
con l’allestimento di un terminal attrezzato e l’avvio di servizi di linea
“shuttle” fra il nuovo molo della Duferco di Giammoro, l’hub di Cagliari e
il network “Gemini” che apre alle imprese siciliane tutte le principali
destinazioni di Nord-Africa, Mediterraneo e resto del mondo.
Mauro Nicosia, presidente di Confetra Sicilia, ha aperto una nuova
prospettiva per l’Isola. La Cina, ha riferito Nicosia, ha realizzato grandi
insediamenti industriali nell’area subsahariana a servizio dei mercati
europei e sta costruendo una strada attraverso il deserto per collegarli ai
porti nordafricani: questo sarà un nuovo movimento di merci che i porti
siciliani dovranno essere in grado di attirare.
I segretari regionali di Filt-Cgil, Alessandro Grasso, Fit-Cisl, Dionisio
Giordano, e il segretario della Uiltrasporti Messina, Antonino Di Mento,
hanno posto sostanzialmente quattro questioni: usare al meglio e subito
tutti i fondi per le infrastrutture, non solo i 20 miliardi del “Pnrr”, puntando
anche sullo sviluppo dei poli intermodali (e per questo scopo hanno
proposto l’istituzione di un osservatorio regionale); privilegiare il merito
e le competenze manageriali, perché non si può affidare un porto a chi
non ha esperienza; applicare i contratti di lavoro, le clausole sociali negli
appalti di servizi e le regole antidumping contrattuale (proposta anche
una “port agency” per riqualificare il personale portuale); semplificare le
operazioni portuali e le autorizzazioni, soprattutto in caso di
insabbiamenti e dragaggi.
Ampio spazio alla nautica da diporto, con Andrea Ciulla, vicepresidente
nazionale di Assonautica, che ha anticipato alcuni dati del Rapporto
Sicilia che sarà presentato il 16 ottobre al Seacily di Castellammare del
Golfo. Il settore dei porti turistici e del turismo nautico nell’Isola è stabile
nel numero di imprese e di addetti, ma, mentre nel campo delle nuove
costruzioni si registra una lieve flessione, si assiste ad un notevole
incremento nel comparto delle riparazioni, manutenzioni e refitting, con
un +7% di nuove imprese e +6% di addetti. Inoltre, a luglio il Comitato
interministeriale delle Politiche del mare ha rilevato un fabbisogno di
50mila nuovi posti barca in Italia. E se per Calogero Marino, delegato
per la Sicilia di Assonat, in Sicilia c’è fame di posti barca, Vasco De Cet,
consulente tecnico di Assomarinas, prima di realizzare nuovi porti
turistici occorre adeguare quelli esistenti agli effetti dei cambiamenti
climatici e ad un naviglio che è sempre più piccolo a causa della ridotta
capacità economica dei proprietari e della loro età sempre più elevata.
Gaetano Fortunato, consigliere di Confindustria Nautica, per ottimizzare
gli spazi e i costi di gestione, ha proposto di investire sui “porti a secco”
e sugli scivoli per consentire a qualsiasi proprietario di mettere a mare
da solo la barca.
L’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, ha
annunciato di avere avviato un coordinamento con l’assessora regionale
all’Ambiente, Giusi Savarino, per realizzare una programmazione
siciliana dei posti barca che individui i fabbisogni, migliori la qualità delle
strutture esistenti anche a costo di riprogettarle, riconosca corsie
preferenziali a quei soggetti che intendano investire seriamente sui porti
turistici in Sicilia con progetti esecutivi e project financing.
Concludendo, il presidente della Camera di commercio Palermo Enna,
Alessandro Albanese, ha ribadito che in Sicilia l’Alta velocità ferroviaria
non ha senso se non si fa anche il Ponte sullo Stretto di Messina;
mentre il presidente di Uniontrasporti, Ivo Blandina, nell’annunciare una
prossima presentazione del documento finale con i dati del Programma
Infrastrutture, ha invitato a programmare la realizzazione di nuove opere
valutando prima i fabbisogni, la domanda di mercato e le strategie della
concorrenza, per evitare di costruire cattedrali nel deserto.
L’impegno di Unioncamere Sicilia, assicura il presidente Giuseppe Pace,
per stimolare lo sviluppo delle infrastrutture nell’Isola proseguirà
nell’ambito del protocollo siglato con l’assessore Aricò e sarà volto a
raccogliere le istanze delle imprese e a trasmetterle alle istituzioni
competenti.
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