Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

CINEMA, LA SICILIA PROMUOVE IN PROPRIO ANCHE “LA MINCHIA DI MARE”

06 settembre 2009 - (essepì) In linea di principio la Sicilia dovrebbe essere creditrice verso il cinema, e non di poco. Il filone siciliano concorre con il western per il primo posto in una ipotetica classifica dei piu’ frequentati dall’industria della celluloide.

L’Isola e’stata usata ed abusata. Mascariata o abbellita a seconda dei bisogni, mai se stessa. Sicche’ e’ diventata per tutti, anche per i siciliani, cosi’ com’e’ stata rifatta dal cinema. Ha realizzato un transfert collettivo, qualcosa di unico e incredibile, reso possibile da una anticipazione colta, il filone letterario dei viaggiatori stranieri, tutti protesi a vedere in ogni angolo della Sicilia cio’ che avevano in testa (prima di venirci).

(...)


(...)

(...)

Insomma, il cinema s’e’ fatto i soldi, e continua a farseli con la Sicilia. E ora, grazie a un programma che mette insieme la Regione siciliana ed il Ministero dei Beni culturali – promotore l’allora viceministro allo sviluppo economico Gianfranco Micciche’ – le produzioni cinematografiche cominciano ad intascare quattrini alla fonte, cioe’ in Sicilia. Cosa che potrebbe perfino andare bene a condizione che s’investa invece che regalare quattrini, si abbia un ritorno di immagine, e che le location aiutino a conoscere paesaggio e tesori d’arte siciliani, oltre che avviare un business con la coproduzione.

Per il momento, le risorse sono andate a Baaria, girato in Tunisia, prodotto dalla Medusa del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e Agrodolce, la serie Tv di Rai 3 ambientata nell’Isola (dodici milioni di euro) e promossa da Gianni Minoli. E’ presumibile che la Medusa non abbia o sudato le proverbiali sette camicie per ottenere i quattro milioni e mezzo di euro concessi dalla Regione nell’ambito del programma ideato da Gianfranco Micciche’.

Il Presidente di Cinema Sicilia, Sergio Gelardi, ha spiegato che siamo alla vigilia di una rivoluzione. Per il passato, quel che e’ stato, e’ stato, ma ora tutto cambia. “Il contributo non puo’ superare il 50 per cento del budget della produzione e le scene devono essere girate in Sicilia. Infine la Regione passera’ dall’erogazione di semplici contributi alla coproduzione”. Baaria e’, dunque, un’eccezione. Chissa’ perche’. Potremmo magari indovinarlo, ma lasciamo che siano i lettori a provarci. Gettiamo lo sguardo al futuro, quando Cinema Sicilia comincera’ la produzione. Con quali film?

Stando alla lista resa nota all’indomani della proiezione di Baaria a Venezia, in cantiere undici i film che usufruiranno dei soldi della Regione. Fra questi c’e’ anche “La Minchia di mare” di Giacomo Pilati, che ha ricevuto 560 mila euro, “L’imbroglio nel lenzuolo” prodotto da Maria Grazia Cucinotta, che in Sicilia c’e’ nata ed e’ di casa, e “I baci mai dati” (500 mila euro), del quale non sappiamo niente. La Regione investe in questi titoli. Mah! Forse si tratta del filone contributi a fondo perduto, non lo sappiamo.

Certo, “aprire” le produzioni siciliane con La minchia di mare, non e’ proprio il meglio che possa capitare per inaugurare il business nel cinema. (...)

Pare che sia rimasta una manciata di quattrini dei quattro milioni e mezzo erogati dalla Regione alla Medusa. Serviranno per iniziative collaterali, come la realizzazione di un museo delle scenografie. Proprio come a Hollywood. Lo spettro della “Minchia di mare” resta sullo sfondo, insieme agli "imbrogli fra le lenzuola" che non sono una novita’; imperversano ovunque come le minchie di mare. Solo che in Sicilia non e’ facile riconoscerle. Ci si puo’ cascare addosso o dentro (nel caso delle lenzuola) senza saperlo. E con il portafogli gonfio.

Tutto l'articolo su: http://www.siciliainformazioni.com

Copyright SiciliaInformazioni

Commenti