Gioiosa Marea: «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», una rete di collaborazione tra le Associazioni Pro Loco

I l 1° Seminario di Studi «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», promosso dalla Pro Loco di Gioiosa Marea. Il seminario si è  avvalso della competente presenza del prof. Filippo Grasso, docente di  Scienze del turismo, della cultura e d'impresa  presso l'Università di Messina. Coinvolti, oltre alle Associazioni Pro Loco territoriali, i protagonisti della filiera turistica. Gioiosa Marea, 10 luglio 2025 -  Lo scorso 8 luglio 2025, presso il Circolo Roma di Gioiosa Marea si è svolto il 1° Seminario di Studi «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», promosso dalla Pro Loco di Gioiosa Marea con l'intento di creare una rete di collaborazione e sinergia tra le Associazioni Pro Loco aps di prossimità. Il seminario si è  avvalso della competente presenza del prof. Filippo Grasso, docente di Scienze del turismo, della cultura e d'impresa presso l'Università di Messina e riconosciuto esperto di turismo, che ha illustrato...

CONSOLO: «LA SICILIA SOFFRE DI MILLE MALI MA NON È RAZZISTA COME MILANO»

24/12/2009 - di Oreste Pivetta - "La Sicilia soffre di infiniti mali, ma almeno è libera dal razzismo, dalla xenofobia, perché è sempre stataunapprodo per popoli diversi, ricorda i re normanni che parlavano arabo e ricorda di unviaggiatore arabo, che, partito da Gerusalemme,riattraversando la Sicilia
normanna contò trecento moschee, accanto alle sinagoghe, accanto alla chiese cristiane di rito ortodosso e di rito latino."

Vincenzo Consolo fa il pendolare tra Milano e la Sicilia. La prima volta, nel 1952, si fermò per studiare alla Cattolica (almeno fino al servizio militare). Poi si laureò a Messina. Studiava legge e leggeva romanzi acquistandoli a rate dalla Einaudi. Viveva nella pensione della signorina Colombo, proprio muro contromurocon la basilica di S.Ambrogio. Attraversava la chiesa per raggiungere più alla svelta le aule dell’università e una mattina vide sull’altare una donna molto bella e un uomo elegantissimo in frac. Qualcuno gli disse che erano Franca Ramee Dario Fo e che quello era il loro matrimonio. All’università frequentava Ciriaco De Mita e Gerardo Bianco. Dopo la laurea tornò in Sicilia per insegnare in un istituto agrario. Poi si disse che quella scuola era una beffa: preparava quei ragazzi a diventare emigranti.


E si chiese se non dovesse tornare anche lui emigrante. «Chiesi consiglio a Lucio Piccolo, cugino di Tomasi di Lampedusa, e a Leonardo Sciascia: l’aristocratico poeta mi suggerì di tenermi lontano dai grandi centri culturali, così nell’isolamento avrei ottenuto maggiore visibilità, Sciascia mi confidò che se non avesse avuto famiglia sarebbe partito pure lui. Lo ascoltai.

Partii la seconda volta per Milano. Quarant’anni a Milano, che per me, malgrado il tramonto d’oggi, è stata la città degli illuministi, di Manzoni, di una grande siciliano come Giovanni Verga, di Elio Vittorini, che avevo conosciuto quando pubblicai il mio primo libro… La città di Salvatore Quasimodo, del lavoro, degli operai. Soprattutto con un’anima che accoglieva tutti».

Oreste Pivetta
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L'articolo completo di Oreste Pivetta su L'Unità
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Foto di Vincenzo Consolo su http://www.granmirci.it/

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