La scomparsa di Sara Campanella, un orrore ripetuto. Interviene il Movimento “Partiamo da Qui”. Un altro femminicidio, un altro nome da aggiungere a una lista che non smette di crescere. La tragica fine di Sara Campanella riaccende il dibattito sulla violenza di genere in Italia, mentre il Movimento “Partiamo da Qui” chiede azioni concrete per fermare questa strage.
Messina 1/04/2025 – Le segnalazioni agli amici, le minacce, la paura, lo stalking. Poi l’ultimo incontro. E infine le urla: disumane, spezzate dall’ultimo fendente. Un orrore che si ripete sempre allo stesso modo. Dopo lo sgomento iniziale, il silenzio. Tra poche settimane, tutto sarà dimenticato.
E la storia si ripeterà. Un problema socioculturale, senza distinzione di età o di territorio. È
fondamentale promuovere un cambiamento culturale e implementare programmi educativi per
prevenire tutte le violenze. La recente sentenza del Tribunale Penale di Modena, che ha concesso
attenuanti a Salvatore Montefusco per “motivi umanamente comprensibili” e “stato psicologico di
profondo malessere” ha suscitato indignazioni e accesi dibattiti.
Una decisione, quella del Tribunale
di Modena, che solleva gravi interrogativi su come la giustizia continui a interpretare la violenza
sulle donne. Il caso della giovane Sara Campanella, come del resto quello di Lorena Quaranta
avvenuto esattamente cinque anni fa, pesa sulla coscienza di tutti ma, inevitabilmente, verrà messo
da parte tra poche settimane.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno (ANSA.it), tra l’1 gennaio e
il 3 novembre 2024 sono state uccise 96 donne; tra queste 82 donne sono state uccise in contesti
familiari o affettivi, mentre 51 da partener o ex partner. L’XI Rapporto Eures (ANSA.it) indica che
dall’1 gennaio al 18 novembre 2024 sono state uccise 99 donne, con un aumento significativo delle
vittime over 65, che rappresenta il 37,4% del totale. Dati allarmanti che necessitano di interventi
urgenti, non soltanto giuridici.
Su questo proposito interviene il Presidente del Movimento Politico Culturale “Partiamo da
Qui” Ninni Petrella:
«Non ci sono parole per raccontare l’orrore che ha colpito Sara e la sua famiglia! Ogni volta che
una vita viene spezzata in questo modo, non è solo un delitto contro la persona, ma contro tutta la
società. Come Movimento, chiediamo con forza che vengano rafforzate le misure di tutela nei
confronti delle donne vittime di attenzioni indesiderate, stalking e minacce. Non possiamo più
limitarci al cordoglio. Servono azioni immediate: misure di protezione più efficaci, pene certe per i
persecutori, educazione sentimentale nelle scuole fin dall’infanzia e un sistema di aiuto concreto per
le vittime.
A nome di tutto il gruppo di “Partiamo da Qui”, esprimo la nostra vicinanza alla famiglia
Campanella e alla comunità universitaria messinese. Oggi, anche Sara è diventata il simbolo di ciò
che non possiamo più permettere accada».
Come Sara Campanella e Lorena Quaranta, altre donne hanno smesso di essere vita diventando
simboli. Giulia Cecchettin, Giulia Donato, Martina Scialdo.
E, ancora, facendo riferimento soltanto
al 2025, possiamo ricordare Eliza Stefania Feru, Maria Porumbescu, Sabrina Baldini Paleni, Cinzia
D’Aries ed Eleonora Guidi. La lista è già lunga.
“Partiamo da Qui” continua il proprio impegno culturale e politico per promuovere una società
basata sul rispetto, sulla consapevolezza e sulla lotta attiva a ogni forma di violenza, verbale o
fisica, psicologica o sociale. Basta più simboli, promuoviamo il rispetto.
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