Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

DA CAPO PELORO ALL’ARSENALE MILITARE: CONCLUSE LE OPERAZIONI DI RECUPERO

Messina 28 gennaio 2010 – Si sono concluse questa mattina le operazioni di recupero dei cannoni risorgimentali ubicati a Capo Peloro. I lavori, nonostante le preoccupanti condizioni meteorologiche, sono iniziati alle ore 9.30. Gli operatori del Comune di Messina, con mezzi speciali, hanno avuto un bel da fare per dissotterrare le tre
bocche da fuoco, due delle quali erano immerse nel calcestruzzo. L’attività è stata coordinata dal capitano di corvetta Fabio Rottino, capo servizio demanio della Capitaneria di Porto di Messina, sotto l’attenta guida dell’architetto Daniela Sparacino e del dottore Osvaldo Prestipino, referenti della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali della città dello Stretto.


Il supporto specialistico è stato fornito dal personale qualificato dell’Arsenale Militare e della Brigata Meccanizzata “Aosta”.
Erano, inoltre, presenti gli esperti del Museo Storico della Fortificazione Permanente dello Stretto di Messina “Forte Cavalli” per un primo rilevamento dei parametri di base necessari allo studio e all’identificazione dei reperti.



I tre cannoni, artiglierie ad avancarica databili presumibilmente tra il XVIII e il XIX secolo, sono stati trasportati nelle officine dell'Arsenale militare. L’ingegnere Gian Francesco Cremonini, direttore dello stabilimento, presente alle operazioni di recupero, ha evidenziato che, nonostante i numerosi interventi in programma, il restauro inizierà con immediatezza al fine di poterli restituire in breve tempo alla cittadinanza peloritana.


Prosegue, dunque, il cammino della significativa iniziativa di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale della città dello Stretto lanciata recentemente nel corso della trasmissione televisiva “Liberi e Forti” e subito recepita dalle Autorità civili e militari.

Fine ultimo dell’intera attività sarà la realizzazione di un monumento nell’ambito del più ampio progetto di riqualificazione dell’area di Capo Peloro anche in prospettiva del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Giova sottolineare la disponibilità manifestata dall’architetto Nino Principato per l’esecuzione del “bozzetto” e della dittà Ansaldo per la fornitura, a titolo gratuito, dei materiali necessari per l’allestimento.

Commenti

  1. E' veramente importante e commovente far venire a galla pezzi della nostra storia. Ma sarebbe altrettanto bello ed importante parlare della vera storia in merito all'unità d'Italia e del furto che i savoia in concorso con lo stratega cavur hanno perpetrato nel nostro (allora ricco) sud, lasciandoci in un periodo buio che dura proprio da centoquarantanove anni. Mettiamo da parte l'ipocrisia storica e lottiamo per riscoprire la verità.

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  2. Ottima iniziativa! E' utile recuperare reperti del passato per le nuove generazioni che conoscono la storia scritta dai filosavaiardi prezzolati (al 90 % "indigeni"m, purtroppo).
    Un popolo che non conosce (bene) il suo passato non ha un futuro sicuro, è destinato a perdere la propria identità e la propria cultura.
    Quanti giovani siciliani conoscono il vero significato delle parole di "Vitti na crozza"?
    Saluti, Bafurno

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  3. togliete quei nomi, perchè chi li ha recuperati, sostiene che sono di garibaldi, probabilmente per giustificarne il recupero che io auspico dal 2003 senza che nessuno abbia mai mosso un dito, questi se ne sono accorti nel 2007 copianod la notizia, ed hanno diffuso la falsa notizia su giornali e TV ,anche il Comune li riporta. Naturalmente sono già stati smentiti, perchè solo un idiota ingorante come coloro che parlano per conto del Comune, può dire che sono cannoni di garibaldi, la coa beklla è che le FFAA gli danno conto ahahah,quindi non facciamo pubblicità a sti 4 scarpari filogaribaldini e sputtaniamoli a gogo

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