
Nebrodi, 12/02/2010 – Con le mani in mano non se ne sono stati: tutt’altro. I politici dei Nebrodi ed in particolare gli onorevoli Laccoto, Germanà, Latteri e Corona (cui si aggiungono Panarello, Rinaldi e Picciolo) si sono fatti carico della grave situazione che assegna il
‘diritto all’isolamento' alle comunità dei Nebrodi messinesi che, per l’esercizio del vivere quotidiano, si servono della SS 113. Comunità ‘litoranee’ e collinari (Gioiosa Marea, Brolo, Piraino, Capo d’Orlando,
Sinagra, Ficarra, S. Angelo di Brolo, etc,) che per esercitare i più elementari diritti, dallo studio al lavoro, alla sicurezza, ormai da tempo, sono costrette a gimkane ad ‘ampio raggio’, con onerosi
giri turistici.
Chi da Sinagra (esempio n. 1) deve raggiungere Capo d’Orlando, ha l’obbligo di portarsi all’ingresso autostradale di Brolo, immettersi in direzione Palermo, uscire a Rocca di Caprileone e quindi tornare indietro verso Capo d’Orlando. Tutti i giorni, specie d’inverno (come sta accadendo in questo periodo), ormai da anni. Il tutto in grave carenza di segnaletica.
La ciclicità delle frane sulla
Strada Statale 113 Messina-Palermo, infatti, ha accelerato la sua frequenza: nel tratto di Testa di Monaco (esempio n. 2) ormai le frane non si contano; senza dire, poi, della ‘genuflessione’ della SS 113 a ‘Testa di Monaco centro’ (esempio n. 3), quasi a strapiombo sul porto orlandino, dove la sede stradale è in corso di palificazione per non scivolarsene a mare:
di campare non campa ma morire nemmeno.
Gioiosa Marea, con le frane sulla SS 113 di Capo Skino (esempio n. 4), fa parte ormai del Guinnes dei primati; frane che mantengono il centro tirrenico rigorosamente isolato da anni, come sanno pure le
Alouatta, le famose scimmie urlatrici del continente americano.
Sulle strade provinciali non è il caso di dire altro: avantieri è crollata pure la Brolo-Lacco e proprio ieri la Provincia Regionale di Messina ha redatto l’
Enciclopedia delle frane e degli smottamenti: il presidente ha predisposto un calendario di visite sui luoghi dei Nebrodi al collasso.
Le iniziative politiche e tecniche per farsi carico della situazione non mancano: la deputazione del PD chiede stato di calamità naturale e di emergenza a Stato e Regione, gli onorevoli Germanà, Latteri e Corona fanno praticamente altrettanto; il sindaco di Capo d’Orlando decide di rimborsare il pedaggio autostradale ai suoi concittadini.
Ottimo. Si capisce che c’è interessamento.
Quello che invece non rientra nella concezione delle istituzioni e dei politici (almeno fino ad ora) è che la SS 113 è ormai per l’intera costa messinese, tirrenica e jonica, croce delizia. Delizia per la sua suggestiva collocazione, croce per quanto abbiamo detto.
Con lo stato di calamità avremo risarcimenti, facilitazioni, etc.; con il rimborso del pedaggio piangiamo con un occhio e li rificchiamo nel telepass, quei soldi.
Ma è la SS 113 che non ce la fa più, e lo sta dicendo in tutte le lingue. Così come non ce la fanno più le strade provinciali, costruite per sopportare il traffico e le magagne degli uomini fino a Tangentopoli, massimo.
E chi non si predispone a comprendere (e accettare) che la strada nazionale dell’immediato terzo millennio è quella che è stata requisita al pubblico e denominata a vita ‘autostrada’ è fuori dalla storia. Fine del pedaggiooooooooooo!
L'attuale autostrada dovrà essere la nuova
Statale 113, pure se dovessimo chiamarla ‘
strada statale delle nebbie’, visto che quella del Sole (giustamente) l’hanno costruita a Milano. Ovviamente la SS 113 non finirebbe in cantina ma tutt'altro. Verrebbe, anzi, curata a dovere e rimessa in uso per un traffico certamente più leggero, sottraendola al trasporto pesante più pesante: solo a quello, in pratica. Per il resto verrebbe valorizzata.
E l’autostrada? Al centro della Sicilia, su un unico asse che taglia (nel senso buono) l’intera regione, raccordandosi con le varie province con diramazioni adeguate numericamente e tecnicamente. Asse centrale che di fatto esiste già e verrebbe a potenziarsi e definirsi.
Il personale che attualmente lavora nelle autostrade? Sempre al lavoro, come prima. Compresi i dirigenti, con le loro laute ricompense, se indispensabile! E chi ve le tocca!
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