
22/03/2010 – In questa tornata elettorale in Siculiana non si vota: peccato. Perché se si votasse, se si fosse votato, il mio voto, in canna, l’avrei dato all’unico partito che si fosse espresso a favore di una profonda riforma del sistema giudiziario in Italia. Profonda, però. Perché penso che perfino l’attuale premier Silvio Berlusconi (sarà quanto dire?) si muova dentro i confini della democrazia: è stato eletto, ha costruito i suoi
imperi attingendo agli strumenti e alle normative emanati dal Parlamento, ha ottenuto dallo Stato le concessioni per le tv, è stato processato dai tribunali dello Stato Italiano, ha ricevuto dagli organi istituzionali preposti le incriminazioni nel corso di legalissimi G8, G9, G21, ha ricevuto osanna e/o dileggio dalla stampa privata ma pure di Stato, etc.
Ha fatto (?) chiudere i talk show con deliberazioni degli organi preposti. Ha atteso 'l’assoluzione’ dell’avv. Mills (per corruzione) da parte della magistratura italiana.
Ha cercato di fare riammettere la lista elettorale a Roma attraverso 8 gradi di giudizio, da parte delle istituzioni italiane, senza riuscirvi...
Nelle succinte cose sopra menzionate sembrerebbe, invece, non funzionare a dovere il sistema giudiziario, che non sarebbe nelle condizioni di sanzionare un corruttore o la corruzione. Sembrerebbe inefficiente e/o troppo precipitoso nel ridursi a consegnare i mandati di comparizione proprio a pelo con i G8, a Napoli o altrove.
Senza peraltro riuscire ad approdare ad un risultato concreto, che sia congruo con quanto precipitosamente addebitato.
Si è pure adombrata l’ipotesi che la magistratura volesse sovvertire il risultato elettorale ‘d’ufficio’, alle regionali, impedendo l'approvazione del decreto 'salva il salvabile' e affini.
Beh, una simile accusa alla magistratura sarebbe da dimostrare. Ma volendo rimanere nel settore delle ipotesi, dell’ammesso e non concesso, ebbene preferirei morire con le mie mani: con gli strumenti della democrazia, piuttosto che farmi 'morire' dalla magistratura o dalla forestale.
Preferirei, cioè, eleggere i rappresentanti della politica col voto, i magistrati e i forestali coi concorsi o coi naturali strumenti del reclutamento.
Non l’uomo per le corna e il bue per la parola, insomma, ma il contrario. Come si è sempre detto.
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